Tecnologia

GRIS, il titolo di Nomada Studio è un platform atipico che fa riflettere sul “male di vivere” – la nostra prova

Devolver Digital è ormai da anni sinonimo di qualità nel campo delle produzioni indipendenti e Gris, di Nomada Studio, vede proseguire questo percorso, dimostrando quanto l’azienda americana sia attenta alle produzioni fuori dagli schemi. Il titolo è disponibile dal 13 Dicembre esclusivamente in formato digitale per Nintendo Switch e PC (tramite Steam).

GRIS, è un gioco silenzioso, rinchiuso su se stesso e sulla solitudine che vuole trasmettere, lo fa senza emettere suoni o narrandovi una storia, lo fa con l’empatia delle sue immagini, lasciando al giocatore il compito di capirne il linguaggio, proprio per questo motivo sulle prime il giocatore potrebbe sentirsi disorientato da un linguaggio cosi diverso, rimanendo deluso dal suo essere cosi criptico.

I ragazzi di Nomada ci mettono davanti a quello che sembra un platform molto atipico, dove le parti di gioco opzionali sono solo per chi vuole davvero conoscere di più la protagonista e la sua psiche, mentre il resto dei giocatori può tranquillamente vivere il viaggio creando congetture e teorie, arrivando a un finale che sicuramente rimane in mente per molti giorni, facendo riflettere e rompendo la barriera del videogioco classico.

La depressione di GRIS è davvero il fulcro portante del gioco, fin dall’inizio in cui dovremo aiutarla a rimettersi in piedi, ma l’impatto emotivo del gioco non può che far riflettere ogni giocatore, vedendo il mondo riprendere colore poco a poco, e spingendo alla riflessione, nelle quattro ore che formano questa toccante avventura.

Nessuna minaccia da affrontare o reali pericoli dunque ma più una rappresentazione simbolica del male interiore che colpisce la protagonista e che non le da scampo, inseguendola e cacciandola come una preda ferita, ma rendendo il tutto stranamente “sereno” e colorato, facendo da perfetta opposizione ai temi di fondo che gli sviluppatori hanno voluto portare a galla, e rendendo cosi GRIS talmente particolare da risultare indimenticabile, nel bene e nel male.

Dunque non un gioco per tutti, a maggior ragione per chi cerca qualcosa di classico con cui passare il tempo, ma adatto sopratutto a chi vuole scoprire qualcosa di diverso, di stratificato, che non ci si aspetta da uno strumento come il videogioco e che invece è capace proprio grazie all’interazione col giocatore di arrivare a fondo, e di narrare non solo splendide storie ma anche problematiche che fanno riflettere, dando ulteriore lustro a un mondo troppo spesso bistrattato dai “media”.

Un gioco diverso, ma che bisognerebbe provare almeno una volta per rendersi conto di quanto possa essere delicato e allo stesso tempo potente un videogame, carico di simbolismo e di significati da apprezzare, con la stessa grazia della protagonista, che in punta di piedi entrerà non solo nei vostri schermi ma anche nei vostri cuori.


Visivamente delizioso e accompagnato da musiche del gruppo Berlinist, GRIS è una piccola perla, l’ennesima, regalatoci da un team indie che non ha avuto paura di osare e creare qualcosa di diverso, che sicuramente dividerà critica e giocatori, ma che per la forza del linguaggio non può che far riflettere.