Excursus: da qualche anno in Europa esiste una direttiva (2010/64/Ue) che prevede che ogni imputato che non parli o non capisca adeguatamente la lingua del Paese in cui si ritrovi incriminato di un reato, abbia diritto a essere assistito da un interprete e ad avere tradotti gli atti fondamentali del procedimento. Tale direttiva prevede inoltre l’istituzione di un registro di interpreti e traduttori qualificati al fine di far fonte alle richieste della giustizia.
L’Italia non ha, ancora oggi, nei fatti, alcun registro degno di tale nome e vengono chiamati a tradurre e a interpretare persone non sempre qualificate oltre che pagate pochi spiccioli. La direttiva prevedeva la pubblicazione da parte della Commissione europea (che – in teoria – veglia al rispetto della normativa europea da parte degli Stati membri) di una relazione sullo stato del recepimento della stessa da parte dei Paesi europei, pubblicazione che sarebbe dovuta avvenire nel 2014.
Davanti a questo incredibile ritardo, e su sollecitazione di interpreti sensibili all’argomento, la mediatrice europea ha aperto un’indagine, che però è stata chiusa dopo che la Commissione aveva fatto l’ennesima promessa di pubblicarla a inizio 2018. Avendo constatato che Bruxelles a metà 2018 non aveva ancora pubblicato nulla, la mediatrice ha aperto dunque una seconda indagine, conclusa qualche giorno fa, denunciando questo come un caso di cattiva amministrazione da parte della Commissione europea. Questa, infatti, aveva avuto tutto il tempo per verificare il recepimento della direttiva da parte degli Stati membri e pubblicare la relativa relazione ed è venuta meno anche agli impegni presi con la stessa mediatrice.
Questo caso è emblematico di come sia sempre più evidente che a seconda della materia la Commissione attui due pesi e due misure nel controllo e rispetto della normativa europea da parte degli Stati membri (basti vedere la rigidità nel chiedere il rispetto del rapporto Deficit/Pil o di come abbia gestito l’emergenza Xylella sugli ulivi in Puglia). Mentre quando si tratta di normative che danno più diritti o forniscono strumenti e garanzie al cittadino il rigore e il rispetto delle scadenze scompaiono.
Insieme ai firmatari della petizione, tra cui tantissimi traduttori e interpreti, continueremo a batterci affinché la Commissione faccia rispettare e applicare tale direttiva, a cominciare dalla pubblicazione della relazione che individui i Paesi che l’hanno recepita in modo corretto e quelli che devono ancora farlo. Ciò al fine di garantire il diritto alla traduzione e all’interpretazione di qualità nei procedimenti penali, con regole chiare e definite per tutti.
Colgo l’occasione per augurare un Buon Natale e felice anno nuovo!