Due giorni dopo l’eruzione dell’Etna la terra trema ancora in Sicilia. Una forte scossa di terremoto magnitudo 4.8 è stata registrata alle 3.19. La scossa è stata avvertita dalla popolazione e molti hanno trascorso la notte in auto anche nei paesi della provincia. Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’epicentro è tra i comuni di Viagrande e Trecastagni a nord di Catania e l’ipocentro solo un chilometro di profondità. Dieci feriti di cui due ricoverati, danni a chiese e abitazioni in provincia e tanta paura. Soccorritori in azione immediatamente nelle zone colpite. L’aeroporto di Catania resta aperto. “Dal punto di vista scientifico si tratterebbe di un evento isolato, i tecnici ci dicono che si sta andando verso un raffreddamento della lava e ci dobbiamo aspettare una quiescenza dell’attività eruttiva il cui picco c’è stato a Natale, ora si va verso una diminuzione del fenomeno” dice il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli a Sky Tg24. “Vicino alle popolazioni del catanese per il terremoto di stanotte. Seguo gli sviluppi in costante contatto con il capo del Dipartimento della protezione civile Borrelli e con il sottosegretario Vito Crimi. Ringrazio la macchina dei soccorsi che si è subito mobilitata e auguro ai feriti una pronta guarigione” scrive sul suo profilo Twitter il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La ministra della Difesa, Elisabetta Trenta esprime in un tweet la sua “vicinanza e solidarietà ai siciliani per il terremoto di Catania: pronti ad aiutare e supportare la popolazione in questo momento di grave emergenza”. Il vicepremier Luigi Di Maio, annuncia su Facebook, domani sarà “nel catanese per incontrare i cittadini e le autorità locali”. Matteo Salvini ringrazia in un tweet “gli oltre 100 pompieri che stanno lavorando da stanotte”.

Dieci feriti, crolli in provincia. Aeroporto resta aperto
Dieci feriti, al momento, un ottantenne è stato estratto dalle macerie. Sono 28 le persone che hanno fatto ricorso alle cure mediche del pronto soccorso degli ospedali per il sisma della scorsa notte nel Catanese. Dieci, appunto, soccorse da ambulanze, altre 18 si sono presentate da sole. La maggior parte ha ferite lievi, alcuni si sono presentati sotto choc o colpiti da attacchi di panico. Il Pronto Soccorso dell’Ospedale Cannizzaro di Catania ha gestito sei casi: due i codici gialli per ferite dovute alla caduta di calcinacci e altri oggetti: una 70enne di Pennisi con fratture costali, contusioni e schiacciamento toracico e lombare, che è stata ricoverata nel reparto di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza, dove è costantemente monitorata; e un 71enne della zona di Fleri con un trauma cranico non commotivo, che è stato trattenuto in osservazione. Gli altri quattro sono codici verdi, per condizioni di choc, in dimissione nel corso della mattinata.

Aeroporto resta aperto, tratto A18 chiuso per precauzione
La scossa ha provocato danni alle chiese e alle vecchie abitazioni, per lo più nella zona di Zafferana Etnea. Chiuso precauzionalmente al traffico un tratto dell’autostrada Catania-Messina, la A18, tra Acireale e Giarre per la presenza di crepe nel manto della strada. Il capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha convocato il Comitato operativo a Roma ed è partito per la Sicilia. Alle 10 riunione in prefettura a Catania. Resta al momento pienamente operativo l’aeroporto internazionale di Catania, come si legge sul sito dello scalo, dopo l’eruzione sull’Etna, ancora in piena attività, e lo sciame sismico che si è verificato nel catanese nella notte. Personale e mezzi dei Vigili del fuoco della Calabria sono partiti per aiutare nelle operazioni del post terremoto che ha colpito la notte scorsa il Catanese. Le squadre, per un totale di 40 unità e di diversi mezzi, appartengono a quattro sezioni operative calabresi. Da Catanzaro sono state inviate nove unità con i relativi automezzi. Sospesa per oltre 5 ore, dalle 3.20 e fino alle 8.50, la circolazione ferroviaria sulle linee Messina-Siracusa e Catania-Palermo. È stato attuato il protocollo di sicurezza in caso di sisma ed i tecnici di Rfi hanno effettuato un sopralluogo in particolare tra Taormina e Lentini e fra Bicocca e Caltanissetta. Tre treni regionali sono stati sostituti da autobus e due intercity hanno accumulato mezz’ora di ritardo.

Ingv: “Grande energia e magma. Scossa amplificata da poco profondità”
Sono state 11 le scosse di terremoto (considerando solo quelle di magnitudo non inferiore a 2) registrate dalla mezzanotte nella zona dell’Etna. Tra le più rilevanti, oltre a quella di magnitudo 4.8 delle 3:19, una di magnitudo 3.3 all’1:09 vicino ad Aci Sant’Antonio. Quasi tutti gli eventi sismici hanno avuto ipocentro a una profondità molto bassa, anche meno di un chilometro. La superficialità dell’ipocentro del sisma, a solo un chilometro di profondità, ha contribuito ad amplificare l’effetto della scossa, che è stata nettamente avvertita anche a Taormina, nel Siracusano e nel Ragusano. Tutti eventi riconducibili all’eruzione in corso da due giorni sull’Etna, che ha fatto registrare un’ulteriore impennata dei valori dei tremori dei suoi condotti magmatici interni, segnale della presenza di grande ‘energia’ e di magma in movimento che spinge sulle pareti dell’edificio vulcanico. L’attività dell’Etna era iniziata attorno alle 8.50 della vigilia di Natale con un intenso sciame sismico che, spiegava l’Ingv,aveva prodotto  oltre 130 scosse, tra cui una alle 13.08 di magnitudo 4.0 – localizzata a 2 chilometri di profondità nella zona di Piano Pernicana sul fianco nord est del vulcano – e una di magnitudo 3.9 nella zona di Monte Palestra, sul fianco nord ovest, nel giro di poche ore. I vigili del fuoco sono presenti in tutte le zone per i soccorsi e le verifiche delle strutture.

A Zafferana Etnea famiglia “salvata dai mobili”
Sono sei i comuni maggiormente colpiti e nei quali è stato avviato un monitoraggio da parte della protezione civile. Si tratta di Zafferana Etnea, Acireale, Aci S.Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina. I danni maggiori sono segnalati al momento nella zona di Zafferana Etnea, dove ci sono stati cedimenti di case vecchie e abbandonate. In particolare nella frazione di Fleri, dove i crolli hanno interessato la vecchia chiesa del paese e dove si sono registrati due feriti, non gravi, con contusioni, escoriazioni e che si considerano dei “miracolati”. “Siamo vivi per miracolo”, ripetono ai cronisti e ai soccorritori. Sono componenti una famiglia di quattro persone – madre, padre e due figli minori – che hanno visto crollare le pareti della loro casa. “Eravamo a letto – ricostruisce il capo famiglia -, ci siamo svegliati di soprassalto e visto le pareti crollarci addosso. Per fortuna i mobili ci hanno protetti dalle macerie: siamo vivi per miracolo“. Altre antiche costruzioni sono crollate sempre a Fleri, Santa Venerina e Zafferana. In molti paesi la gente è scesa per strada e soprattutto le famiglie con bambini hanno deciso di trascorrere la notte in auto per sicurezza. Il sisma ha danneggiato anche la chiesa di Maria Santissima del Carmelo di Pennisi, frazione di Acireale. Crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio, venerato perché ritenuto il protettore dei terremoti

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