Il segretario nazionale della Fim, i metalmeccanici Cisl, risponde a un articolo pubblicato sabato nel quale si dava conto della sua partecipazione alla Commissione indipendente sulla blockchain e presentato come un 'arruolamento': "Miei giudizi sul governo non cambiano". E poi: "Voi non estranei al settarismo che ha alimentato il populismo sindacale e politico"
“Pretendere una condotta differente è settarismo: quello stesso settarismo a cui perfino Repubblica non è stata estranea, e che ha alimentato il populismo sindacale e politico”. Il segretario della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, risponde al quotidiano romano con una lunga lettera pubblicata nell’edizione del 30 dicembre a un articolo apparso sabato sul giornale diretto da Mario Calabresi.
Il leader sindacale, infatti, è entrato nella Commissione di esperti indipendenti sull’Intelligenza artificiale, istituita dal ministero dello Sviluppo Economico. La sua partecipazione era stata al centro di un articolo (“E Di Maio arruola il sindacalista vicino a Calenda“) duramente contestato dal segretario dei metalmeccanici Cisl. Riprendendo diverse dichiarazioni contro il governo esternate da Bentivogli negli scorsi mesi, Repubblica aveva raccontato della candidatura del sindacalista per partecipare alla commissione sulla blockchain per elaborare “la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale e la strategia in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain”.
Così il leader della Fim-Cisl ha preso carta e penna per rispondere. “Non capisco il vostro articolo”, scrive ritenendo la sua presenza nella commissione “doverosa per tutelare in modo trasparente gli interessi dei lavoratori italiani, e in particolare quelli metalmeccanici, che più di tutti sono già oggi protagonisti dei cambiamenti in atto nei processi produttivi“.
E ribadendo che la partecipazione nella commissione ministeriale “non spostano di una virgola il mio giudizio sulla politica economica del governo”, Bentivogli passa alla replica: “Pretendere una condotta differente è settarismo: quello stesso settarismo a cui perfino Repubblica non è stata estranea, e che ha anche alimentato il populismo sindacale e politico”. Non solo: “Forse sarebbe più utile, nella vostra redazione, qualche riflessione aggiuntiva – scrive al direttore – su come si siano alimentati una polarizzazione e uno scontro lontano dal merito e più utile all’invenzione di personaggi politici e sindacali, questi ultimi tutti simbolici, quanto innocui nelle vertenze sindacali“.
Poi attacca sull’accostamento con Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico con il quale ha scritto un manifesto per l’Industria 4.0, Bentivogli si chiede: “È giornalismo di qualità dire: ‘Amico di…, vicino a…’ per arrivare a teoremi tipo ‘chi non è mio amico è mio nemico’”. Essere “autonomi”, rivendica il sindacalista, significa “dare il contributo, lottare o fare accordi con qualsiasi governo per il bene del Paese. E però metterci la faccia, sempre, se si ha coraggio e qualcosa da dire”. Infine la richiesta di “essere giudicato sul mio concreto operato a difesa del lavoro e, attraverso di esso, lo stimolo alla crescita economica e sociale del Paese”.