“La centralità del Parlamento non resti una dichiarazione astratta ma un faro che ci indica la strada da seguire”. Il presidente della Camera Roberto Fico, a poco meno di una settimana dalla contestata approvazione della legge di Bilancio e dopo che lo stesso Sergio Mattarella ha chiesto che sia tutelato il confronto tra le forze politiche, ha deciso di scrivere una lettera al Sole 24 Ore in cui ha ribadito l’importanza che vorrebbe avesse l’Aula nel processo legislativo. “Ho profondamente a cuore il senso di un’assemblea, e per me è stata dolorosa la compressione dei tempi di esame della legge di bilancio”, ha ammesso. Ma in quel caso, è la sua giustificazione, non c’era scelta: “Era necessario”, ha continuato, “organizzare i lavori della Camera tenendo conto dello scarso tempo disponibile e dell’obiettivo primario di non pervenire all’esercizio provvisorio, che avrebbe prodotto serie conseguenze sul sistema economico”. Quindi ha annunciato una riforma del regolamento di Montecitorio per migliorare “organizzazione dei lavori, procedure e qualità legislativa”. Nella scorsa legislatura, solo il Senato di Pietro Grasso era riuscito ad approvare una cambio delle norme interne per velocizzare e migliorare i lavori, mentre a Montecitorio non si era trovato l’accordo.

La lettera ha provocato le reazioni delle opposizioni che, già durante i giorni concitati dell’approvazione, avevano chiesto un intervento del presidente della Camera. I primi ad attaccarlo sono stati gli esponenti di Forza Italia: “Ci prende in giro, pensi a fare in modo che le istituzioni non siano più umiliate”, ha detto la deputata Renata Polverini. “Sembra la lettera di un innamorato che ha tradito e cerca di farsi perdonare”, ha detto il collega Francesco Paolo Sisto. “Manca però un passaggio fondamentale: le scuse. Un’assunzione di responsabilità da parte di chi avrebbe dovuto difendere l’Aula, e con essa la democrazia parlamentare, è doverosa”. Mentre dal fronte del Pd è intervenuto il deputato e costituzionalista Stefano Ceccanti: “I presidenti di assemblea hanno già poteri sufficienti per assicurare un’ordinata sessione di bilancio senza andare all’esercizio provvisorio. Se non li usano e agiscono da appendice del Governo è solo colpa loro”.

Il sollecito di Mattarella e le tensioni durante la discussione sulla Manovra – Proprio la centralità della discussione parlamentare è sempre stata una delle battaglie dei 5 stelle e nelle scorse settimane, oltre alle polemiche delle opposizioni, non sono mancati i malumori dentro il Movimento. Nel messaggio di fine anno alla nazione, lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pur ritenendo importante l’aver scongiurato l’apertura di una procedura di infrazione Ue, si è augurato che “il Parlamento, il governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto”. Non a caso il primo a intervenire sul tema è stato Fico. L’esponente 5 stelle infatti, già in occasione della prima approvazione della legge di Bilancio al Senato, aveva dato ragione “alle opposizioni che si lamentano per il poco tempo concesso alla discussione”. Un intervento che aveva provocato la reazione stizzita del ministro M5s per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro: “Abbiamo difeso la sovranità dell’Italia”, era stata la replica.

Fico: “Anche il governo faccia la sua parte. Proporrò riforma della Camera” – Oggi il presidente della Camera, che già più volte si è espresso in dissenso con la linea ufficiale del gruppo M5s, ha deciso di rilanciare il suo progetto perché l’Aula torni cuore dei lavori legislativi. E ha quindi parlato della riforma che ha in cantiere di affrontare nei prossimi mesi: “Credo sia ingenuo vagheggiare una centralità perduta se il Parlamento non è disposto a riflettere su sé stesso, dunque a riformarsi”, ha scritto sempre nella lettera. “Perché un’assemblea parlamentare deve anticipare, non rincorrere, i processi economici e sociali”. Quindi l’annuncio: “A gennaio proporrò alla Giunta per il Regolamento una serie di possibili interventi di riforma che incidono su organizzazione dei lavori, procedure, qualità legislativa”. Ma, ha specificato: “Se il Parlamento deve fare la sua parte, anche il Governo deve fare altrettanto, con l’obiettivo congiunto di una maggiore concertazione e programmazione normativa”. Fico ha anche analizzato i numeri dell’attività parlamentare: “I dati sull’attività della Camera”, è l’esordio della lettera, “consegnano un quadro di luci e ombre. L’incidenza delle leggi di conversione sul totale delle leggi approvate è pari al 60% contro il 51% registrato nello stesso periodo della scorsa legislatura. Minore invece l’incidenza delle leggi d’iniziativa governativa nel loro complesso (80% vs 87%). Il numero di provvedimenti su cui è stata posta la questione di fiducia è pressoché identico. Minore è stato il numero delle sedute. Va considerato però che il governo Conte si è formato tre mesi dopo le elezioni”.

