Si dice che la storia la scrivono i vincitori, ed è vero. È anche vero che accettare un passato buio richiede una maturità e magnanimità che pochi posseggono. È molto più facile cadere vittima di sentimenti poco onorabili, come il desiderio di vendetta, o riscrivere la storia cancellando simboli e monumenti che ce la fanno ricordare. Rientra in questo contesto la polemica statunitense sull’abbattimento delle statue dei personaggi della guerra di secessione che erano schiavisti, come se bastasse rimuoverle per cancellare la memoria dello schiavismo e delle atrocità commesse durante quel conflitto.

La distanza storica non aiuta, anzi, spesso come nel caso della Spagna, più la democrazia avanza e più diventa difficile gestire i ricordi della guerra civile (1936-39) e del franchismo. Ce lo conferma la polemica sulla riesumazione dei resti di Francisco Franco, sepolto il 23 novembre del 1975 nella Valle dei Caduti, ultima puntata della disputa sui desaparecido spagnoli che va avanti da decenni. Ma andiamo per gradi.

La Valle dei Caduti è un monumento-mausoleo che Franco fece costruire alla periferia di Madrid, vicino alla Sierra de Guadarrama, per ospitare le vittime della guerra civile, sia quelle repubblicane che quelle franchiste. Naturalmente per manodopera vennero utilizzati ex combattenti repubblicani presi prigionieri dalle truppe di Franco, costoro furono letteralmente schiavizzati. Basterebbe questo a renderlo un simbolo “scomodo” della storia spagnola. In effetti l’idea di trasformarlo in qualcosa che onori le vittime, tutte e indistintamente, vuole proprio spogliarlo di questa onta e vuole recidere il legame con il franchismo, la rimozione della la tomba del dittatore fa parte proprio di questa trasformazione.

Qualcuno potrebbe obiettare che sarebbe più semplice costruire un nuovo monumento ma questo scatenerebbe ancora più polemiche, la Valle dei Caduti è un luogo associato con il trauma della guerra civile e del franchismo per diverse generazioni di spagnoli e poi il governo spagnolo ha già speso grosse somme nella sua manutenzione, circa 12 milioni di euro, sarebbe sciocco adesso abbandonarla. Per chi non conosce bene la storia della Spagna tutta la questione della riesumazione delle vittime della guerra civile e del franchismo può apparire poco comprensibile. Pochi sanno che dopo la Cambogia, la Spagna è il Paese con il più alto numero di persone scomparse, letteralmente inghiottite nelle fosse comuni. Le statistiche parlano di 200 mila caduti secondo l’Associazione per la memoria storica, che si occupa di rintracciare le vittime, di cui di circa 140 mila non si sa nulla. Nella Valle dei Caduti sono seppelliti soltanto tra i 30 ed i 50 mila morti. Non c’è famiglia estesa che non sia direttamente o indirettamente relazionata a qualcuno morto in quel conflitto e molti desiderano sapere cosa è successo e dove sono sepolte le ossa dei propri cari. Il desiderio di riesumarli e salutarli con un funerale religioso o una cerimonia laica fa parte del processo di chiusura di un capitolo personale e storico dolorosissimo. È un desiderio umano e legittimo.

Molti sono convinti che fu uno degli errori della giovane democrazia spagnola non affrontare il capitolo dei desaparecido e delle vittime immediatamente dopo la morte di Franco. Fino agli anni Novanta non si fece praticamente nulla, poi nacquero associazioni di parenti dedicate alla ricerca dei propri cari. Il silenzio della democrazia ha anche facilitato la manipolazione politica della mancata “chiusura storica” delle atrocità commesse durante la guerra civile e il franchismo. Tra le tante dolorose storie a riguardo c’è la riesumazione dei resti di Garcia Lorca, il poeta spagnolo vittima del franchismo il cui corpo non venne mai ritrovato. Dopo una battaglia legale iniziata da Baldasar Garzon nella quale la famiglia Lorca prima pose il veto alla riesumazione e poi cambiò idea e, dopo aver speso 70 mila euro e scavato due volte, i resti di Garcia Lorca non vennero mai ritrovati. A guadagnarci furono i media che pomparono la disputa puntando sull’alto profilo del poeta.

Il fiasco clamoroso della riesumazione di Garcia Lorca conferma quanto sostengono diversi esperti: è impossibile restituire alle famiglie i corpi dei caduti, non solo perché i costi sarebbero astronomici ma soprattutto a causa della geografia del conflitto che praticamente copre quasi tutta la penisola Iberica. Le fosse comuni sono disseminate un po’ dovunque, la gente veniva giustiziata o uccisa e seppellita sul posto, riesumare tutti i 140mila corpi, ricomporli, riconoscerli e consegnarli ai familiari e’ un sogno irrealizzabile. Ci vuole una soluzione politica, dunque, che è quello che il governo Zapatero cercò di fare nel 2006 con la Legge della memoria storica e quello che l’attuale governo vuole portare a compimento con la riesumazione dei resti di Franco. Ma ancora una volta il passato è diventato uno strumento di propaganda per l’opposizione, la destra spagnola tradizionale ancora fedele alla memoria del dittatore e quella più recente, inclusi i partiti populisti. Improvvisamente sempre meno forze politiche appoggiano la rimozione della salma. Era prevedibile, il processo di chiusura con una passato tanto violento non e’ mai facile e soprattutto mai rapido.

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