La peggiore vigilia di Natale della storia. Wall Street chiude un lunedì nero, crollando ai minimi degli ultimi 20 mesi. I listini americani perdono oltre il 2% appesantiti dallo shutdown a Washington e dalle indiscrezioni su un possibile licenziamento da parte di Donald Trump del presidente della Fed, Jerome Powell.

Il Dow Jones chiude in calo del 2,86%, il Nasdaq arretra del 2,21%. Lo S&P 500 cede il 2,70%, e scivola ai minimi dall’aprile 2017. Pesante anche il petrolio, che scende sotto i 44 dollari al barile perdendo il 4,17% a 43,68 dollari. Deboli, fra scambi ridotti, anche le borse europee aperta, con Parigi che cede l’1,45% e Londra lo 0,52%.

Il giro di telefonate del segretario al Tesoro Steven Mnuchin con gli amministratori delegati delle sei maggiori banche americane non ha gli effetti sperati: non riesce a rassicurare e allentare i timori sulla Fed. Anzi l’effetto è il contrario perché in molti investitori si chiedono ora cosa ci sia realmente dietro il giro di telefonate e prevedono con maggiore forza una recessione. Non facilita l’ennesimo attacco di Trump alla banca centrale americana: “La Fed è l’unico problema che ha l’economia” americana, twitta il presidente, riaccendendo le preoccupazioni sul futuro di Powell. A complicare ulteriormente è lo shutdown di cui non si intravede una fine: potrebbe durare fino agli inizi del 2019, quando la guerra commerciale con la Cina potrebbe entrare nel vivo. 

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