“Non si può escludere un’apertura di bocche a quote minori da dove si sono aperte adesso, in particolare modo nella zona di Piano del Vescovo a sud della Valle del Bove. Se ci riuscirà, non lo sappiamo. Stiamo potenziando i sistemi di rilevamento sismici e Gps della deformazione del suolo in quella zona” spiega il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera, sul terremoto di magnitudo 4.8 della notte scorsa sull’Etna. “La forte sismicità – ha aggiunto – non ci lascia tranquilli. Vediamo come evolverà. Il terremoto è un evento singolo. La situazione ricorda quella dell’ottobre del 1984 che provocò un morto a Zafferana Etnea: è sempre la faglia di Fiandaca, che quando si muove è pericolosa”.

Sono state 11 le scosse di terremoto (considerando solo quelle di magnitudo non inferiore a 2) registrate dalla mezzanotte nella zona dell’Etna. Tra le più rilevanti, oltre a quella di magnitudo 4.8 delle 3.19, una di magnitudo 3.3 all’1.09 vicino ad Aci Sant’Antonio. Quasi tutti gli eventi sismici hanno avuto ipocentro a una profondità molto bassa, anche meno di un chilometro. La superficialità dell’ipocentro del sisma, a solo un chilometro di profondità, ha contribuito ad amplificare l’effetto della scossa, che è stata nettamente avvertita anche a Taormina, nel Siracusano e nel Ragusano. Tutti eventi riconducibili all’eruzione in corso da due giorni sull’Etna, che ha fatto registrare un’ulteriore impennata dei valori dei tremori dei suoi condotti magmatici interni, segnale della presenza di grande ‘energia’ e di magma in movimento che spinge sulle pareti dell’edificio vulcanico. L’attività dell’Etna era iniziata attorno alle 8.50 della vigilia di Natale con un intenso sciame sismico che, spiegava l’Ingv,aveva prodotto  oltre 130 scosse, tra cui una alle 13.08 di magnitudo 4.0 – localizzata a 2 chilometri di profondità nella zona di Piano Pernicana sul fianco nord est del vulcano – e una di magnitudo 3.9 nella zona di Monte Palestra, sul fianco nord ovest, nel giro di poche ore.

L’attività dello Stromboli, registrata anche nelle scorse ore, nulla c’entra con quella dell’Etna. “Non ci sono relazioni tra l’Etna e lo Stromboli perché appartengono a due contesti geodinamici diversi e hanno sistemi di alimentazioni separate. Siccome sono due vulcani molto attivi è alta la probabilità di una fase eruttiva nello stesso tempo, ma è puramente casuale. E inoltre, in questo momento, non è in eruzione, ma è soltanto cambiato il livello di allerta” spiega Privitera. Il sindaco di Lipari Marco Giorgianni dice: “La situazione è sotto controllo. L’ordinanza che permette la scalata sul cratere non la cambio perché il livello previsto dalla Protezione Civile regionale era già di “attenzione” e quindi non è variato rispetto alle regole di accesso. Comunque per prudenza stiamo monitorando costantemente le escursioni previste che sono limitatissime in questi giorni. Ribadisco tuttavia che non sono così preoccupanti i dati di rilevazione in questo momento”.

“L’Italia si conferma ancora una volta un territorio particolarmente vulnerabile a tutti i georischi, in questo caso con un combinato del rischio sismico e vulcanico, evidenziando ancora una volta che non bisogna abbassare la guardia e perseguire una necessaria prevenzione anche attraverso pianificazioni a lungo termine – commenta in una nota Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei geologi -. Con spirito di servizio, come sempre, il Consiglio Nazionale dei Geologi è pronto a mettersi a disposizione e a dare supporto al Dipartimento nazionale di protezione civile, per quanto di competenza, per tutto ciò che riguarda la verifica dell’agibilità del territorio e del costruito“.

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