L'ex premier e la deputata Pd all'attacco di Lega e M5s dopo il Consiglio dei ministri che lunedì in tarda serata ha varato il decreto Tutela risparmi per risolvere la questione dell'istituto genovese: "Si devono vergognare". Parlano i senatori M5s. Lannutti: "Accertare le responsabilità della Banca d’Italia". Paragone: "Non finisca come casi precedenti"
Il governo “ha salvato una banca“, “ha fatto la stessa cosa che abbiamo fatto noi”. Matteo Renzi e Maria Elena Boschi all’attacco di Lega e M5s dopo il Consiglio dei ministri che lunedì in tarda serata ha varato il decreto Tutela risparmi per risolvere la questione di Banca Carige. L’esecutivo Conte ha stabilito di fornire una garanzia statale per i bond emessi dall’istituto bancario e previsto la possibilità di “una ricapitalizzazione pubblica”. “Il governo ha fatto bene perché quando le famiglie e i risparmiatori sono a rischio si interviene salvando gli istituti. Salvini e Di Maio, però, si devono vergognare“, ha detto l’ex premier in un video. “Mentre Renzi e Boschi i risparmiatori li hanno ignorati e dimenticati, noi siamo intervenuti subito a loro difesa senza fare favori alle banche, agli stranieri o agli amici degli amici”, ha replicato il vicepremier Matteo Salvini, ricordando anche “il miliardo e mezzo stanziato in manovra per gli altri cittadini truffati”.
Sul provvedimento varato dal Cdm intervengono anche i senatori M5s Elio Lannutti e Gianluigi Paragone, chiedendo al governo di “non dare aiuti pubblici” senza aver prima “accertato le responsabilità della Banca d’Italia“. “È mai possibile che nessuno nel governo del cambiamento stia chiedendo a Bankitalia di rendere conto delle sue responsabilità? Vogliamo farla questa benedetta commissione d’inchiesta?”, si domanda Paragone in un video. E poi: “Governo vuole fare come Renzi o come i gilet gialli? Non finisca come i casi precedenti”. Anche Lannutti, contatto da Adnkronos, dice: “Preferisco soprassedere, voglio prima vedere il decreto”, risponde. Ma poi aggiunge: “Non si possono dare aiuti pubblici senza accertare le responsabilità della Banca d’Italia“. L’ex presidente Adusbef annuncia: “Presto pubblicherò un documento del 2014. Questa è una storia che viene da lontano e le responsabilità” della crisi della banca “sono di Bankitalia. Tutti quelli che sono stati nominati sono fiduciari di Bankitalia”.
Gli attacchi di Renzi – “In 10 minuti il Governo ha salvato una banca, la banca di Genova. Ha fatto bene perché quando le famiglie e i risparmiatori sono a rischio si interviene salvando gli istituti”, ha detto Renzi in un video su Facebook. “Salvini e Di Maio, però, si devono vergognare e non per quello che hanno fatto – ha attaccato – ma per quello che hanno detto per anni e anni contro di noi: si devono vergognare per le offese e gli insulti“. Secondo l’ex premier, Lega e M5s “hanno truffato gli italiani raccontando storie non vere su di noi sulla Tav, sulla Tap, sull’Ilva, sulle trivelle… Adesso persino sulle banche”. “Con la vicenda delle banche di ieri Salvini e Di Maio devono semplicemente scrivere la parola vergogna”, ha ribadito Renzi. Il suo governo e poi quello di Gentiloni furono protagonisti dei salvataggi di Monte dei Paschi, delle due popolari venete e di Banca Marche, Cassa Ferrara, Carichieti ed Etruria, con gli incontri di Boschi con l’allora numero uno della Consob, Giuseppe Vegas, in cui chiedeva notizie della banca in cui il padre era stato prima consigliere e poi vicepresidente. Oltre al caso Boschi, l’accusa che è sempre stato mossa ai due esecutivi Pd è di aver abbandonato i risparmiatori, quelli per cui il governo gialloverde ha deciso appunto di stanziare un miliardo e mezzo in manovra.
