Mentre stiamo archiviando il 2018 cinematografico scorro, con curiosità, la classifica dei dieci film più visti in italia, con i relativi incassi, in quest’anno solare. I dati sono recuperabili dal sito della Cinetel che li raccoglie quotidianamente per conto dell’Anec (Associazione nazionale esercenti cinema) e dell’Anica (che rappresenta l’industria del cinema). A parte la prima posizione, occupata da Bohemian Rhapsody (quasi 20 miloni di incasso con oltre 2,7 milioni di spettatori), confesso che non ho visto nulla degli altri nove. Ma com’è possibile? Credevo di essere un vero appassionato di cinema, un cinematto doc.

Mi devo preoccupare? Ammetto di non essere mai stato molto attratto da film di fantascienza o fantasy: i vari Avengers, Animali Fantastici, Jurassic World, Jumanji, Lo Schiaccianoci e i quattro regni, che a quanto pare vanno sempre per la maggiore, a me provocano quell’effetto soporifero e di noia al punto che dopo dieci minuti di film comincio a pensare ai fatti miei, tipo “Avrò pagato l’ultimo mav?”, “A che ora inizia la partita?”. Insomma non mi coinvolgono nemmeno per sbaglio e sono sempre meno interessato a film di animazione fotocopia dei precedenti come Gli Incredibili 2 e Hotel Transylvania 3.

I sequel sono quasi sempre un po’ deludenti e me ne sto alla larga, o forse sto invecchiando e cerco solo storie non riciclate. Il quadro si completa con il terzo posto, davvero imbarazzante, di Cinquanta sfumature di rosso – l’ultimo capitolo della trilogia che dà sfogo all’erotismo birichino che tanto piace al pubblico di casa nostra, visto da oltre due milioni di italiani – e dalla presenza dell’unico film made in Italy, ovvero il polpettone mucciniano A casa tutti bene, prodotto anche da Rai Cinema che lo ha sponsorizzato ai massimi livelli nell’ultima vetrina sanremese.

Una classifica che in fondo, se analizzata per bene, rispecchia i gusti del grande pubblico mainstream, con il trionfo del film dedicato a uno dei più celebri gruppi della storia musicale. Per quanto di Bohemian Rhapsody sia innegabile qualche inesattezza (probabilmente funzionale alla narrazione), la presenza imponente dei brani dei Queen ha saputo colmare eventuali mancanze, restituendo agli spettatori un qualcosa capace di emozionare, far battere il cuore: ciò che personalmente ricerco in primis nel cinema.

Rispetto i gusti di tutti, anche se i miei sono un po’ differenti, e per quest’anno vorrei ricordare alcuni film per i quali ho anche scritto qualcosa qui sul mio blog, a cominciare da Corpo e anima della regista ungherese Ildikò Enyedi, continuando con Il filo nascosto e La forma dell’acqua. Aggiungo anche tra gli imperdibili del 2018 Tre manifesti a Ebbing, Un affare di famiglia (vincitore della palma d’oro a Cannes) e Dogman, l’unico film italiano che mi sia piaciuto davvero.

Infine un consiglio che offro sempre a chi mi chiede quali film recuperare dell’anno appena concluso. Prendete la classifica del box office, capovolgetela e cominciate a leggerla al contrario. Agli ultimi posti troverete sicuramente qualche pellicola della quale non avete mai sentito nemmeno dell’esistenza, segnatevi i titoli e lasciatevi sedurre dalle inaspettate sorprese che il cinema di nicchia può ancora riservarvi. Buon anno a tutti.

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