Lo tsunami ha colpito le spiagge 24 minuti dopo l’eruzione del vulcano, che si trova fra l’isola indonesiana di Sumatra e quella di Giava. Il sistema che potrebbe prevedere questo tipo di eventi è fuori da sei anni a causa della scarsità di fondi, atti di vandalismo e problemi tecnici
Oltre 370 morti, 1.459 feriti, almeno 128 dispersi. Devastazione e case distrutte. Ma i numeri che definiscono la tragedia in Indonesia sono destinati ad aumentare nelle prossime ore. E mentre proseguono le ricerche e i soccorsi, un bimbo di 5 anni, Ali è stato estratto vivo dalle macerie dopo essere rimasto intrappolato per 12 ore tra le rovine di un edificio. Nessuna notizia però della sua famiglia, ma non ci sono notizie della sua famiglia. Il video del salvataggio è stato postato sull’account Instagram di uno degli uomini intervenuti per prestare soccorso alla comunità ed è già diventato virale.
All’origine del disastro una frana sottomarina provocata dall’eruzione del vulcano Anak Krakatau, che ha attivato lo tsunami e si è combinata con un’onda di marea più alta del solito a causa della luna piena. Lo tsunami ha colpito le spiagge 24 minuti dopo l’eruzione del vulcano, che si trova fra l’isola indonesiana di Sumatra e quella di Giava, che sono separate dallo Stretto di Sonda che collega il Mare di Giava all’Oceano Indiano. L’Indonesia si trova in una delle aree più sismiche del mondo, ma nonostante questo nelle zone devastate il sistema di allarme, ha detto il portavoce dell’agenzia per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho, “non è operativo dal 2012”, a causa della scarsità di fondi, atti di vandalismo e problemi tecnici.
Le onde, secondo la Croce rossa, erano alte fra 30 e 90 centimetri e hanno raggiunto le coste intorno alle 21.30 ora locale di sabato. Un video che è rimbalzato rapidamente sui social network mostra le immagini scioccanti di un’onda anomala che si abbatte su un concerto all’aperto della band pop Seventeen, i cui membri vengono spazzati giù dal palco dalla forza dell’acqua. Il cantante Riefian Fajarsyah ha annunciato che il bassista e il manager del gruppo sono morti, mentre risultano dispersi sua moglie e altri tre membri della band. Le immagini della devastazione mostrano alberi sradicati, detriti ovunque e centinaia di edifici distrutti. Colpite anche note località turistiche, come la spiaggia di Carita sull’isola di Giava. Al momento però si ritiene che non ci siano stranieri fra le vittime, ha annunciato il premier dell’Australia.
L’Anak è uno dei 127 vulcani attivi nel Paese. L’Indonesia, arcipelago composto da 17mila isole e isolotti, si è formata dalla convergenza di tre grandi placche tettoniche (indo-pacifica, australiana ed euroasiatica) e si trova sulla cosiddetta ‘cintura di fuoco’ del Pacifico, zona di forte attività sismica e di eruzioni vulcaniche. A fine settembre uno tsunami causato da un terremoto di magnitudo 7.5 aveva devastato la città di Palu e i suoi dintorni, sull’isola di Sulawesi, provocando migliaia di morti. Nel 2004, uno tsunami seguito a un sisma di magnitudo 9.3 al largo di Sumatra aveva colpito diversi Paesi sulle coste dell’Oceano Indiano, provocando complessivamente 220mila morti, di cui 168mila in Indonesia.
Il disastro provocato dal ‘figlio’ del Krakatoa – L’Anak Krakatoa è emerso nel 1927 ed è, appunto, derivazione del Krakatoa, a sua volta responsabile di una delle eruzioni vulcaniche più violente mai registrate nella storia, quella di agosto del 1883. A 135 anni dalla terribile eruzione che fece sprofondare il vulcano Krakatoa (in indonesiano Krakatau), è il figlio nato da quel vulcano nel 1927 a essersi risvegliato e i suoi sussulti hanno scatenato lo tusnami in Indonesia. Il nuovo vulcano si chiama infatti Anak (‘figlio’ in indonesiano) Krakatoa.