Sono ricomparsi nelle vie di Montmartre, e in altri quartieri di Parigi, dagli Champs-Elysées a place de la Concorde. E in tutta la Francia. A tre giorni da Natale il cosiddetto ‘atto sesto’ dei gilet gialli ha raccolto 38mila manifestanti in tutto il Paese, ma in consistente calo rispetto alle proteste delle scorse settimane (sette giorni fa erano 66mila). Il raduno si chiude con 81 fermi in tutta la Francia, tra cui anche quello di Eric Drouet, il portavoce della frangia del movimento non intenzionata a mollare, nonostante le aperture del governo Macron. E due giornalisti di France 2 Montpellier hanno riferito ad AFP di essere stati aggrediti “in modo violento” oggi da alcuni manifestanti dei gilet gialli mentre coprivano un raduno a Boulou, vicino alla frontiera tra Francia e Spagna.
Il raduno di oggi era stato annunciato proprio da Drouet a Versailles, ma la celebre reggia è rimasta inutilmente circondata dai blindati della polizia. In tutta tranquillità i gilet gialli, svestito temporaneamente il loro indumento di battaglia, hanno deviato su Montmartre, il quartiere storicamente più turistico di Parigi. La parola d’ordine della giornata di oggi era “bloccare le frontiere” e gruppi di manifestanti in giallo hanno bloccato strade e autostrade verso la frontiera con l’Italia – a Ventimiglia e al traforo del Monte Bianco – con la Spagna sui Pirenei e con il Belgio. La flessione nella mobilitazione ha interessato meno il dispiegamento sul territorio, dove si segnala la decima vittima, un automobilista di 36 anni che stanotte si è schiantato con la sua vettura contro un camion fermo ai blocchi stradali a Perpignan.
Scontri a Parigi – Disertata Versailles, minicortei pacifici partiti da Montmartre hanno invaso Parigi, dove i gilet gialli non erano più di 2.000, la metà di sabato scorso. Nella prima parte della giornata, soltanto qualche tensione isolata e un brutto episodio sulla spianata della basilica del Sacré-Coeur, dove un folto gruppo di manifestanti ha intonato la famigerata “Quenelle”, la canzoncina dell’antisemita Dieudonné, assortita dal gesto omonimo ispirato al saluto nazista. Ci sono stati però momenti di tensione sugli Champs-Elysees, fino ad allora tranquilli, con i caffé e i negozi finalmente aperti dopo un mese di sabati di guerriglia. All’improvviso, piccoli gruppi di casseur e di gilet gialli arrivati nel quartiere da diverse direzioni, hanno disceso la avenue gridando i loro slogan in favore del RIC, il Referendum di iniziativa cittadina, e cantando la Marsigliese. Quando la polizia li ha fermati e respinti prima della Concorde, sono cominciati gli scontri: lanci di pietre e oggetti di ogni tipo contro lacrimogeni e idranti. Fa sensazione il video di tre poliziotti assaliti da un centinaio di gilet gialli in una strada adiacente gli Champs-Elysees: i tre agenti si salvano a stento dopo aver tentato di reagire armi alla mano, inseguiti dai manifestanti. Il sabato di guerriglia prenatalizia si è concluso con 81 fermi in tutta la Francia.
Manifestanti anche in Italia – Sulla A8 circa 200 gilet gialli hanno bloccato la frontiera tra Francia e Italia, mentre erano circa in 300 a bloccare una bretella dell’autostrada vicino al confine con la Spagna, all’altezza di Boulou. “Il re Macron dà delle briciole ai mendicanti”, si leggeva sui cartelli. Qui, a un casello, Anne Domy e Audrey Guiraud, due giornalisti di France 2 Montpellier hanno denunciato di essere stati aggrediti “in modo violento”.
I gilet anche in Belgio – La portavoce della polizia di Bruxelles-Ixelles Ilse Van de keere, ha inoltre riferito che nella capitale belga hanno sfilato in cento. Due i fermi, di cui uno trasformato in arresto dopo che un agente è stato colpito. Il gruppo di dimostranti si è riunito a piazza Meiser nella cintura nord orientale e poi si è diretto al centro della città senza incidenti. Un centinaio di gilet gialli hanno sfilato pacificamente anche a Liegi. A Namur tra i cinquanta e cento gilet gialli sono scesi oggi per le strade. Ieri sera un piccolo gruppo di gilet gialli si era radunato di fronte ad una banca denunciando il sistema bancario e fiscale in Belgio. “È tempo di passare all’azione e mostrare che si possono cambiare le cose”, ha detto un manifestante. “Abbiamo tutti delle difficoltà ed è insopportabile essere oppressi quotidianamente in questo modo”, ha aggiunto chiedendo misure in favore del potere d’acquisto delle famiglie.