Il crowdfunding da oltre 400mila dollari per un senzatetto del New Jersey è una truffa. Ci è voluta addirittura una conferenza stampa del procuratore della contea di Burlington per chiarire una vicenda di cui si stanno occupando tutti i media americani. Già perché quella che sembrava un’azione da buoni samaritani si è trasformata in un piano di raggiro ben orchestrato. Tutto è iniziato nell’ottobre 2017 quando Kate McClure e Mark D’Amico sono rimasti a piedi con l’automobile sull’Interstate 95 di Philadelphia. Secondo il loro breve ma efficace racconto, finito sui social e perfino in diverse interviste live in tv, gli si sarebbe avvicinato l’homeless Johnny Bobbitt Jr. L’uomo, un veterano di guerra, costretto a vivere ai margini della strada, si sarebbe avvicinato ai due porgendogli una banconota da 20 dollari, che erano poi gli unici soldi che gli erano rimasti, per poter permettere alla coppia di fare benzina. McClure e D’Amico colpiti dal gesto del senzatetto avrebbero così aperto una campagna di finanziamento online sulla piattaforma GoFundMe per risarcire e aiutare Bobbitt Jr. a comprarsi una casa e un’auto. Raccolta che, grazie anche all’aiuto di molti siti web e tv che hanno ospitato Kate e Johnny, ha raggiunto in pochi mesi quasi mezzo milione di dollari proveniente dalla generosità di oltre 14mila ignari utenti web.
Il primo a far saltare ingenuamente la truffa è stato proprio Bobbitt jr. che nell’agosto 2018, attraverso un avvocato, ha denunciato il duo McClure/D’Amico sostenendo che si era tenuto metà della cifra totale e che, secondo lui, se l’erano già spesa in acquisti di beni di lusso e al casinò. D’Amico, raggiunto da un giornale locale aveva perfino dichiarato che avrebbe trattenuto metà dei 400mila dollari perché Bobbitt Jr. continuava a drogarsi e che lasciare tutti quei soldi ad un tossicodipendente era come dargli “una pistola carica”. A quel punto sono scattate le indagini della polizia di Burlington e la truffa è emersa in tutta la sua banale ma dettagliata semplicità. McClure, D’Amico e lo stesso Bobbitt Jr. si erano messi d’accordo ad inscenare tutto quanto.
“Il racconto era troppo bello per essere vero. L’intera campagna di raccolta fondi era basata su una bugia. Ringraziamo Bobbitt Jr. per i servizi svolti per il nostro paese ma anche lui è coinvolto nel gesto criminale”, ha spiegato il procuratore della contea di Burlington, Scott Coffina. Gli investigatori hanno raccolto oltre 67mila messaggi che i protagonisti della vicenda si sono scambiati nel corso dei mesi dove D’Amico parla nei dettagli di come mettere in scena il raggiro. “Abbiamo risarcito tutti colori sono stati coinvolti in questa vicenda. GoFundMe protegge sempre tutti i suoi donatori”, ha spiegato, infine, alla CNN il portavoce della piattaforma di fundraising, Bobby Whithorne.