Da settimane annuncia l’intenzione di voler consegnare ai palermitani tre ville confiscate a Cosa nostra. Ma quelle case sono abusive. Nuovo fronte di scontro tra Leoluca Orlando e Matteo Salvini. Da giorni il sindaco di Palermo polemizza con il ministro dell’Interno sul decreto sicurezza. “Spero che nelle prossime tre ville confiscate alla mafia che avrò presto la gioia di riassegnare ai cittadini di Palermo, il sindaco non ci piazzi dentro gli immigrati“, aveva detto al culmine dello scontro il leader della Lega.
Ventiquattro ore dopo ecco la replica del primo cittadino siciliano: le tre ville sono abusive. Ad accertarlo sono gli uffici del comune di Palermo, secondo cui in base all’attuale legislazione andrebbero abbattute perché si trovano entro i 150 metri dalla costa. “Siamo disponibili a farci carico di queste ville, ma il governo o il Parlamento devono prima trovare una soluzione che permetta di sanarle: così potremmo solo abbatterle“, ha detto Orlando che già in giornata aveva lanciato un messaggio a Salvini.
“Signor ministro, meno Facebook e più fatti. Da ormai più di 6 mesi annuncia che verrà a consegnare ai palermitani delle ville confiscate, ma oltre gli annunci niente. C’è qualche problema? Se stesse un pò meno su Facebook e un pò più al Ministero saprebbe perché i suoi uffici non fanno la consegna. Noi, i palermitani, aspettiamo”, aveva incalzato il sindaco del capoluogo siciliano.
Le tre abitazioni si trovano nella borgata marinara di Vergine Maria, a poche decine di metri dal mare. Ognuna ha una superficie di circa 300 metri quadrati, sono state confiscate, in via definitiva nel 2013, ai boss mafiosi Salvatore e Giovanni Lo Cicero dopo una lunga battaglia giudiziaria. Il decreto di assegnazione dell’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati alle mafie risale all’estate del 2018. Già a fine ottobre il ministro Salvini annunciò che sarebbe giunto a Palermo per la cerimonia di consegna, il comune allora comunicò all’Agenzia di volere assegnare le ville al Centro servizi per il volontariato (Cesvop), all’Asp per destinarlo all’assistenza dei minori autistici e la terza alla Consulta comunale per la pace e la cooperazione. A quel punto gli uffici comunali avviarono le verifiche per la presa in possesso degli immobili scoprendo che al catasto non c’è traccia delle ville che sono state costruite senza autorizzazione e in violazione della legge perché ricadono nei 150 metri di inedificabilità. In base alla legge urbanistica, dunque, gli immobili dovrebbero essere abbattuti. Solo una delle tre ville potrebbe essere sanata perché da vecchi rilievi fotogrammetrici emergerebbe che sarebbe stata realizzata prima dell’approvazione del piano regolatore generale.