Care navigatrici, cari navigatori,
arrivati al nostro nono anno trascorso assieme, dobbiamo davvero ringraziarvi. Il 2018 per ilfattoquotidiano.it è stato straordinario. Il vostro costante appoggio e l’encomiabile lavoro della redazione ci hanno permesso di macinare record su record. Gli utenti unici, secondo le rilevazioni di Google Analytics, sono aumentati di oltre mezzo milione al giorno rispetto al 2017, tanto che oggi il nostro sito viaggia a una media di circa un milione e 850mila visite uniche ogni 24 ore e di quasi cinque milioni di pagine viste. Crescono di oltre il 25 per cento anche gli utenti sostenitori. Più di 7000 persone hanno deciso di finanziare il nostro sito e il nostro giornalismo. A loro va la nostra riconoscenza particolare. Grazie alla scelta di chi ha deciso di abbonarsi, ilfattoquotidiano.it è finalmente riuscito a raggiungere il pareggio di bilancio e ad assumere altri giovani under 30. Anche per questo chiedo, a chi vuole e chi può, di abbonarsi e sostenerci: il nostro obiettivo per il prossimo anno è quello di tentare di avvicinarci ancor più a Repubblica.it e Corriere.it, ma per farlo abbiamo bisogno del vostro supporto. La classifica di Audiweb, tanto importante per gli investitori pubblicitari, ci dice che le due corazzate dell’informazione online sono molto meno lontane di prima. Per raggiungerle dobbiamo assumere altri tecnici e giornalisti, dobbiamo migliorare la qualità e la completezza della nostra informazione, dobbiamo ridurre i nostri errori e prendere sempre in maggiore considerazione le critiche e i suggerimenti della comunità del Fatto Social Club a noi rivolte durante le nostre riunioni di redazione in diretta streaming.
Già oggi sopravanziamo le due storiche testate nella particolare classifica Facebook top newspaper che ci colloca primi in Italia addirittura al quattordicesimo posto al mondo. Nel 2019 vogliamo però fare di più e di meglio. Per questo la nostra Società Editoriale ha deciso di quotarsi in borsa in modo da poter recuperare altre risorse finanziarie da destinare oltre che al nostro-vostro sito, al quotidiano di carta diretto da Marco Travaglio, alla casa di produzioni televisive Loft (che tra l’altro permette al mio programma La Confessione di andare in onda sul Nove) con la direzione esecutiva di David Perluigi, alla casa editrice Paper First, diretta da Marco Lillo e al nostro mensile di approfondimento Fq Millennium. A partire dalla primavera del prossimo anno sarà anzi possibile abbonarsi alla versione digitale di Fq Millennium e probabilmente riceverlo pure in versione cartacea a casa.
Perché facciamo tutto questo? Per una sola ragione: raggiungere con il nostro giornalismo il maggior numero di persone possibile. Altri scopi qui non ne abbiamo.
Nel 2018 vi abbiamo raccontato ora per ora, minuto per minuto ciò che accadeva in Italia e nel mondo. A volte siamo pure riusciti a piazzare degli scoop: per esempio gli articoli sulle sedi fantasma della Lega e le consulenze d’oro con cui sono stati spesi i 49 milioni di euro che oggi il Carroccio deve restituire allo Stato; i retroscena esclusivi delle indagini su Virginia Raggi (un processo che la vedrà poi assolta); gli affari di Tiziano Renzi, ma anche le falle lunghe 20 anni per ottenere una carta d’Identità elettronica o la straordinaria inchiesta di Luigi Franco e Thomas Mackinson sulle lobby in Parlamento. L’elenco delle nostre esclusive è lungo e vogliamo che il prossimo anno lo sia ancora di più. Perché qui a ilfattoquotidiano.it non facciamo i giornalisti per cambiare il mondo, ma semplicemente per raccontarlo. Nella consapevolezza che se lo si racconta, a volte si può contribuire a cambiarlo. In meglio.
Come sapete, nella nostra colonna blog ospitiamo opinioni di ogni tipo (sempre che siano rispettose dei valori della nostra Costituzione), e apriamo ai commenti i nostri articoli. Lo facciamo perché crediamo al confronto e alla libertà di parola. Lo facciamo perché pensiamo che anche tra persone con opinioni diverse si possano a volte trovare punti di vista in comune.
Siamo laici e laicamente osserviamo e raccontiamo la realtà che ci circonda. Certo, la nostra voce resta diversa da tutte le altre. Anche nei confronti del nuovo governo, a differenza di testate che fanno capo a grandi potentati economici e finanziari, qui a ilfattoquotidiano.it ci siamo posti nell’unica maniera che, come direttore di questo sito, ritengo compatibile con il giornalismo indipendente.
