Aumentano (di poco) le tasse, sale dello 0,1% il reddito delle famiglie ma scende il loro potere d’acquisto. Nel terzo trimestre del 2018 è calato anche il rapporto deficit/Pil che si è attestato all’1,7% in leggero miglioramento rispetto all’1,8% dello stesso periodo dell’anno precedente. L’effetto spread invece, sempre tra luglio e settembre, è costato una spesa per interessi cresciuta di circa 1,7 miliardi rispetto agli stessi mesi del 2017. È quanto ha reso noto l’Istat che oggi ha diffuso il report con i conti trimestrali delle pubbliche amministrazioni.
Il reddito delle famiglie – Il reddito disponibile delle famiglie italiane è aumentato nel terzo trimestre 2018 dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. Lo comunica l’Istat spiegando che di conseguenza, la propensione al risparmio è stata pari all’8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di una variazione dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
La pressione fiscale – Nel terzo trimestre del 2018, tra luglio e settembre, la pressione fiscale è stata pari al 40,4% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il rapporto deficit-pil – Il rapporto deficit/Pil si è attestato all’1,7% in leggero miglioramento rispetto all’1,8% dello stesso trimeste (luglio-settembre) dell’anno precedente. Il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil del 2,0 per cento, a fronte dell’1,6% nel terzo trimestre del 2017.
L’effetto spread – A leggere i dati dell’Istat, tra luglio e settembre la spesa per interessi è cresciuta di circa 1,7 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2017, pari ad un aumento del 12%.