Il vicesindaco leghista di Trieste, Paolo Polidori, in un post su Facebook ha annunciato “con soddisfazione” di aver gettato in un cassonetto delle coperte e delle giacche secondo lui abbandonate nella centrale via Carducci, ma che come riportano i giornali locali e l’Ansa appartenevano in realtà a un senzatetto della zona. Dopo le dure critiche ricevute nei commenti, il vicesindaco ha rimosso il post e ha detto che il suo gesto è stato “travisato e strumentalizzato“, ma il caso è diventato comunque una questione politica.
Le reazioni politiche – Il Partito democratico chiede le sue dimissioni, con l’ex premier Matteo Renzi che parla di “gesto indegno e vigliacco di chi cerca visibilità e dimentica l’umanità. Una vergogna assoluta”. Anche il M5s definisce “intollerabile” quanto ha fatto Polidori: “Mortifica l’intera comunità di Trieste e la danneggia”, ha detto la portavoce triestina dei 5 Stelle alla Camera, Sabrina De Carlo. Di parere opposto è invece il presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: “Andare a dire che il vicesindaco di Trieste lascia per strada al freddo una persona senza coprirsi è una falsità colossale che bisogna negare”, ha detto. Parole che hanno suscitato l’indignazione della deputata Pd Debora Serracchiani: “Fedriga ha dato via libera e copertura ad atti indegni: facciamoci ordine e giustizia da soli. Tutto sarà impunito“.
La prima ad attaccare il vicesindaco era stata la segretaria provinciale del Partito democratico, Laura Famulari, che ha ricordato le parole del sindaco, Roberto Dipiazza, che in un consiglio comunale aveva parlato di un senzatetto in via Carducci con probabili problemi di salute. Famulari nel suo post ha attaccato proprio per questo motivo Polidori che “con un gesto che non stento a definire ‘malvagio‘”. “Stanotte a Trieste la temperatura era di 0 gradi. Chissà se il vicesindaco della Lega Paolo Polidori ci avrà pensato? Il ‘valoroso’ amministratore il giorno prima si è vantato pubblicamente di aver buttato nel cassonetto gli indumenti e le coperte di una persona che dorme in strada. Mi auguro che questa brutta storia finisca con le dimissioni di Paolo Polidori”, ha scritto su Facebook il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci. Don Alessandro Amodeo, direttore delle Caritas, come riporta Il Piccolo, lo ha definito di un gesto che “si commenta da solo”, aggiungendo che “noi continueremo ad operare con il nostro ‘stile’, indipendente dalle sue boutade, e in piena sinergia con gli enti già presenti sul territorio, tra i quali c’è il Comune di Trieste”.
Il post su Facebook – Polidori su Facebook spiegava avere “visto un ammasso di stracci buttati a terra” aggiungendo che: “Non c’era nessuno, quindi presumo fossero abbandonati: da normale cittadino che ha a cuore il decoro della sua città, li ho raccolti e li ho buttati, devo dire con soddisfazione, nel cassonetto: ora il posto è decente! Durerà? Vedremo. Il segnale è: tolleranza zero!! Trieste la voglio pulita!!”. Per poi concludere: “Sono andato subito a lavarmi le mani! Adesso si scatenino i benpensanti, non me frega nulla!!”.
La versione di Polidori – “Vorrei trovare questo clochard e dirgli che se si farà ospitare in una struttura protetta gli acquisterò abiti nuovi. Potrebbe tuttavia non averne bisogno, poiché da quanto mi è stato riferito ogni giorno cambia circa 100 euro di monete nei negozi del centro di Trieste, il che significa che guadagna quasi tremila euro al mese. Inoltre, verosimilmente potrebbe rifiutare l’ospitalità in un ricovero pubblico perché, come ha dimostrato in passato, ad un tetto preferisce il bivacco per strada“, ha spiegato il vicesindaco Polidori all’Adnkronos.
Polidori ha spiegato poi che “non erano abiti e effetti personali abbandonati quelli che ho rimosso. Ma soltanto stracci, non riconducibili ad una persona determinata ed interpretabili dunque come spazzatura che di conseguenza io posso prendere e gettare nel cassonetto. Se avessi visto effetti riconducibili ad un bivacco attivo non li avrei mai presi. La questione – ha infatti ricordato – è cominciata mesi fa quando questa persona ha cominciato a stazionare nel centro di Trieste, portando pentole e stracci ed addirittura provando a piantare una tenda davanti ad negozio con i conseguenti disagi immaginabili per i cittadini ed i commercianti, che spesso ha anche minacciato. Inconvenienti ancor più aggravati dalle pessime condizioni igienico sanitarie in cui versavano lui ed il ‘suolo’ che occupava”.
Il clochard in questione è “un rumeno piantonato dalla Questura per tre procedimenti penali a carico ed uno di allontanamento da Trieste che potrebbe tra l’altro essere già stato eseguito, dato che il barbone – prosegue il vicesindaco – secondo quanto riferitomi dall’assessore ai Servizi sociali, al momento non risulta essere stato preso in carico da nessuna struttura di accoglienza. Ha scelto di vivere per strada perché a Trieste tutti i clochard hanno un letto al caldo in un ricovero. E lui invece si è sempre rifiutato di essere ospitato in strutture pubbliche protette. Io non faccio la battaglia contro di lui, ma i cittadini di Trieste devono avere il diritto di camminare in strade decorose”, conclude il vicesindaco.