Secondo il settimanale tedesco l'ex repoter, licenziato nei giorni scorsi per aver falsificato i suoi articoli, ha lanciato una campagna di raccolta fondi fornendo i proprio recapiti bancari. Il settimanale ha dichiarato che "darà tutte le informazioni che ha raccolto alla procura e farà di tutto per riguadagnare credibilità"
Dopo l’ammissione – con successivo licenziamento dal Der Spiegel – di aver inventato notizie e protagonisti in oltre 10 articoli, un altro caso vede coinvolto il reporter Claas Relotius, premiato nel 2014 dalla Cnn come “giornalista dell’anno”. Il settimanale tedesco ha infatti denunciato il giornalista per essersi appropriato indebitamente di donazioni destinate agli orfani siriani, protagonisti di uno dei suoi pezzi finito sotto accusa nei giorni scorsi. Lo scandalo è nato da alcune segnalazioni dei lettori.
Fall Claas Relotius: Reporter täuschte Leser offenbar mit Spendenaufruf. Er hat offenbar Leser ermuntert, Geld für Protagonisten seiner Texte zu spenden. Das Geld sei auf seinem Privatkonto gelandet.https://t.co/8ZH0f3I8J0
— DER SPIEGEL (@DerSPIEGEL) 22 dicembre 2018
Secondo quanto comunica il settimanale, Relotius ha lanciato una campagna per chiedere ai lettori di donare soldi per aiutare i bambini siriani, fornendo però le sue coordinate bancarie personali. “Der Spiegel – ha comunicato il magazine sul proprio sito – darà tutte le informazioni che ha raccolto alla procura“. L’ex giornalista di punta aveva raccontato in diversi altri articoli dei suoi sforzi per aiutare questi bambini per farli emigrare in Germania affinché fossero adottati, ma anche questa secondo il settimanale sarebbe una menzogna.
Il giornale precisa di non essere stato al corrente della campagna di raccolta fondi e di non sapere al momento quanti soldi sono stati versati. Nel suo ultimo numero pubblicato sabato 22 dicembre, il magazine sottolinea che la falsificazione costituisce “il peggio di ciò che può succedere a una redazione”. Der Spiegel ha presentato le sue scuse e ha promesso di “fare di tutto per riguadagnare credibilità”.