Scommette su una "crescita robusta" dell'Italia e assicura: "Ci impegniamo a disattivare gli aumenti dell’Iva". Nella sua prima conferenza di fine anno, il presidente del Consiglio parla della legge di bilancio, che "non è delle lobby" ed è "populista perché è fedele agli impegni presi". E sulle sigle sindacali che oggi sostengono le proteste dei pensionati aggiunge: "Me le ricordo silenti quando fu approvata la legge Fornero"
“La manovra in discussione si pone in continuità con gli impegni assunti, continuità e coerenza. In passato si facevano delle promesse, si assumeva il governo e poi di volta in volta le decisioni. Il nostro modus condizionerà qualsiasi futura esperienza di governo“. Nella sua prima conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parla della legge di bilancio, che è “populista” perché è “fedele agli impegni presi” ed è la “prima tappa significativa del progetto riformatore” dell’esecutivo, che “non è il governo delle lobby“. Non solo: “È la manovra che abbiamo sempre voluto, salve alcune misure aggiuntive che abbiamo introdotto da ultimo, per effetto del negoziato con Bruxelles”. Insiste sul fatto che “non è affatto vero che la manovra sia stata scritta a Bruxelles, è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”. Sottolinea la “perfetta sintonia tra me, Di Maio e Salvini” e il consenso ancora alto che emerge dai sondaggi, “forse dovuto a questa coerenza nell’azione di governo. Stiamo contribuendo a ridurre la frattura tra classe politica e cittadini”. Quanto all’esecutivo “durerà cinque anni”, dice, e spiega che per lui Palazzo Chigi è “una parentesi meravigliosa che mi rende orgoglioso per realizzare un servizio a favore del paese nel modo più efficace possibile. Ma è una esperienza limitata ai 5 anni della legislatura poi libererò la poltrona. Non farò campagna elettorale per le europee e continuerò a tempo pieno nel mio ruolo di presidente del Consiglio“. Cinque anni di legislatura durante i quali, però, non esclude “la possibilità di un tagliando” per vedere “cosa si può fare meglio e introdurre nuove misure, eventualmente”.
Entrando nel merito dei contenuti della legge di bilancio, precisa che il governo farà “di tutto” per evitare l’aumento dell’Iva e che sono state create “tutte le premesse per favorire la crescita economica. Per il 2020-21 le clausole di salvaguardia recano numeri importanti ma non vorrei fosse dimenticato che in pochi mesi abbiamo dovuto reperire 12 miliardi per disinnescare gli aumenti Iva ereditati dal precedente governo”. Poi assicura: “Ci impegniamo a disattivare gli aumenti dell’Iva“. Sulle pensioni, quando dalla sala stampa gli fanno notare che le sigle sindacali a loro sostegno scendono in campo contro le misure presenti in manovra, Conte dice: “Le ricordo silenti quando fu approvata la legge Fornero. Oggi sono in strada a protestare. Facciano la loro protesta ma non mi sembra che abbiamo attentato ai trattamenti pensionistici. Oltre quota 100 – ha aggiunto – ci sono altre misure che abbiamo preso, siamo intervenuti sulle pensioni d’oro con tagli progressivi, e ce ne sono anche da 500mila euro. È stato introdotto un meccanismo di indicizzazione “raffreddato” progressivamente che non tocca le pensioni fino a tre volte la minima, e sarà impercettibile, solo di qualche euro al mese su quelle più basse. Non abbiamo attentato alle pensioni”, ma abbiamo optato “per una redistribuzione”.
Per il premier tra i primi obiettivi rimane anche il taglio degli sprechi, anche se il governo ha avuto “poco tempo per intervenire cum grano salis occorre lavorare” più di cinque-sei mesi di governo e “impiantare una task force” apposita. Poi annuncia che “entro la fine del 2019 vedremo già la nuova architettura” del Ponte di Genova e che sulla Tav il governo deciderà “prima delle Europee“. E quanto alla riduzione dell’Ires per il no profit previsto in manovra – sul quale Di Maio è intervenuto annunciando già una revisione nel “primo provvedimento utile” – Conte ha assicurato che il governo non ha nessuna volontà di penalizzare il terzo settore. “Mi assumo le mie responsabilità. Quando si commette un errore bisogna ammetterlo. È una misura introdotta all’ultimo, quando il negoziato con l’Ue era in fase avanzata. Ho pensato che tale misura in termini di sistema poteva essere compensata da altre. In effetti abbiamo valutato meglio, abbiamo pensato che a gennaio incontreremo il Forum del terzo settore, raccoglieremo meglio le loro istanze e definiremo meglio un intervento in questa direzione”.
Sui tempi della manovra, criticati anche dalle opposizioni che hanno denunciato di non avere abbastanza tempo per analizzare il testo, Conte ha ammesso “che non si è creata la situazione ideale al Senato, ma c’è la prospettiva di una contrazione forte dei tempi, siamo arrivati in zona Cesarini per il varo. Confidiamo che una situazione del genere non si presenti più. In ogni caso, non c’è stata nessuna deliberata volontà del governo di comprimere i tempi. Ad esempio, nel rispetto delle Camere, confidiamo che le riforme istituzionali rimangano nell’alveo parlamentare con il contributo di tutti”.
