L'esponente 5 stelle da poco alla guida della commissione ha deciso di esporsi poche ore dopo l'approvazione della legge di Bilancio: "Mi adopererò per promuovere modifiche". E' passato infatti la norma che, per il solo 2019, permette di non fare gare per gli appalti fino a 150mila euro (inizialmente erano 40mila). Il grillino: "Che sia una misura per un solo anno non può essere una giustificazione sufficiente per allentare gli obblighi sulla necessaria trasparenza per la gestione dei soldi pubblici"
“Con appalti senza gara a 150mila euro si sottovaluta il rischio di favorire le organizzazioni mafiose. Non posso che esprimere grave preoccupazione”. Poche ore dopo l’approvazione della Manovra tra le polemiche per ritardi e slittamenti, il presidente M5s della commissione Antimafia Nicola Morra è intervenuto per criticare la norma inserita nel provvedimento che fa passare da 40mila a 150mila euro la soglia per l’affidamento diretto degli appalti. “E’ una preoccupazione condivisa anche dall’Anac. Questo innalzamento preoccupa tutte le realtà antimafia. Da presidente della commissione Antimafia mi adopererò per promuovere modifiche“, ha detto. Il grillino, da poco arrivato alla guida della commissione, ha deciso di esporsi contro il provvedimento votato dalla maggioranza Lega-M5s: una presa di posizione che è destinata ad aprire molte discussioni all’interno del Movimento, dove già non mancano i malumori per le modalità di approvazione della legge di Bilancio. Già ieri era stato il presidente della Camera Roberto Fico a esprimere disagio per il poco tempo concesso all’analisi delle misure: “Chi si lamenta ha ragione. Il Parlamento resti centrale”. E non solo: tre senatori M5s hanno dichiarato che questa è l’ultima volta che votano a favore della fiducia. Ora la questione appalti apre un nuovo fronte e lo fa su un tema caro ai 5 stelle che hanno appena finito di festeggiare l’approvazione della legge Spazzacorrotti.
Morra nel suo intervento, arrivato nemmeno dodici ore dopo il via libera del Senato alla legge di Bilancio, ha ufficializzato le preoccupazioni che arrivano da parte di Antimafia e Autorità nazionale anticorruzione, perplessità già trapelate ufficiosamente nei giorni scorsi proprio per il mancato confronto preventivo. “Questo innalzamento preoccupa tutte le realtà antimafia“, ha detto oggi Morra, “così come i dirigenti pubblici che hanno sviluppato grandi capacità di controllo nelle amministrazioni locali contro la corruzione e che non avranno più voce in capitolo. Questo innalzamento rivela una sottovalutazione del rischio di come queste nuove regole possano favorire le organizzazioni mafiose, da sempre attente al mondo delle opere pubbliche”. Il presidente della commissione Antimafia ha anche aggiunto che l’innalzamento della soglia non può essere ritenuto meno pericoloso solo perché sarà temporaneo: “Che sia una misura per un solo anno non può essere una giustificazione sufficiente per allentare gli obblighi sulla necessaria trasparenza per la gestione dei soldi pubblici. Da presidente della commissione Antimafia mi adopererò per promuovere modifiche alle procedure di assegnazione degli appalti che, garantendo maggiore efficienza nella spesa, assicurino la migliore trasparenza possibile”.
Nei giorni scorsi nel merito si era espresso anche il ministro M5s della Giustizia Alfonso Bonafede che, ospite ad Agorà su Rai3, aveva detto: “Si sta cercando un punto di equilibrio per far in modo che vengano rispettate le regole, ma se un sindaco deve fare qualcosa lo deve poter fare con tempi celeri”. Quindi non proprio una bocciatura, ma semplicemente un tentativo di arrivare a una mediazione con il Carroccio. Dal fronte 5 stelle sono convinti che una delle garanzie per evitare che ad approfittare della nuova soglia siano aziende criminali, sia la legge Anticorruzione appena approvata dal Parlamento, che consente l’agente infiltrato e rende non punibile chi denuncia per primo le mazzette. Proprio i grillini, consapevoli delle criticità della norma, hanno però spinto per abbassare la soglia che, in una prima versione del maxiemendamento avrebbe dovuto essere a 200mila euro, e per fare in modo che la norma valga solo per il 2019. Due modifiche che però secondo Morra non sono soddisfacenti. Più precisamente il maxiemendamento prevede una doppia soglia: per l’anno 2019, “nelle more di una complessiva revisione del codice degli appalti”, la Pubblica amministrazione potrà affidare lavori senza gara d’appalto nelle opere di importo compreso tra 40 mila e 150 mila euro. Tra i 150 mila e i 350 mila euro, sarà invece possibile procedere “previa consultazione di tre o più operatori economici”. Una modifica più generale del Codice appalti avrebbe dovuto essere già nel dl Semplificazioni, ma è stata invece rinviata e sarà oggetto di un ddl delega, insieme al codice unico del lavoro e alla semplificazione del codice di procedura civile.
Le parole di Morra sono state accolte dal silenzio totale della maggioranza. Nessuno, neppure dentro il M5s, per il momento ha deciso di replicare. Non parlano neppure dalle opposizioni. L’unico a commentare è stato il senatore Pd Salvatore Margiotta, che ha accusato il presidente della commissione Antimafia di piangere “lacrime di coccodrillo”: “Di notte approvano misure che mettono in pericolo la legalità degli appalti, e di giorno tornano a fare le anime candide e i campioni delle trasparenza. Vorrei dire a Morra che non ci crede più nessuno. Si sono macchiati dell’ennesima porcata. La manina è la loro“.