Salvini non vuole far entrare la nave in territorio italiano? A Napoli abbiamo la disponibilità di 450 imbarcazioni per andare a recuperare queste persone che stanno morendo. Li andremo a soccorrere in acque internazionali perché il diritto del mare dice di salvare e prestare soccorso alle persone che stanno per morire”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Uno, nessuno, 100Milan” (Radio24) dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a proposito della vicenda della nave Sea Watch.
“Io trovo assolutamente disumano e indegno” – continua – “che delle persone stiano dal 22 dicembre in balia delle onde, al gelo e in tempesta, con questo balletto squallidissimo tra Di Maio, Malta e Ue. Poi c’è un tema giuridico: che i porti siano chiusi è una balla. Questa è una posizione politica, ma ad oggi i porti sono aperti. Poi c’è anche una posizione chiaramente istituzionale: noi sindaci siamo i primi ad avere difficoltà, perché il governo parla, ma la gestione delle tensioni sociali e delle sofferenze è tutta scaricata sui sindaci. Ecco perché chiediamo che si inverta la rotta, non solo per queste persone che stanno in mare, ma anche sulle politiche migratorie, come, ad esempio, il puntare sull’integrazione diffusa su tutto il territorio europeo, in modo da evitare bombe sociali”.

Al conduttore Alessandro Milan, che gli ricorda il niet di Salvini all’entrata dei cittadini stranieri nei porti italiani, il sindaco risponde: “Ci sono anche delle posizioni intermedie. Se ci sarà un’ordinanza del ministro Toninelli, che allo stato non c’è, e se la posizione del governo è quella di fare un’operazione militare nei confronti di donne e di bambini, allora li andremo a soccorrere in acque internazionali. Di Maio non può dire la mattina che sta con Salvini e che i porti sono chiusi, per poi dire cinque ore dopo che non è così e che accoglieranno solo donne e bambini. A un bambino di 3 anni vai a dire che il padre rimane in mare e che può morire? Al di là del diritto, delle istituzioni e della politica, è veramente una cosa incredibile. Si è caduti a un livello basso come raramente si è visto nel nostro Paese”.

De Magistris, poi, in merito al decreto Sicurezza e al dissenso di alcuni sindaci, puntualizza: “Le leggi vanno interpretate e il criterio principale è la Costituzione. Noi non sospendiamo leggi del Parlamento, perché sarebbe una cosa inaccettabile, ma le interpretiamo in modo costituzionalmente orientato. Il primo criterio di interpretazione di una legge ordinaria è seguire i canoni dell’art.3 primo comma della Costituzione: l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge senza distinzioni di razza. Ovviamente ci auguriamo che la Corte Costituzionale faccia cadere quei pezzi che sono manifestamente incostituzionali”.

Circa le parole di Salvini contro i sindaci contrari al dl Sicurezza (“traditori degli italiani”): “Ne sono onorato, ricevere certi epiteti da Salvini diventa quasi una medaglia alla resistenza costituzionale. In realtà, io lo vedo un po’ nervoso. E poi è molto brutto che un ministro dell’Interno, che dirige le forze di polizia, che dovrebbe garantire la sicurezza e che dovrebbe essere ministro dei sindaci, si rivolga in questo modo a chi vuole semplicemente applicare la Costituzione. E’ molto triste, ma noi non rispondiamo con la stessa violenza, perché siamo persone pacifiche”.

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