“Ci sono tutte le premesse per una crescita robusta” – Nega che “l’Italia sia osservato speciale della Commissione europea“ e precisa che “non è affatto vero che la manovra sia stata scritta a Bruxelles, è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”. Conte ridimensiona anche le preoccupazioni sul debito, ricordando che “i fondamentali del sistema economico italiano sono solidissimi. Abbiamo un debito che incute un certo timore a guardarlo ma se aggiungiamo altri fattori di valutazione scacciamo via questo timore. Siamo la terza economia della eurozona, la seconda industria manifatturiera, siamo nel G7. Molti Paesi hanno un debito più contenuto ma non hanno un risparmio privato e sono dipendenti dall’estero”. Tutti elementi che consentono di “fare valutazioni più ponderate nel loro complesso”.
Parla anche di crescita, una crescita “robusta” per la quale “abbiamo tutte le premesse”, perché la manovra “si svilupperà nel segno della crescita” e “un robusto e poderoso impianto di investimenti, riforme strutturali che realizzeranno una leva economica incredibile”. La prospettiva dell’un per cento” di crescita “è una soglia minima, dobbiamo andare molto oltre”. E sottolinea anche che il governo ha creato un sistema che ha avviato un poderoso piano di investimenti (“Investitalia”) che prevede 400 milioni per i comuni da impegnare entro maggio. Ma, aggiunge, “non stiamo aumentando la pressione fiscale sui cittadini. La pressione fiscale noi per i cittadini l’abbiamo alleggerita. È questa la politica economica sociale che un governo deve esercitare, e non ci è stato affatto dettato dall’Ue. Abbiamo realizzato un’opera redistributiva privilegiando alcune fasce sociali rispetto ad altre”. “Sul piano fiscale – dice – questo governo ha compiuto un primo passettino. Tra le varie riforme, quell’ampio disegno riformatore che abbiamo annunciato coinvolgerà pienamente la riforma complessiva della disciplina fiscale” perché “il nostro sistema è iniquo e inefficiente” e la priorità è rendere il sistema fiscale “più efficiente e più equo, e perseguire più efficacemente l’evasione e l’elusione”.
Taglio fondi editoria – Intervenendo sul taglio ai fondi all’editoria rassicura che “è un sacrificio imposto a tutti quanti, c’è da parte del governo una sensibilità, di sollecitare le imprese editoriali a stare sul mercato. Una casa editrice mi chiese di dirigere una prestigiosa rivista, io stesso ho detto ‘dobbiamo rinnovare questa testata, perché dobbiamo varare un progetto che si deve muovere sul mercato con le proprie gambe’. E’ così è stato. Non credo neppure – e il vostro caso è una penalizzazione più morbida (ha detto rivolgendosi al cronista di Radio Radicale, ndr) – che un’idea di rivedere un sistema di finanziamento dell’editoria sia un attentato alla libertà di informazione. Da parte di questo governo c’è il massimo rispetto per valori sacrosanti, siete stimolati a cercare risorse alternative, avete tempo per farlo”. Aggiunge che parteciperà al tavolo di discussione tra Fnsi e Odg “ma dovremo discutere di tante altre cose, per esempio di come tutelare le fonti dei giornalisti, di questioni preliminare come l’equo compenso, di cause pretestuose, si può pensare a qualcosa che dissuada coloro che usano iniziative giudiziarie a scopo intimidatorio. Affrontiamo tutti questi temi con molta franchezza e libertà”.
“Norma appalti efficace, presto riforma del codice” – Quella sugli appalti “è una norma che conosco bene e di cui rivendico l’utilità. Abbiamo varato uno dei primi progetti di legge sull’anticorruzione. Vogliamo rivoltare questo paese come un calzino, non cresce e dunque non si può promuovere lo sviluppo sociale. Nel 2019 come si cresce in un paese in cui gli appalti sono pressoché fermi. Di qui la legge delega per la riforma del codice Appalti – spiega – finché entrerà questo nuovo decreto legislativo dobbiamo assumerci delle responsabilità, non possiamo contrastare delle procedure più semplificate per paura della corruzione. Oggi abbiamo una legislazione che ci viene invidiata dal mondo, quando incontro Lagarde, Merkel rimangono tutti impressionati. Abbiamo tutte le carte in regola ora per affrontare la semplificazione delle procedure di affidamento“.
“Sulla Tav il governo decide entro pochi mesi, prima delle Europee” – “Abbiamo avuto un incontro presso la presidenza del Consiglio” sulla Tav. “Applichiamo un metodo molto trasparente: non alimentiamo una univoca lettura, questo governo non è contrario ai grandi lavori, valuta le grandi opere, è assolutamente a favore del piano infrastrutturale e ne realizzerà uno poderoso. Sulle grandi opere procediamo con discernimento, la Tap l’abbiamo sbloccata, ci siamo resi conto che non c’erano elementi di irregolarità da segnalare, abbiamo valutato che non era negli interessi nazionali bloccare quel progetto. Il terzo valico verrà realizzato. Sulla Tav siamo nell’ambito di una procedura istruttoria, abbiamo incontrato i pro e i conto, andrò sul territorio. Sono come san Tommaso, voglio sempre vedere come vanno le cose. Cercheremo di rispettare l’impegno di dare una risposta prima delle elezioni europee”, ha aggiunto.