Una volta constatato che in Parlamento non vi era la possibilità di avere maggioranze diverse da quella giallo-verde abbiamo criticato quello che non andava, ma abbiamo anche evidenziato quello che secondo noi andava. Per esempio, ci sono piaciute la legge anticorruzione, quella sulla trasparenza del finanziamento alla politica, lo stop alla prescrizione, l’abolizione dei vitalizi. Non ci sono piaciuti invece buona parte del decreto sicurezza, i festeggiamenti sul balcone di Palazzo Chigi, i condoni per Ischia, le gaffe a raffica di un paio di ministri.
Sulla manovra invece il nostro giudizio resta sospeso. Se da una parte è certamente esecrabile il modo con cui si è arrivati alla sua approvazione a colpi di fiducia, non possiamo negare che con il reddito di cittadinanza, l’innalzamento delle pensioni minime e quota cento, questa finanziaria guardi principalmente agli ultimi. Si tratta però di capire, ma questo ce lo diranno solo i mesi a venire, se le soluzioni adottate metteranno l’Italia nei guai (come prevedono i profeti della catastrofe, finora fortunatamente sempre smentiti) o se davvero questo è l’inizio di una svolta.
In ogni caso noi saremo qui. A vigilare. A ripetere che le giuste richieste di sicurezza e di un’immigrazione regolamentata non possono e non devono avere nulla a che fare con il razzismo crescente dimostrato da una parte degli italiani. A dire che chi ricopre incarichi istituzionali ha il dovere di essere sobrio nei suoi comportamenti e nelle sue manifestazioni pubbliche. A ricordare a tutti (a partire da noi stessi) una frase, mai troppo ripetuta, del Mahatma Gandhi: cerca di essere il cambiamento che vuoi veder realizzato nel mondo.
Se vi piace questo modo di fare giornalismo, se volete vederci crescere, abbonatevi e partecipate con noi all’ideazione de ilfattoquotidiano.it.
E in ogni caso, comunque la pensiate, buon 2019!
ECCO GLI ARTICOLI PIÙ LETTI DEL 2018
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4) Casamonica, maxi-blitz per abbattere otto ville del clan al Quadraro: in campo 500 uomini e la sindaca Virginia Raggi
5) Pd, il durissimo intervento del giovane militante: “Elettori hanno votato M5s per liberarsi di sistema marcio, chiediamo scusa” (VIDEO)
6) Firenze, “i milioni per l’Africa sui conti del cognato di Renzi e dei fratelli”. Ma per la riforma Orlando indagine rischia lo stop
7) Aosta, la clamorosa gaffe di Berlusconi con la figlia del coordinatore di Forza Italia. E lei reagisce così (VIDEO)
8) Elezioni politiche 2018, agguato a Berlusconi. Femen nuda spaventa l’ex Cavaliere al seggio: “Sei scaduto” (VIDEO)
9) Sergio Marchionne, morto il manager in pullover: dai manzi d’Abruzzo a Fca, ritratto di uomo nato per comandare
10) Esami di maturità 2018: le tracce della prima prova. Analisi del testo: Bassani e le persecuzioni razziali. Poi temi su Aldo Moro, Costituzione e Alda Merini
LA TOP TEN DEI BLOG
1) Autostrade, un contratto capestro e le oscene acrobazie dei media per nascondere il cognome Benetton (di Peter Gomez)
2) Di Maio ha definitivamente ucciso il Movimento 5 stelle (di Andrea Viola)
3) Cari Di Maio e Di Battista, chi sono le puttane? (di Ferruccio Sansa)
4) Rap, forse le femministe non hanno colto la gravità dei messaggi di Sfera e degli altri ‘musicisti’ (di Fabrizio Basciano)
5) Aquarius, Salvini continua a indovinarle tutte (di Andrea Scanzi)
6) Lettera di un maestro ex leghista al ministro Salvini (di Alex Corlazzoli)
7) Giusy Ferreri, perché per me il suo tributo ad Aretha Franklin è stato raccapricciante (di Paolo Talanca)
8) Maturità 2018, la prova di Matematica allo Scientifico è la solita spacconata del Miur (di Massimo Ferri)
9) Due parole su quel che resta di Sgarbi (di Andrea Scanzi)
10) Donne, se fate figli è un problema vostro ed è giusto che vi sottopaghino (di Elisabetta Ambrosi)