L'idea nasce per sopperire alla carenza di lavoratori specializzati nel campo militare e prevede come requisti la residenza, la conoscenza della lingua e la fedina penale pulita. Le carte confidenziali rivelate da Der Spiegel: si punta su polacchi, italiani e rumeni che rappresentano le prime tre comunità Ue in Germania
AAA Cercasi nuove reclute dall’Italia. Per quanto possa sembrare singolare, la Bundeswehr, ovvero l’esercito tedesco, sta pensando di aprire le proprie porte ai cittadini europei, puntando molto sugli italiani. Proprio come per gli altri settori, infatti, la Germania soffre una carenza di lavoratori specializzati nel campo militare e, sia la ministra della Difesa, Ursula Von Der Leyen, sia il capo di stato maggiore della Bundeswehr, Eberhard Zorn, sembrerebbero essere d’accordo con questa innovazione.
L’idea di Zorn e Von Der Leyen parte dal fatto che sul territorio tedesco risiedono circa 550mila cittadini europei, e che se anche solo il 10% di questi decidesse di entrare a far parte delle forze armate ci sarebbe un bel potenziale di reclutamento. Secondo le carte confidenziali ottenute dal settimanale Der Spiegel, il ministero della difesa tedesca starebbe pensando, in particolare, ai cittadini polacchi, italiani e rumeni, che rappresentano rispettivamente le prime tre comunità Ue in Germania con 255mila, 185mila e 155mila residenti.
Ma se la notizia della ricerca di soldati tra le fila dei cittadini europei non è nuova – infatti della carenza di forze armate si parla già da tempo e nel 2010 si era già discusso di questa possibilità – la novità è che in un primo momento si era alla ricerca di personale specializzato, come medici e specialisti di IT, mentre adesso l’apertura sembra puntare a tutte le tipologie di lavoro, ad esclusione delle forze speciali.
L’idea principale si baserebbe su tre opzioni: reclutare solo cittadini da paesi che a loro volta reclutano stranieri, un accordo bilaterale con altri stati membri o un’apertura a tutti i cittadini Ue. Quello che non è ancora chiaro è se l’idea sia quella di formare una sorta di Legione Straniera sul modello francese o meno. Gli unici requisiti richiesti sarebbero la residenza in Germania, essere fluenti nella lingua, una fedina penale pulita e il giuramento di fedeltà allo stato.
Lo scopo è quello di far salire il numero di soldati fino 203mila individui nel 2025 e l’idea è quella di seguire il modello di altri paesi Ue che hanno già intrapreso questo percorso, come Belgio, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Danimarca e Lussemburgo. In particolare, le carte ottenute da Der Spiegel amplierebbero le dichiarazioni di Zorn, inizialmente deciso ad un’apertura solo per gli specialisti, e dimostrerebbero l’intenzione di seguire il modello belga, ovvero l’apertura in tutti i campi ai cittadini Ue. Del resto nella Bundeswehr il 13% del personale ha già un background migratorio, tra cui molti individui di origine africana, araba o i cosiddetti russi-tedeschi.
Il progetto sarebbe così avanzato dal punto di vista progettuale che la Von Der Leyen avrebbe già consultato i partner europei. Solo la Repubblica Ceca, la Danimarca, la Svezia e il Belgio avrebbero acconsentito, mentre i francesi sarebbero rimasti piuttosto riservati, nonostante le proposte di Emmanuel Macron per la formazione di un esercito europeo. Gli altri stati non avrebbero risposto o rifiutato apertamente, in particolare i paesi dell’Est Europa. Infatti, proprio come per altre tipologie di lavoro, la paura è quella che i soldati possano optare per l’esercito tedesco sulla base di condizioni di lavoro più agiate e uno stipendio più alto.
Se dall’estrema destra di Alternative für Deutschland piovono aspre critiche, dall’estero non sono mancati malumori, come quello del ministro degli Esteri polacco Jacek Czaputowicz, che si lamenterà a Bruxelles di questa iniziativa perché “l’esercito è strettamente legato alla nazione”. Lo stesso ha fatto il governo bulgaro che ad oggi ha circa il 20% dei posti nelle forze armate vacanti. Il pericolo è quello di un reclutamento di mercenari provenienti dalle zone più povere d’Europa solo sulla base di uno stipendio migliore.