L'uomo era già il principale sospettato del duplice omicidio. Ad Alghero un uomo ha strangolato la moglie e poi si è costituito, mentre in provincia di Cosenza solo il pianto della figlia di 9 anni ha fermato la violenza di un padre
È entrato nella tabaccheria di Francesca Petrolini, 53 anni, a Davoli Superiore, in provincia di Catanzaro, e ha ucciso a colpi di pistola lei e il suo compagno, Rocco Bava, di 43. Ha confessato dopo tre ore di interrogatorio Giuseppe Gualtieri, 51 anni, il cognato della donna, come riferisce Repubblica. I due avevano avuto una relazione dopo la morte del marito di lei ed è stata proprio la gelosia nei confronti del nuovo compagno di Francesca a spingerlo a compiere il folle gesto. I carabinieri di Soverato e di Catanzaro lo hanno trovato a casa di un amico, e l’hanno portato in caserma per l’interrogatorio. Rocco Bava, nuovo compagno di Francesca, era stato più volte minacciato dall’uomo, e secondo il Corriere della Sera lei lo aveva segnalato più volte alle forze dell’ordine. Secondo una ricostruzione della criminologa Antonella Cortese che si trovava sul posto dell’Aispis (Accademia Italiana delle Scienze di Polizia Investigativa e Scientifica) “i due si trovavano nella tabaccheria di proprietà della donna quando è entrato l’assassino che avrebbe sparato prima contro alla 53enne, uccidendola sul colpo, poi ha inseguito all’esterno l’uomo sparandogli e ferendolo gravemente. È il terzo omicidio – conclude l’esperta – che viene a turbare la vita della cittadina del catanzarese”.
Quello di Davoli Superiore però non è l’unico caso di femminicidio. Ad Alghero Marcello Tiloca, 42 anni, ha ucciso la moglie Michela Fiori (40) strangolandola. L’uomo, carrozziere e imbianchino, dopo aver compiuto il gesto si è presentato nella caserma dei carabinieri insieme all’avvocato Stefano Carboni. Da quanto si è appreso sinora, i due – che hanno due figli piccoli – stavano affrontando una tormentata separazione e sembra che la donna di recente si fosse anche rivolta al Centro di ascolto antiviolenza.
A Scalea, in provincia di Cosenza, è stato fermato dai carabinieri il convivente della donna domenicana di 36 anni morta dopo essere precipitata dal quarto piano di un palazzo. Per l’uomo, anche lui domenicano di 26 anni, l’accusa è di omicidio. Secondo quanto ricostruito finora dagli investigatori la donna sarebbe precipitata dalla finestra in seguito a una lite. Il 26enne è stato portato nel carcere di Paola. E sempre in provincia di Cosenza, nella cittadina di Rende, solo il casuale arrivo della figlia di 9 anni ha invece evitato che il padre 63enne portasse a compimento lo strangolamento della madre della bambina. Presentatosi in caserma in stato di choc, l’uomo ha confessato di aver aggredito la moglie con un cavo elettrico lasciandola ferita sul pavimento di casa. Il suo fermo è stato convalidato dal gip di Cosenza che ha disposto il trasferimento in carcere. La donna, soccorsa dai militari intervenuti nell’abitazione, è stata portato all’ospedale.