Sostiene di aver raccontato la trattativa tra Italia e commissione Europea “con oggettività“. E attacca indirettamente il suo corrispondente da Bruxelles: “Forse si voleva invece raccontare il mondo immaginario delle feste sul balcone e dei numerini che non sarebbero cambiati mai”. Il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, replica con una lettera alla redazione su come il giornale ha raccontato lo scontro e la trattativa tra Italia e Unione europea sulla legge di Bilancio. La questione è stata sollevata dal corrispondente Ivo Caizzi, che si è rivolto anche al comitato di redazione: la sua missiva è stata ripresa in prima pagina da La Verità di questa mattina e commentata dal blog del M5s. “Verificare e valutare il comportamento del direttore Luciano Fontana nella copertura della trattativa tra Unione europea e Italia sulla manovra di bilancio 2019”, commenta il blog delle Stelle rilanciando la lettera del giornalista in un post intitolato: “Corriere della Sera smascherato dal suo corrispondente: le balle sul governo“. “Caizzi – continua il blog – ha sollevato il problema fondamentale dell’attendibilità dell’informazione partendo dalla copertura della trattativa tra Unione Europea e Italia sulla manovra di bilancio per il 2019. Con una richiesta di chiarimenti sindacali al Comitato di Redazione e per conoscenza a tutti ai colleghi, richiama il rispetto dei principi tradizionali del Corriere come simbolo italiano dell’informazione indipendente di qualità, in un contesto, come quello attuale italiano, dove gli interessi di parte sembrano troppo spesso prevalere sul valore intrinseco delle notizie”.

Secondo Caizzi, l’1 novembre scorso Fontana ha aperto il quotidiano con una notizia “inesistente” oltre che “tecnicamente impossibile in quella data”: cioè la procedura d’infrazione Ue già pronta per l’Italia. “Cari colleghi – scrive Fontana alla redazione –  una lettera interna finita su un’altra testata mi spinge a scrivervi per chiarire alcuni punti e per evitare che interpretazioni senza fondamento del nostro lavoro danneggino il nostro giornale. Il settimanale Panorama, diventato di proprietà dell’editore della Verità, ha pubblicato nei giorni scorsi un’intervista al Presidente del Consiglio Conte che sui giorni della trattativa con la Ue risponde quanto segue: Quali sono stati i momenti più critici della trattativa? “Il primo sicuramente quando siamo andati a cena a Bruxelles“. Perché? “Ho chiamato Junker per concordare l’appuntamento e – dietro un tono che formalmente era impeccabile – ho avvertito la certezza che c’era una decisione presa e che consideravano l’Italia fuori”. Fontana non entra nel dettaglio delle accuse del suo corrispondente ma utilizza dunque un virgolettato del premier per difendere la sua linea “È evidente quello che è accaduto tra Italia, Commissione e altri Paesi della Ue – prosegue il direttore del Corsera – La manovra italiana presentata con un deficit al 2,4% è stata respinta categoricamente e in tutte le sedi è stata giudicata passibile di procedura d’infrazione. Il Corriere ha raccontato con rispetto dei fatti sia le minacce di procedura che la trattativa, come dimostrano gli articoli pubblicati in apertura di pagina e dedicati all’iniziativa di dialogo di Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo”.

Secondo il numero uno di via Solferino “è davvero inverosimile che si giudichi il risultato finale (l’accordo tra Italia e Ue) per dire che i passi iniziali verso la procedura d’infrazione non fossero veri (tra l’altro raccontati da tutti i giornali del mondo e respinti all’inizio dal nostro governo che affermava non avrebbe mai cambiato il numerino del 2,4%). Come se in mezzo e nella trattativa non fosse accaduto nulla: come se il governo italiano, con Conte mediatore, non avesse accettato una sensibile revisione del deficit al 2% e non avesse reintrodotto pesanti clausole di salvaguardia per rispettare gli impegni con l’Europa”. Quindi, in coda alla sua missiva, Fontana riserva una replica a Caizzi: “Pensiamo che sia stato giusto arrivare a un accordo, che fa bene all’Italia e all’Europa. Ma questo non cancella il duro scontro iniziale e tutti i passi indietro che hanno portato all’intesa. Abbiamo raccontato l’intero percorso con oggettività. Forse  si voleva invece raccontare il mondo immaginario delle feste sul balcone e dei numerini che non sarebbero cambiati mai. Ma questo al Corriere non è mai accaduto e mai accadrà”.

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