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Fico: “Non si lascia solo chi fugge da dolore e morte. Bene la posizione di Di Maio, ma l’Ue non lasci sola l’Italia”

Il presidente della Camera ha lodato l'iniziativa del vicepresidente del Consiglio, che venerdì ha aperto all'accoglienza in Italia di donne e bambini che si trovano sulla nave della ong tedesca bloccata da 14 giorni nel Mediterraneo

Sul caso della Sea Watch Roberto Fico si schiera al fianco di Luigi Di Maio. “Non possiamo permettere che vengano lasciati in condizioni inaccettabili degli esseri umani che fuggono da dolore, morte e sofferenza – ha scritto su Facebook il presidente della Camera, che conferma la linea tenuta sulla questione dell’accoglienza dei migranti fin dall’inizio del suo mandato – La nostra civiltà si misura da questo. Se siamo solidali tutti assieme diventiamo più forti, e le responsabilità quando sono condivise non costituiscono più un peso per una comunità. Questo vale per qualsiasi tema da affrontare, incredibile quanto spesso ce ne dimentichiamo”.

Per questo l’iniziativa del vicepresidente del Consiglio, che venerdì ha aperto all’accoglienza in Italia di donne e bambini che si trovano sulla nave della ong tedesca bloccata da 14 giorni nel Mediterraneo, è “un segnale importante e ne sono contento”, scrive Fico. Segnando ancora una volta la propria distanza sul tema da Matteo Salvini: venerdì il ministro dell’Interno aveva ribadito ancora una volta il proprio no all’accoglienza: “Una nave tedesca e una nave olandese, in acque maltesi. Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l’Italia – aveva detto il capo del Viminale riferendosi anche al caso della Sea Eye, la cui nave al Professor Albrecht Penck si trova nella stessa situazione della Sea Watch 3 con 17 persone a bordo – Risolvano i problemi, aprano i porti e aprano i portafogli i tedeschi, gli olandesi e i maltesi”. Un punto, quello dell’ipocrisia degli Stati Ue, sul quale Fico e Salvini si trovano, pur se con toni diversi, si trovano sostanzialmente d’accordo: “Credo fortemente che l’Italia non debba essere lasciata sola – prosegue il presidente della Camera nel post – così come nessun altro Paese debba essere lasciato solo a gestire questioni complesse”.

Le trattative tra la ong, Malta – che nei giorni scorsi aveva acconsentito a far entrare la nave nelle proprie acque territoriali, e diversi Paesi dell’Unione Europea va avanti da giorni: Germania, Francia, Olanda e Portogallo hanno dato disponibilità ad accogliere parte dei migranti. Ma la situazione ancora non si sblocca. “Tutta l’Europa – dice Fico nel post – deve fare in modo che quanto successo in questi giorni con la Sea Watch e negli scorsi mesi con altre imbarcazioni nel mar Mediterraneo non si ripeta più. Siamo, come europei, cittadini che fanno della solidarietà un principio cardine della convivenza e dell’essere comunità. Un tracciato che i governi devono seguire senza paura mettendo al centro l’umanità e quella che è la più alta missione che ha la politica: aiutare i più deboli“.

Fico fa appello a tutti i colleghi “presidenti dei Parlamenti europei per sensibilizzare le assemblee e i governi e raggiungere una soluzione condivisa della gestione delle emergenze: quando un Paese accoglie, dagli altri deve partire un sostegno concreto, ovvero un soccorso nell’esame delle domande di asilo e nell’accoglienza”.

Anche i vescovi tornano a far sentire la loro voce. “Di fronte a situazioni umanitarie che richiamano scenari di morte, non ci si può tirare indietro e sentirsi ugualmente con la coscienza a posto“, ha affermato monsignor Guerino Di Tora, presidente di Migrantes, la fondazione della Conferenza episcopale italiana. “Il tema delle migrazioni, che ora ci si ripresenta davanti con la vicenda delle navi bloccate in mare e con il caso di alcuni sindaci che hanno preso posizione contro l’applicazione del decreto Salvini sulla sicurezza, deve farci riflettere sul fatto che le persone comunque fuggono da situazioni di emergenza e di guerra”, afferma Di Tora ricordando che “non c’è solo la guerra fatta con le armi; ci sono anche le guerre della fame, della povertà, della siccità, dell’odio tribale, del terrorismo. Sono tutte realtà anche diverse, ma che hanno in comune il fatto di portare ugualmente a una situazione di morte ed è normale che si fugga da simili realtà”. Immediata la replica del ministro dell’interno Matteo Salvini: “Ho sentito che la Cei ci invita ad accogliere – ha detto durante un comizio elettorale a l’Aquila -: abbiamo già dato ora ci occupiamo degli italiani, ci sono 5 mln di poveri che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena ora tocca agli italiani”.