Ricorda un pupazzo di neve l’aspetto di Ultima Thule, il corpo celeste più lontano mai esplorato dall’uomo e posto ai confini del Sistema Solare. Dalle prime immagini in alta definizione della sonda New Horizon giunte alla Nasa si può notare infatti come il corpo celeste – sorvolato dal veicolo spaziale il giorno di Capodanno a una distanza ravvicinata di 3.500 chilometri – sia formato da due lobi di dimensioni diverse, separati da una strozzatura al centro.
After flying by the most distant object ever explored, @NASANewHorizons beamed back the 1st pictures & science data from #UltimaThule. This data is helping us understand how planets form — both those in our own solar system & those orbiting other stars: https://t.co/cp8lE03Cl5 pic.twitter.com/CUaOK1LZBG
— NASA (@NASA) 2 gennaio 2019
Le fotografie – scattato a una distanza di quasi 27mila chilometri – hanno permesso inoltre di determinare con sicurezza che le due sfere che formano Ultima Thule, hanno gravitato lentamente l’una verso l’altra fino a fondersi insieme. “Ciò che questo veicolo spaziale e questa squadra hanno raggiunto è senza precedenti” ha dichiarato l’astronomo Alan Stern. La superficie di Ultima Thule riflette infatti la luce del sole 1600 volte più deboli che sulla Terra. Carly Howett, un altro ricercatore della missione, ha osservato che “possiamo sicuramente dire che Ultima Thule è rossa”, forse a causa dell’irradiazione del ghiaccio.
Già l’arrivo delle prime immagini in bassa definizione, avevano permesso agli esperti della Nasa di stabilire che Ultima Thule è lungo circa 32 chilometri e largo 16, e che compie una rotazione completa intorno al proprio asse all’incirca ogni 15 ore. Secondo gli scienziati, Ultima Thule è un mondo ghiacciato distante 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra, nella Fascia di Kuiper, una regione del Sistema Solare esterna all’orbita dei pianeti maggiori, simile alla fascia principale degli asteroidi ma venti volte più estesa. In questa regione remota gli oggetti sono composti principalmente da molecole congelate, come ammoniaca, metano e acqua. I mondi che lo abitano custodiscono i segreti delle origini del Sistema Solare
#UltimaThule used to be 2 separate objects. It likely formed over time as a rotating cloud of small, icy bodies started to combine. Eventually, 2 larger bodies remained & slowly spiraled closer until they touched, forming the bi-lobed object we see today: https://t.co/ZuxLDtzW9c pic.twitter.com/FwWDAaAdey
— NASA (@NASA) 2 gennaio 2019
Sviluppata per l’esplorazione di Plutone (osservato per la prima volta nel luglio 2015) New Horizon è stata lanciata il 19 gennaio 2006 dalla base di Cape Canaveral.