Un verbale per divieto di sosta. Un altro riguardante un diffusore sonoro fuori norma. Qualche insegna irregolare. Poi basta. Poche centinaia di euro di multa, nel marasma di irregolarità e violazioni con cui da anni il litorale romano – già messo a dura prova dai clan mafiosi – si trova a dover combattere. E oggi quando mancano pochi giorni a Natale, i segni delle evidenti violazioni di questa estate sono ancora presenti – come da anni – sul lungomare. Su ben 78 sopralluoghi effettuati la scorsa estate in 54 stabilimenti balneari di Ostia, la Polizia Locale non è riuscita a trovare nemmeno una violazione dell’ordinanza 83/2018 emessa dalla sindaca Virginia Raggi, relativa alla mancanza dei varchi per l’accesso al mare e alla presenza di muri, barriere, cancellate e reticolati che impediscono l’accesso e la vista al mare. Nonostante molte delle infrazioni siano sotto gli occhi di tutti e documentate anche dal viaggio che IlFattoQuotidiano.it ha fatto con il Comitato Marextutti. Ora, su questa fattispecie, indaga la Procura di Roma, che vuole capire nello specifico come sia possibile che i vigili del Lido non abbiano emesso un euro di sanzioni relative al provvedimento estivo della sindaca. I magistrati sono stati sollecitati da un doppio esposto dello stesso comitato e del consigliere municipale del Pd, Athos De Luca. La denuncia è stata fatta per omissioni di atti d’ufficio, anche se il fascicolo di cui è titolare la pm Claudia Terracina al momento è ancora senza indagati e senza ipotesi di reato.
I SOPRALLUOGHI DEI VIGILI – La lista dei verbali redatti dagli agenti di Polizia Locale è lunghissima – uno per ogni sopralluogo – ma alla voce “primi atti scaturiti” ci sono quasi sempre quattro righe lasciate in bianco. Ogni tanto compare la dicitura “O.S. 83/2018 regolare”, per dire che non sono state rilevate violazioni all’ordinanza. Su tre resoconti si trova l’infrazione dell’ “insegna irregolare”. Il verbale-beffa è quello comminato al dipendente di uno stabilimento che “occupava arbitrariamente uno spazio del demanio marittimo con il proprio veicolo impedendone l’uso pubblico”. L’unica sanzione più corposa è stato comminata dal Comandante del Gruppo X Mare in persona, Emiliano Stangoni, allo stabilimento Bagni Vittoria, dove “si accertava l’utilizzo della spiaggia con attrezzature, quali lettini ed ombrelloni, finalizzato al consumo di alimenti e bevande” e “l’installazione di impianti di diffusione sonora sulla pedana del chiosco bar posto sull’area demaniale”. Il 3 agosto scorso, sollecitati dall’associazione Marelibero, gli agenti hanno trovato sbarrato con un cancello il varco limitrofo allo stabilimento Marevivo, chiuso da una catena con lucchetto e protetto da tre blocchi di cemento. I vigili hanno quindi “verificato che il varco era garantito attraverso l’ingresso principale dello stabilimento”, che “era in corso un contenzioso” e che l’ufficio tecnico del Municipio “è al corrente della problematica dei varchi sul litorale”.
COSA DICE L’ORDINANZA… – Il provvedimento firmato in aprile da Raggi è molto specifico. Fra le altre cose, impone di “delimitare l’arenile in concessione con materiali ecocompatibili e facilmente e rapidamente rimovibili non saldamente ancorati al suolo. Le delimitazioni non devono superare 0,90 metri e non devono costituire pericolo per alcuno”. Per le recinzioni, non bisogna “usare filo spinato, recinzioni con aculei, offendicula e similari, nonché recinzioni siepi, barriere e, in genere, materiale di qualsivoglia natura e specie che possa, anche mediante stratificazione, impedire la libera visuale dal mare”. Per quanto riguarda le aree sport – beach soccer, beach volley, ecc – si possono prevedere “apposite aree recintate con reti trasparenti ed elevate sino ad un’altezza massima di 1 metro dal suolo, da rimuovere alla fine della stagione balneare”. E ancora: “L’accesso e il transito sugli arenili sono liberi e gratuiti per il raggiungimento della battigia e della fascia di arenile dei 5 metri” e “i varchi pubblici devono trovarsi “uno ogni 300 metri di costa”. Le violazioni “comporteranno l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria, da 25 a 500 euro”.
