Cronaca

Tifoso morto, ultrà del Napoli indagato per omicidio volontario: “Era a bordo dell’auto che ha investito Belardinelli”

Il tifoso 25enne è stato iscritto questa mattina nel registro degli indagati: l'ipotesi è che sia stata la sua Volvo V40 station wagon a travolgere l'ultrà del Varese durante gli scontri di Santo Stefano fra i tifosi nerazzurri e partenopei, ma non è ancora chiaro se ci fosse lui o un suo parente al volante

Un ultrà del Napoli di 25 anni è stato iscritto questa mattina nel registro degli indagati per omicidio volontario. Il giovane sarebbe stato alla guida della Volvo V40 station wagon, sequestrata giovedì, che avrebbe investito Daniele Belardinelli durante gli scontri di Santo Stefano fra i tifosi di Inter e Napoli. Ma la Procura di Milano sta effettuando ulteriori verifiche per capire se al volante non ci fosse invece un parente dell’indagato o uno degli altri passeggeri a bordo della Volvo. Il 25enne è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario anche a garanzia, come atto dovuto: gli inquirenti dovranno effettuare anche approfondimenti sulla dinamica e nel caso emergesse che si è trattato di un incidente, l’accusa potrebbe anche essere riqualificata a omicidio stradale.

Secondo l’ipotesi dell’inchiesta, nella Volvo V40 che avrebbe schiacciato l’ultrà del Varese, curva gemellata con quella nerazzurra, con il giovane c’erano altri tre ultras napoletani, tra cui un suo parente. Si ipotizza che alla guida della Volvo potesse esserci quest’ultimo. Gli accertamenti al riguardo sono ancora in corso Le posizioni degli altri tre che erano in macchina sono al vaglio dell’autorità giudiziaria che potrebbe contestare anche a loro l’omicidio volontario a garanzia per tutti gli accertamenti da compiere.

Decisive per arrivare all’individuazione dell’auto e quindi del presunto investitore sono state le analisi delle immagini che hanno ripreso gli scontri e le testimonianze che avrebbero smentito anche il tentativo del giovane di affermare che non era presente quella sera a Milano. Tra l’altro, gli investigatori della Digos stanno anche verificando l’ipotesi che il giovane abbia cercato di cancellare le tracce dell’investimento. Ora importanti, infatti, saranno anche i rilievi della polizia scientifica sulla macchina, intestata in leasing al padre del 25enne, che ha 60 anni.

Giovedì gli uomini della Digos di Napoli, che collabora con i colleghi milanesi, avevano sequestrato tre auto. Tutte individuate nei filmati dei tafferugli. Nel frattempo, l’autopsia sul cadavere di Belardinelli non è ancora stata fissata e probabilmente sarà effettuata la prossima settimana. Gli inquirenti, infatti, stanno inviando una serie di informazioni di garanzia alla ventina di indagati, assieme ai quattro arrestati, nell’inchiesta sugli scontri, anche con la contestazione, come atto dovuto, di omicidio volontario per svolgere gli esami autoptici e altri accertamenti tecnici.

Intanto, nel pomeriggio nel carcere milanese di San Vittore si è svolto l’interrogatorio di fronte ai pm di Luca Da Ros, il cosiddetto “pentito” dell’inchiesta che nei giorni scorsi ha chiamato in causa Marco Piovella, capo dei Boys della curva nord, arrestato e interrogato mercoledì dal gip Guido Salvini e tra i presunti organizzatori del blitz. Il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella e il pm Michela Bordieri daranno parere favorevole alla scarcerazione e alla concessione dei domiciliari per il 21enne. Il gip dovrà decidere e, nel caso, l’ok alla scarcerazione potrebbe arrivare già domani.

L’ipotesi che l’uomo sia morto investito da una o due auto condotte da tifosi napoletani era emersa proprio dalla testimonianza di Piovella: ha raccontato di aver visto una persona che veniva investita subito all’inizio degli scontri ma di non aver capito che si trattava di Belardinelli, di aver visto che era lui solo alla fine della guerriglia durata poco meno di 10 minuti e di averlo sollevato e caricato su un’auto, dopo che Dedè gli aveva anche detto “sto bene”.

Da Ros davanti ai pm ha ribadito le accuse nei confronti del capo dei ‘Boys’ della curva nord nerazzurra, come presunto organizzatore del blitz contro i tifosi napoletani. E’ quanto ha spiegato il suo legale, l’avvocato Alberto Tucci, ai cronisti al termine dell’audizione nel carcere di San Vittore. Per Da Ros, l’investimento di Belardinelli “si è verificato prima dell’inizio degli scontri con le prime auto che sono passate”, ha spiegato sempre il suo difensore. Ricorda che “si trattava di berline e non di suv, ha parlato di due macchine ma non perché le ha viste ma perché glielo hanno riferito, ricorda che un’auto si è spostata dalla colonna delle altre portandosi sulla sinistra, ma non ha visto la fase dell’investimento”.