I privati sono arrivati a chiedere il permesso di soggiorno, mentre le agenzie immobiliari davano per già occupati appartamenti che in realtà non lo erano. “Una nuova apartheid“. Così Andrea Maestri della segreteria nazionale di Possibile ha definito i comportamenti denunciati dalla video-inchiesta del fattoquotidiano.it sulle discriminazioni che gli stranieri subiscono a Milano quando devono cercare un alloggio in affitto. Alberto Marzocchi si è rivolto a Tay Vines, noto youtuber che viene dal Togo e vive a Lecco da otto anni, per documentare anche nel capoluogo lombardo quello che già veniva denunciato da diversi casi in tutta Italia: proprietari di casa che rifiutano di accettare inquilini stranieri.

“Una nuova apartheid si aggira per l’Italia: quella dei migranti, a cui viene negata anche la possibilità di cercare un appartamento in affitto”, dice Maestri. “Qualcosa che, 80 anni dopo la loro promulgazione, ricorda le leggi razziali. Non è accettabile infatti che il rifiuto di un contratto di locazione possa essere stabilito dalla nazionalità o dal colore della pelle. I criteri riguardano la capacità economica di pagare regolarmente l’affitto, come avviene normalmente”.

Per Maestri, “un Paese travolto da un bombardamento razzista, anche mediatico, finisce per favorire un comportamento discriminatorio“.  “L’Italia – ricorda l’esponente di Possibile – aveva già vissuto un periodo storico in cui ‘non si affittava ai meridionali‘. Dopo un lavoro culturale, questo approccio discriminatorio era stato superato”. “Poi è arrivata la propaganda, quella becera, che ha soffiato sulle paure. E ora produce il frutto avvelenato del razzismo“, conclude Maestri.

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