Riforma della legittima difesa – Sulla legittima difesa “riteniamo di riuscire a varare un progetto riformatore equilibrato tra l’esigenza della tutela dell’integrità fisica e quella di difendere se stessi e i propri familiari da aggressioni violente e ingiustificate nel proprio domicilio. Estremizzare in un senso o nell’altro il grumo degli interessi di disciplina significherebbe avere una disciplina incostituzionale”.
Rimpasto di governo – “Questo è un discorso che un po’ esula dalla sensibilità e dalla visione del presidente del Consiglio. L’esigenza eventuale di un rimpasto maturerà in seno a una delle forze politiche, sarà comunicata, semmai, all’altra forza politica. Io verrà messo a parte di questa istanza se condivisa. E se ci fosse una soluzione che, casomai, dovesse essere prospettata” poi “la valuteremo. Adesso – precisa Conte – francamente siamo nel periodo ipotetico del terzo, quarto, quinto grado…”. E fonti di Palazzo Chigi, dopo la conferenza, aggiungono che quella di Conte è “un’espressione che non lascia spazio a troppe interpretazioni, disegnando come del tutto irrealistica la prospettiva di modifiche nell’assetto dell’esecutivo”.
Calcio, “serve un segnale forte” – Sulla morte dell’ultrà e i cori razzisti a San Siro ha poi detto: “Darei un segnale di cesura forte anche ricorrendo a una pausa nelle manifestazioni sportive, per una proficua riflessione di chi vi prende parte, ma lascio alle autorità competenti la valutazione. Sono molto costernato – ha aggiunto -, scoprire e non è la prima volta che una manifestazione sportiva è occasione di scontri violenti, aggressioni civili e ci è scappato anche il morto. I cori razzisti sono discriminatori e incivili. Sospendere (il campionato)? Non sono dentro la logica del mondo dello sport, la mia sensibilità è che bisognerebbe dare un segnale forte, Giorgetti (sottosegretario allo sport, ndr) ha detto lo stesso. Da cittadino dico che sono comportamenti inaccettabili e servirebbe una severa sanzione”, ha detto ancora il premier sui fatti dell’ultima giornata di campionato”.
Reddito di cittadinanza e pensioni – “Stiamo mettendo a punto i relativi progetti di riforma che entreranno in vigore con decreti collegati alla manovra. Partiranno entrambi a fine marzo, saranno in vigore ad aprile. Dettagli? Sono molto cauto, non mi piace smentirmi. Sul reddito al momento il progetto prevede anche di agevolare direttamente le imprese che assumeranno chi percepisce il reddito di cittadinanza, stiamo studiando i dettagli. La forza di questa riforma – spiega – è che non vogliamo persone sul divano, vogliamo che siano in condizioni di partecipare a pieno titolo, altrimenti la riforma non si realizzerà nel segno migliore. Ci saranno tre offerte di lavoro, è chiaro che nessuno potrà pretendere di avere tutte e tre le offerte nel proprio paese. Sulla soglia della misura del reddito si ragiona sui 780 euro ma salirà in base alla composizione del nucleo famigliare“.
“Migranti? Non li abbiamo accusati di tutti i mali” – “Non credo che io o il governo abbiamo accusato i migranti di tutti i mali, se abbiamo pensato a tutti i mali è contro i trafficanti. Ci dobbiamo preoccupare delle vite, non solo degli sbarchi. I migranti non sono il problema, spesso sono le vere vittime. Bisogna rafforzare i corridoi umanitari per farli venire direttamente in Italia”. Questa in sintesi la risposta del premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno a una domanda sull’immigrazione.
“Sugli F35 valutazione tecnica col ministro Trenta” – “Abbiamo tagliato mezzo miliardo di alcuni finanziamenti e abbiamo ritenuto di sospendere il progetto da un miliardo e mezzo del cosiddetto Pentagono italiano ritenendolo non strategico. Per quanto riguarda gli aerei militari F35, c’è una valutazione tecnica con il ministro Trenta – ha poi spiegato – dopo la quale si interverrà e si trarranno le conclusioni. Ricordo che quello degli F35 – ha rimarcato – è un contratto quadro elastico, con la possibilità di inserirci quando si ritiene di aver bisogno” di questi jet. “Quando mi sono collegato con tutte le missioni italiane all’estero in occasione degli auguri natalizi – ha tra l’altro detto – ho espresso il pieno sostegno del governo alle forze armate che hanno la missione di garantire l’incolumità dei nostri cittadini e la sicurezza, mi sento da questo punto di vista un patriota. I nostri in missione sono una bandiera per l’Italia”.