Fi: “Ci prende in giro, faccia in modo che istituzioni non siano più umiliate”. Pd: “Lacrime di coccodrillo”
Le prime voci di replica alla lettera di Fico sono arrivate da Forza Italia, partito che già durante l’approvazione della Manovra ha fortemente protestato per la gestione del dibattito e dei tempi. “Dopo aver umiliato il Parlamento”, ha attaccato la deputata Renata Polverini, “prende in giro i parlamentari e gli italiani tutti. Dice che il suo ‘faro’ è ‘la centralità del Parlamento’. Non gli è bastata la tirata di orecchie rivolta a lui e alla maggioranza dal presidente della Repubblica. Si dice ‘addolorato’ per quanto accaduto con la manovra. Beh, faccia in modo che la vergognosa umiliazione delle istituzioni non si ripeta in futuro”. Più morbido il vicecapogruppo vicario dei senatori azzurri Lucio Malan: “Apprezzabili le parole di Fico, ma alle parole devono seguire i fatti. C’è il rischio che le procedure ad alto tasso di incostituzionalità seguite per l’approvazione della legge di bilancio diventino uno schema ordinario”. E ha concluso: “È stata una scelta dell’esecutivo quella di ridursi a pietire deroghe a dicembre. Tutte le derive autoritarie usano sempre il pretesto dell’urgenza e dell’emergenza, nonché della volontà del popolo. Occorre massima vigilanza”.

Per il deputato azzurro Francesco Paolo Sisto, “l’intervento sul Sole 24 ore di Fico sembra la lettera di un innamorato che ha tradito e cerca di farsi perdonare. Manca però un passaggio fondamentale: le scuse. Un’assunzione di responsabilità da parte di chi avrebbe dovuto difendere l’Aula, e con essa la democrazia parlamentare, è doverosa. Perché a differenza di quanto sostiene Fico, in questi mesi di legislatura le ‘ombre’, scurissime, si sono addensate sul Parlamento , eliminando progressivamente le ‘luci’ , fino a raggiungere il buio totale con la manovra: quel che è accaduto ha spento qualsiasi barlume di rispetto dei principi costituzionali”. E ancora: “La centralità del Parlamento non è subordinata ad alcuna condizione: è la Costituzione a sancirla, quella Carta che il governo considera un reperto archeologico ma che è l’unica vera guida della nostra Repubblica”.

Protestano anche dal Partito democratico: “I presidenti di assemblea hanno già poteri sufficienti per assicurare un’ordinata sessione di bilancio senza andare all’esercizio provvisorio”, è stato l’attacco del deputato Pd e costituzionalista Stefano Ceccanti. “Se non li usano e agiscono da appendice del Governo è solo colpa loro. Se poi si vogliono modificare i regolamenti va benissimo, salva verifica sul merito, ma non si usi questo come una scusa per gli errori fatti. Le richieste fatte dal Pd non miravano all’esercizio provvisorio e ciò non è richiesto nemmeno dal ricorso presentato alla Corte”. Così anche il collega e senatore Dario Parrini: “Insopportabili le lacrime di coccodrillo di Fico sul Parlamento umiliato nell’esame della legge di bilancio”, ha scritto su Twitter. “Almeno si eviti l’ipocrisia. Non possono fare gli addolorati Fico e la Casellati, che avevano il potere di impedire lo scempio incostituzionale e non l’hanno usato”.

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