È stato arrestato, a Marrakech, un cittadino svizzero residente nel paese nordafricano, nell’ambito dell’inchiesta sull’uccisione di Maren Ueland e di Louisa Vesterager Jespersen, le due turiste scandinave decapitate nella notte tra il 16 e il 17 dicembre scorso. Lo rende noto Bcij, l’ufficio centrale per le investigazioni giudiziarie, affermando che si tratta di un individuo “impregnato di ideologia estremista e violenta”. Fino ad ora i provvedimenti avevano colpito soltanto cittadini marocchini.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, l’arrestato, di cui non è stata resa nota l’identità, è nato in Svizzera da genitori marocchini e in seguito ha acquisito anche la cittadinanza spagnola. L’uomo, in particolare, è sospettato di aver insegnato ad alcuni tra gli altri arrestati per questo caso l’uso di “strumenti di comunicazione attraverso le nuove applicazioni” e di averli “addestrati nelle riprese e a sparare”. L’inchiesta ha rivelato anche la sua “adesione a operazioni di reclutamento e arruolamento di cittadini marocchini e subsahariani per attuare piani terroristici in Marocco”.

Le autorità di Rabat, per il duplice omicidio, hanno già arrestato 18 persone. Come dichiarato dal capo dell’antiterrorismo, Abdelhak Khiam, i quattro presunti responsabili principali, catturati a Marrakech nei giorni successivi all’assassinio, appartengono a una cellula ispirata allo Stato islamico, ma “senza contatto” con i leader dell’Isis in Siria o Iraq. Uno di loro, Abdessamad Ejjoud, venditore ambulante di 25 anni, è sospettato di essere il capo della cellula terroristica. I primi arrestati compariranno davanti alla Corte d’Appello di Rabat il 31 dicembre.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Cuba, la ripresa passa anche da una nuova architettura. Un rilancio atteso da più di 50 anni

next
Articolo Successivo

Bangladesh, tensione nel giorno delle elezioni: “Almeno sedici persone morte”. Opposizioni denunciano brogli

next