…E COSA ABBIAMO TROVATO – Ma litorale perfetto disegnato nell’ordinanza sindacale, di fatto, non esiste. Con gli attivisti di Marextutti abbiamo scelto di percorrere a piedi i 4 km che separano il Pontile di Ostia dalla Rotonda. Ravvisando già dai primi metri quasi tutte le casistiche contenute nel provvedimento. Le reti in metallo alte quasi 2 metri al primo stabilimento, ad esempio, lo stesso che presenta un’inferriata con gli spuntoni a sovrastare il muretto di cemento per almeno 200 metri. Lo stabilimento successivo, invece, è delimitato da una siepe alta e fitta nella quale, a guardar bene, c’e’ un’altra inferriata ben più alta dei 90 centimetri consentiti. Dall’altra parte, quasi tutti i complessi balneari presentano una seconda delimitazione, alta anche 2 metri e in metallo, a segnare i confini di quella che è divenuta ormai una proprietà privata. Un terzo lido, poi, con la sua siepe ondulata invade addirittura il marciapiede. Senza contare che le cabine – problema annoso – molto spesso coprono qualsiasi visuale del mare. Uno degli stabilimenti di giorno tiene aperto il proprio cancello d’ingresso, all’interno del quale è stato creato un varco per la battigia, senza alcuna indicazione in merito. Le inferriate possono essere in metallo ma anche in plastica (non certo con materiali ecosostenibili e facilmente rimovibili). Nemmeno a metà del nostro itinerario, c’è un’enorme rete, alta almeno 5 metri, che delimita un campetto di beach-soccer e, dietro, uno di beach-volley. Superata la spiaggia libera del “curvone”, uno stabilimento ha affisso l’ordinanza sindacale stampata con caratteri così piccoli da risultare illeggibili e uno prezzario – quello sì ben in evidenza – dove per l’ingresso si chiedono 5 euro.
LA POLIZIA LOCALE RISPONDE – Sia gli esposti che l’inchiesta che ne è scaturita è piuttosto delicata, perché tende a mettere in dubbio l’efficacia dell’azione dei vigili capitolini. IlFattoQuotidiano.it ha chiesto un’intervista al comandante Stangoni il quale, rammaricandosi, ha dovuto declinare proprio per la presenza del segreto istruttorio. L’ufficio stampa della Polizia Locale di Roma Capitale, tuttavia, ha spiegato che “gli atti completi dei sopralluoghi sono stati inviati in Procura su richiesta del magistrato”. Fra questi anche i “rapporti amministrativi” girati – dice la Polizia Locale – agli uffici tecnici del Municipio X Ostia, in quanto “alcune violazioni non sono immediatamente sanzionabili ma rientrano all’interno di un iter amministrativo”. Dal Municipio X, in realtà, non abbiamo avuto conferma che questi “rapporti amministrativi” siano arrivati per lo meno all’attenzione della presidente Giuliana Di Pillo. Fonti del parlamentino ostiense, in realtà, condividono i dubbi avanzati da Marextutti e hanno assicurato che la minisindaca si occuperà della vicenda. “Se non riusciamo nemmeno a fare qualche multa ai gestori degli stabilimenti su un’ordinanza sindacale, come pretendiamo di combattere la mafia ad Ostia?”, si domanda, sconsolato, Athos De Luca, mentre auspica che “la magistratura possa far luce il prima possibile su questa vicenda”.