Chiara e Massimo si conoscono su Tinder, parlano un po’ e poi decidono di incontrarsi. Fissano l’appuntamento, lui decide di prendere la metropolitana per raggiungere il luogo dell’incontro, ma, una volta arrivato, non trova nessuno. Manda un messaggio a Chiara che, per tutta risposta, gli dice che non ha intenzione di presentarsi all’incontro. Lui, deluso, si sfoga raccontando l’accaduto su Facebook: dal suo racconto sembra proprio che lei non si sia presentata all’incontro solo per il fatto che lui è arrivato in metrò e accusa Chiara di superficialità. Il post diventa virale e la sua storia riceve migliaia di commenti. Ma le cose non sono andate proprio così.
Chiara infatti, ha voluto raccontare la sua versione dei fatti da cui emerge che il vero motivo per cui non è andata all’appuntamento è il fatto che aveva scoperto che lui le aveva mentito sull’età. “Sono basita – scrive la ragazza -. Mi chiamo Chiara e sono una maestra di una scuola materna. Non ho Facebook per via del mio lavoro. Una mia collega mi ha permesso gentilmente di utilizzare il suo profilo per difendermi da un’argomentazione assurda nonché privata. Ho 35 anni e sul mio profilo Tinder c’erano foto e la mia vera età. Abbiamo iniziato a scriverci nel mese di dicembre. Dopo qualche giorno decidiamo di vederci per un caffè. Io accetto dopo un po’. Ero restia, ma sembrandomi una brava persona accetto. La sua risposta fu ‘Saprò meritarmi la tua fiducia’, corredata da cuoricini e faccine sdolcinate (ad ogni frase sempre un tot di cuoricini , che il signore abbondava). Il signore si è preso semplicemente un due di picche perché a mio personale giudizio se lo meritava”.
A una cena natalizia Chiara mostra a una commensale il profilo di Massimo. Lei dice di conoscerlo “e mi informa che la sua età non era quella da lui indicata. Avrei dovuto annullare semplicemente l’appuntamento? E perché non far capire a un certo tipo di uomini che non sempre possono fare quello che vogliono senza che nessuno dica loro nulla? Soprattutto quando, senza che tu chieda nulla, loro ti vengono a scrivere ‘saprò conquistare la tua fiducia” ed “apprezzo molto che tu sia così cauta’” .
Chiara non nega il messaggio del metrò, ma lo mette in una chiave diversa. “La storia della metropolitana era un p.s. a fine messaggio e non diceva: “Non si viene ad un appuntamento in metrò” ma “puoi venire in metrò ad un appuntamento?”. La sostanza della frase non cambia ma cambia il contesto. A quell’appuntamento non sarei andata a prescindere, fosse venuto pure su una Lamborghini” .