I tweet di Boschi e Gentiloni. Boccia: “Intervento doveroso” – Dopo il video di Renzi è arrivato anche il tweet proprio di Boschi: “Ieri il Governo del cambiamento ha salvato una banca. Giusto così, per i risparmiatori. Ma se fossero uomini seri Di Maio e Salvini dovrebbero riconoscere che hanno fatto la stessa cosa che abbiamo fatto noi. Non lo faranno. Perché la parola verità non appartiene al loro vocabolario”. Così come pure Paolo Gentiloni ricorda “gli schiamazzi sui ‘regali ai banchieri’ quando intervenivamo noi. Ora mi auguro solo prudenza e serietà. Propaganda e allarmismi sono molto pericolosi”, scrive su Twitter. Mentre il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, giudica l’intervento del governo per Carige “doveroso“. “Bisogna salvaguardare i risparmiatori e bisogna avere attenzione. È un gesto di grande responsabilità da parte del governo”, afferma Boccia.
Il decreto Tutela Risparmio – Dopo che la Banca Carige è stata commissariata dalla Banca centrale europea in seguito al mancato aumento di capitale fermato dell’azionista di maggioranza, Malacalza, lo scorso 22 dicembre, il governo è intervenuto con il decreto Tutela risparmio approvato dal Cdm di lunedì sera. Il provvedimento prevede un piano di aiuti di Stato articolato su più livelli. La prima opzione resta quella di una ricapitalizzazione in opzione ai soci, quella però già bocciata da Malacalza Investimenti, che verrà riproposta dai tre commissari Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener. Il caso d’altronde non sarebbe mai scoppiato se fosse stato approvato l’aumento di capitale.
La prima alternativa, decisa lunedì per decreto, prevede che Carige possa comunque contare sulla fornitura di liquidità a lungo termine attraverso la garanzia di Stato sulle obbligazioni che l’istituto emetterà in futuro. Un provvedimento che permetterebbe di avere certezze sul finanziamento per tutto il 2019 in attesa dell’aggregazione con un altro istituto, scrive il Sole 24 Ore. L’ultima opzione, definita “residuale” anche dalla stessa Carige, è quella che ha scatenato la polemica: prevede infatti l’impegno del Governo di procedere alla ricapitalizzazione da parte dello Stato. Una mossa che, in base alle regole europee sul “bail in”, avrebbe come conseguenza l‘azzeramento degli azionisti e degli obbligazionisti, salvo eventuali successivi rimborsi. L’ultimo caso in questo senso era stato appunto quello delle banche venete.
Renzi e le banche – Il salvataggio delle quattro banche (Banca Marche, Cassa Ferrara, Carichieti ed Etruria) suscitò molte polemiche perché per primo avvenne seguendo le nuove regole europee sul cosiddetto “bail in”, quindi con il contributo di azionisti e obbligazionisti che persero i loro investimenti. Il governo Renzi il 28 aprile 2016 approvò un decreto che prevedeva il rimborso agli obbligazionisti per l’80 per cento o l’accesso agli arbitrati dell’Anac. Rimasero fuori gli azionisti, per i quali il governo Gentiloni stanziò solo 100 milioni in 4 anni. Nulla da fare anche per i circa 86mila ex azionisti (su 207mila complessivi) che non aderirono all’offerta di transazione, quando Veneto Banca e Popolare di Vicenza avevano messo sul piatto 441 milioni a titolo di parziale “rimborso” con l’obiettivo di disinnescare il rischio di futuri contenziosi. Rimasero a bocca asciutta, per sperare di recuperare qualcosa hanno dovuto fare causa alla bad bank rimasta allo Stato dopo la liquidazione dei due istituti e la cessione degli attivi a Intesa Sanpaolo.
Codacons: azione risarcitoria per risparmiatori – “Tutti gli azionisti e gli obbligazionisti che hanno acquistato titoli Carige tra gennaio 2012 e dicembre 2013, o che li hanno acquistati prima del gennaio 2012 senza venderli sino ai primi mesi del 2014, possono presentare la propria costituzione di parte civile nell’inchiesta aperta dalla Procura di Roma e chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti e il rimborso delle perdite finanziarie legate ai titoli di banca Carige”, annuncia in una nota il Codacons.