È naturale che con l’arrivo della nuova stagione tutte le attenzioni vengano rivolte alla nuova vettura che affronterà la stagione 2019. Gli interrogativi sono sempre gli stessi: che linee avrà la nuova monoposto, per quali concetti aerodinamici e meccanici avrà optato. Con l’arrivo delle nuove regole che semplificano i profili alari, ma allo stesso tempo complicano la vita agli aerodinamici dei vari team, l’interesse attorno alle creazioni dei tecnici è di fatto ben superiore. Tutti si chiedono come risponderanno gli aerodinamici alle difficoltà che questa semplificazione porterà dal punto di vista della funzionalità della vettura. A soffrire molto di più saranno i team che fino ad ora hanno utilizzato assetti rake elevati e che potevano funzionare in modo efficace grazie ai deviatori sull’ala anteriore, che allontanavano dal fondo i flussi d’aria minimizzando il rischio che questi potessero andare sotto il fondo.

Anteriore
Proprio in questa zona potrebbero avvenire i cambiamenti maggiori. La semplificazione alare del 2019 potrebbe, come detto, portare a un abbassamento dell’angolo di rake e all’adozione, quindi, di assetti più piatti. Tutto ciò potrebbe, di conseguenza, portare a una rivisitazione dell’intero progetto nella zona anteriore arrivando anche alla riprogettazione totale del musetto. Andrebbe, infatti, rivisto l’intero funzionamento ed equilibrio aerodinamico della vettura, modificando anche la quantità d’aria in entrata da gestire per il miglior funzionamento del fondo scanalato.

Fiancate
La continua rastremazione della vettura e delle pance questa volta si concentrerà nella parte bassa dei lati della monoposto. Si tenterà di creare delle canalizzazioni ancora più evidenti sopra il fondo, in modo da indirizzare con più efficacia l’aria nella zona superiore del diffusore nel tentativo di incrementare la capacità estrattiva del diffusore (dotato come detto prima di un angolo minore di rake). Nella parte superiore invece la nuova vettura del cavallino potrebbe riprendere un concetto espresso nel 2018 dalla Red Bull con profili orizzontali a sbalzo sopra la bocca d’ingresso di raffreddamento dei radiatori. Queste ultime invece potrebbero subire un incremento di dimensione per sopperire alle difficoltà di raffreddamento patite qualche volta nel 2018.

Motore e batterie
Le vere e più grandi soddisfazioni sembrano arrivare, in casa Ferrari, ancora una volta dalla motorizzazione. I riscontri avuti dal banco motore sono incoraggianti e fanno ben sperare, anche perché la Mercedes – preoccupata dell’avvicinarsi prestazionale della PU italiana – starebbe sempre più forzando lo sviluppo e facendo emergere, allo stesso tempo, delle criticità affidabilistiche non rassicuranti. Probabile, invece, l’abbandono della batteria “splittata” e il ritorno a una più tradizionale batteria a unico elemento ma delle dimensioni più contenute in stile Mercedes.

Una Ferrari quindi che potrebbe risentire certamente della semplificazione alare (lei e la Red Bull), ma che allo stesso tempo potrebbe incrementare le sue performance nell’ambito motoristico che – come nei primi anni dell’era ibrida – potrebbe tornare a essere più determinante di quanto lo sia stato negli ultimi due anni.

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