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Sanremo 2019, Claudio Baglioni: “I vincitori della sezione Giovani sono di origine straniera? La musica è più avanti della politica, non ha rancori”

Insomma, Claudio Baglioni si prepara a passare da "dittatore artistico" a "dirottatore artistico" di un "festival locomotiva", che parte da "una fotografia dell’esistente" per trainare verso il futuro

“Il bubbone dell’immigrazione è scoppiato per l’incapacità della classe politica. Non si risolve, non lo risolve nessuno. E abbiamo già perso almeno 25-30 anni. La musica però è più avanti della politica perché non ha questo rancore dentro, ma è finalizzata al raggiungimento della bellezza e dell’armonia”. Claudio Baglioni risponde così in conferenza stampa a chi gli fa notare che la sezione Giovani del Festival della Canzone Italiana, ovvero Sanremo Giovani, è stata vinta da due ragazzi italiani di origini straniere: Einar è nato a Cuba ma si è trasferito in Italia dall’età di 9 anni con la madre, mentre Mahmood è figlio di una mamma sarda e un papà egiziano.

“Non credo che il Paese sia diviso su questo aspetto, ma incattivito da anni. Ogni cosa che non è regolare porta problematiche come il lavoro nero, lo sfruttamento, le morti in mare. È uno scandalo e una vergogna e chiunque deve battersi la mano sul petto e dire ‘non sono stato attento'”, ha aggiunto Baglioni prima di passare in rassegna i personaggi che potrebbero affiancarlo sul palco dell’Ariston. “Claudio Bisio, Gianni Morandi, Virginia Raffaele e Vanessa Incontrada: abbiamo avuto contatti con tutti loro – ha detto-. Stiamo ancora ragionando se fare con loro delle cose uniche e sporadiche sul palco o se coinvolgerli nella conduzione di una o più serate. Io non sono nemmeno sicuro di me stesso, non sono sicuro di voler ingombrare il palco o no”.

Insomma, Claudio Baglioni si prepara a passare da “dittatore artistico” a “dirottatore artistico” di un “festival locomotiva”, che parte da “una fotografia dell’esistente” per trainare verso il futuro. Sono queste le parole d’ordine che ha coniato per il suo festival bis. “Bis vuol dire anche rifare e noi abbiamo cercato di rifarlo questo festival, con un’operazione di avanguardia e non di retroguardia”. “Ho preso questa direzione artistica come una missione. E abbiamo cercato di fare una mostra che rispecchi la vitalità della musica italiana, da quella che si ascolta in radio a quella che si fa strada sul web a quella che si va vedere nei locali”, ha concluso.