Le misure attuative della legge per le disposizioni anticipate di trattamento (Dat) sono in arrivo. Un anno dopo la legge sul Biotestamento e alla luce delle ancora numerose difficoltà di attuazione, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato Marco Cappato e l’avvocata Filomena Gallo dell’associazione Luca Coscioni e ha promesso interverrà per velocizzare le pratiche. In realtà il colloquio era stato richiesto per fare pressione sulla legge di iniziativa popolare sull’eutanasia, dopo che la Corte costituzionale ha dato un anno al Parlamento per legiferare sul tema. Sul punto Palazzo Chigi non ha fatto comunicazioni: il ddl non è neppure ancora stato calendarizzato e, dopo la sentenza di ottobre scorso, la maggioranza ha deciso di rimandare all’anno nuovo l’argomento.

Come si legge nel comunicato dell’associazione Coscioni, “l’appuntamento è stato richiesto al fine di dare seguito all’ordinanza della Corte costituzionale, la 207 del 2018, in considerazione del sollecito pervenuto dalla Consulta al legislatore affinché le tutele costituzionali in materia di scelte della persona malata, capace di intendere e con gravi sofferenze dovute a patologia irreversibile, siano rispettate”. Il riferimento è alla decisione della Corte, presa lo scorso ottobre, di rinviare la trattazione delle questioni di legittimità sollevate sull’articolo 580 del codice penale, che punisce l’aiuto al suicidio, al Parlamento, concedendogli 11 mesi per intervenire con ulteriori norme. L’assemblea legislativa, però, finora non ha neanche stabilito una data di discussione, per questo l’associazione ha chiesto a Conte un’accelerazione sui tempi. Quindi si è richiesto che si rispetti il contratto di governo che promuove le leggi di iniziativa popolare. “La proposta di legge sull’eutanasia legale è in attesa da 5 anni e mezzo”, specifica ancora la nota. Il traguardo, se raggiunto, segnerebbe una seconda tappa al percorso già avviato con la legge sul biotestamento, approvata a fine 2017, anche se a distanza di un anno ancora pochi sanno cos’è e manca una banca dati a livello nazionale.

Tra le richieste dell’organizzazione per il 2019, esposte durante l’incontro, infine anche la necessità di rendere più libera la ricerca scientifica, intesa come la “possibilità per le università di accedere ai bandi europei sulle malattie rare”, ma anche il “diritto della scienza di beneficiare dei risultati della stessa”. Importante, secondo Cappato e Gallo, equiparare la firma autografa a quella digitale per chi ha perso l’uso delle mani.

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