Secondo gli ultimi dati della Camera di Commercio Milano, Monza Brianza e Lodi i lavori d’una volta sono ben lungi dall'estinguersi. È vero il contrario: tutto il settore gode di ottima salute, con tendenze in continuo aumento grazie agli under 35 (italiani e non). E in questo campo non esiste differenza tra Nord e Sud
C’era una volta lo spazzacamino e c’è ancora perché secondo gli ultimi dati della Camera di Commercio Milano, Monza Brianza e Lodi i mestieri d’una volta in Italia non sono scomparsi. Anzi, rappresentano un giro d’affari da 30 miliardi con 733mila imprese impegnate. La sola Lombardia, la regione motore dell’economia, ha un business da sette miliardi grazie a panettieri, tessitori, lavandai, sarti e spazzacamini. I lavori di una volta assicurano un impiego a 862mila addetti in Italia (quasi 100mila nella sola Lombardia). E a dare una spinta ai lavori antichi sono soprattutto i giovani e gli stranieri. Gli imprenditori under 35 impegnati in questi settori registrano una crescita del +3,9% rispetto all’anno scorso. A indossare la maglia rosa è la Campania con 7mila imprese attive nel secondo semestre 2018; a seguire la Sicilia con 6.672 ditte e la Puglia che ne conta 5.686. Non è da meno la Lombardia che ha all’attivo 3.688 imprese al passo con il Piemonte che ne segna 3.606. Stavolta la divisione Nord- Sud non regge perché in Calabria si registrano 3.488 imprese. Andando a guardare i dati si scopre poi che le province con il maggior numero di giovani che sono tornati a dedicarsi agli antichi lavori sono Salerno (2.139) Foggia con 1675 imprese under 35, Napoli (1.516) e Catania che registra 1.437 ditte fatte da giovani.
Anche le imprese straniere di antichi mestieri segnano un + 4,1% rispetto al 2017 per un totale di circa 6mila società concentrate principalmente in Lombardia (3mila), Lazio (2230) e Campania (1611). Interessante notare che le province con il maggior numero di imprese fatte da stranieri sono Roma e Milano ma seguono Avellino, Benevento e Caserta. Inesistenti invece a Enna (1), Caltanisetta (2) e Ragusa che ne conta solo 3. Se guardiamo l’Italia nel suo complesso le regioni degli antichi mestieri sono la Puglia e la Sicilia, entrambe con circa 80mila imprese e la Campania con 66mila. Tra le prime dieci province italiane della “tradizione” Bari è al primo posto con quasi 27mila mestieri d’un tempo, seguono Foggia (25 mila) e Cuneo (18 mila). A crescere di più in un anno sono soprattutto le province del Sud: Avellino in primis con +2,9% . Se poi con la lente d’ ingrandimento andiamo a curiosare tra i numeri per vedere i settori più curiosi l’Emilia Romagna è la capitale dei maniscalchi (34), la Lombardia dei fabbricanti di ricami (173) ma anche degli orologiai e dei calzolai, il Veneto chiaramente della lavorazione del vetro a mano. La Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi si sofferma in modo particolare sui dati della Lombardia dove troviamo 49mila imprese che svolgono i mestieri che sembrano (o sembravano) destinati a scomparire: tra queste troviamo 800 tessitori, 700 calzolai, più di 300 ricamatori e aziende che producono pizzi e merletti; oltre 250 corniciai, 226 spazzacamini e 50 maniscalchi. Sotto il Pirellone i giovani che sono tornati ai mestieri dei vecchi sono 3.688 e gli stranieri che si sono dati da fare in questi settori 2.917.