PICCOLE STORIE DI GRANDI VALANGHE – Renato Cresta (Mulatero editore, 2018)
Lo sapete cosa fa un nivologo? È una persona che tenta di studiare l’imponderabile. Incrociando e sommando dati meteorologici, morfologici, e la stabilità del manto nevoso, prova perlomeno ad indicare luoghi in cui le probabilità che avvenga una valanga sono maggiori. Cresta è un signore ligure che viaggia sugli 80, ed è uno dei massimi esperti di nivologia a livello internazionale. La disciplina nasce nel 1936 a Davos in Svizzera, ma si sa, le valanghe rotolano a valle uccidendo centinaia di persone da secoli. Cresta rievoca una quindicina di questi episodi, collocati tra Ottocento e Novecento a Ovest dell’arco alpino, tra le Alpi Marittime e le Alpi Pennine, tra centri abitati permanenti e temporanei, tra spedizioni di alpini e accampamenti di operai al lavoro per creare strade e tunnel.
Ogni capitolo un breve viaggio personale nella zona dello storico accadimento. Ogni racconto un balletto tra incontri con animali, sentieri impervi, paesaggi e infine il film della tragedia. La natura che in pochi attimi diventa assassina. “Lascia tuttavia perplessi il fatto che molte situazioni si siano ripetute nello stesso luogo, replicando scenari disastrosi, perdite umane e danni materiali – scrive l’autore – possibile che nessuno sia riuscito a capire che il verificarsi di una valanga era la rivelazione palese della pericolosità di quell’ambiente? È forse stato sufficiente credere che si trattasse di un fatto fuori dalla norma per scartare a priori l’adozione di misure cautelari?”. Con un ultimo capitolo sulla tragedia di Rigopiano in cui amarezza e rabbia per mancata prevenzione e normale gestione del pericolo la fanno da padrona: “È sempre così, noi italiani ci riveliamo incredibilmente bravi dopo il disastro, quando pochi volontari sgobbano e rischiano per rimediare ai guai che accadono sempre per l’incapacità e la superficialità di chi sta in alto”.