Mariglianella. Il ritrovamento di ‘scarti edili, residui ferrosi e pezzi di igienici’ nel terreno di famiglia di Mariglianella costa al geometra Antonio Di Maio, padre del vicepremier Luigi, l’iscrizione nel registro degli indagati con l’ipotesi di ‘deposito incontrollato di rifiuti’“.

Questa è la notizia bomba sparata con grande clamore in questi giorni da tutta la stampa nazionale.

Così come riportata, non significa niente. Per varie ragioni:

1) Non si sa se si tratta di rifiuti e quali. Mentre la maggior parte dei giornali parla, appunto, di “scarti edili, residui ferrosi e pezzi di igienici”, altri organi di stampa parlano, invece, di “secchi, bidoni, calcinacci e una carriola“, altri di “alcuni rifiuti inerti, di alcuni vecchi secchi e di una carriola“, altri, citando come fonte il sindaco, più semplicemente di “alcuni rifiuti inerti“; un giornale ci mette pure un “vecchio frigorifero“.

Ma che rifiuti sono alcuni vecchi secchi, qualche bidone e una carriola? Da che cosa risulta che erano destinati all’abbandono? Ed anche il vecchio frigorifero, era un rifiuto o era ancora funzionante o utile per ricavarne pezzi di ricambio? Restano alcuni calcinacci (“rifiuti inerti”?) e i “pezzi di igienici” (quali pezzi?). Mi sembra veramente un po’ poco per farne un caso nazionale.

2) Da che cosa risulta che era un deposito di rifiuti “incontrollato”? Si trattava di roba abbandonata nei campi? Si consideri che, peraltro, un deposito di rifiuti non è affatto incontrollato se è “temporaneo” e cioè se non dura più di un anno e non supera i 20 metri cubi (art. 183 D. Lgs 152/06). In questo caso, quindi, non vi sarebbe alcun illecito.

3) Alcuni giornali parlano di “rifiuti speciali”, cioè di rifiuti da lavorazioni, quando a me, sempre che siano rifiuti, sembrano (salvo sempre eventuali calcinacci) rifiuti urbani, e cioè, come dice la legge, “rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione ” (art. 184 D. Lgs 152/06) in quanto  derivanti dalla abitazione e non da lavori aziendali.

4) Ma la notizia che desta le maggiori perplessità è quella della “iscrizione nel registro degli indagati per il reato di deposito incontrollato di rifiuti“.

E’ vero, infatti, che il deposito incontrollato di rifiuti è vietato (art. 192, comma 1 D. Lgs 152/06) ma la pena prevista è solo una una sanzione amministrativa (e non penale) da 300 a 3000 euro (art. 255, comma 1, mentre diventa reato (con sanzione penale di arresto o ammenda) solo se viene effettuato da “titolari di imprese e responsabili di enti” (art. 256, comma 2), per rifiuti, ovviamente, inerenti la loro (continuativa) attività lavorativa. Quindi, se un privato deposita i suoi rifiuti “privati” (addirittura nel suo terreno) non commette nessun reato, non può essere iscritto in nessun registro degli indagati; e non può esserci alcun sequestro giudiziario. Tanto è vero che la Cassazione ha più volte precisato che quello che conta “per discernere l’illecito amministrativo da quello penale è la qualifica dell’agente”, in quanto “la normativa ritiene evidentemente sufficiente ad attribuire valenza maggiormente offensiva la condotta di colui il quale operi nell’ambito di un’attività professionale” (sentenza 30123/2012). E nel caso Di Maio pare di capire che non si trattava di rifiuti collegati alla sua attività professionale ma (al massimo) alla gestione della sua abitazione.

Potrei continuare, ad esempio, precisandovi che, in ogni caso, il reato (se esiste) di deposito incontrollato può essere estinto, senza andare dinanzi a nessun magistrato e senza alcuna conseguenza penale, rimuovendo i rifiuti e pagando 6.500 euro.

Ma quello che vorrei mettere in evidenza è un principio di civiltà che deve valere per tutti e che non può essere oggetto di strumentalizzazioni politiche. Prima di sparare “notizie bomba” contro qualcuno è bene ragionare, informarsi e controllare le fonti delle informazioni. Può certamente essere vero che Di Maio padre abbia commesso qualche reato ma, così come riportata, la notizia non significa niente, tanto meno se collegata ad un deposito incontrollato di rifiuti tutto da provare.

Una procura è stata informata: lasciamola lavorare in tranquillità. Anche se si tratta del padre del vicepremier.

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