Ladri in casa del cronista Sacha Biazzo a Milano. "Hanno svuotato lo zaino per mettere dentro pc e telefoni - racconta - e non si sono nemmeno accorti di aver fatto cadere un hard disk che ho ritrovato sul pavimento. Accanto ai due oggetti che hanno rubato, però, c’erano anche la mia videocamera e un drone che hanno maggior valore rispetto alla refurtiva". Il presidente dell'Antimafia Morra: "Episodio inquietante"
“In questo periodo sto lavorando molto da casa su alcuni progetti, mi sono assentato per meno di due ore per svolgere delle commissioni e quando sono tornato i ladri avevano portato via pc e cellulari”. Così Sacha Biazzo, il giornalista di Fanpage autore dell’inchiesta video su corruzione e sistema di rifiuti in Campania “Bloody Money”, ha commentato a ilfattoquotidiano.it il furto subito il 5 gennaio scorso nella sua abitazione di Milano. Le indagini delle forze dell’ordine sono ancora in corso, ma la dinamica e il fatto che ad essere rubati siano stati proprio oggetti contenenti dati sensibili, mentre i ladri ne hanno ignorati altri di maggior valore, lascia pensare che l’effrazione sia collegata al lavoro d’inchiesta svolto da Biazzo. “Non si può escludere che quanto accaduto sia collegato a Bloody Money e a nuove inchieste della testata”, ha commentato il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra.
L’effrazione risale al 5 gennaio, in un periodo in cui Biazzo aveva deciso di lavorare da casa ad alcuni progetti che sta portando avanti con il team di Fanpage. “Mi sono assentato per meno di due ore – ha spiegato – e quando sono tornato avevano controllato tutta la casa, preso il computer e i cellulari. Li hanno infilati in uno zaino nel quale si trovavano anche un orologio e una chiavetta home banking. Poi hanno lasciato l’appartamento”. Al suo ritorno, il giornalista non riusciva ad aprire la porta d’ingresso perché una cassettiera si trovava proprio davanti all’entrata. Così, ha dovuto forzarla e, una volta dentro, si è accorto che i ladri avevano aperto la finestra della sala da pranzo e avevano rovistato in tutto l’appartamento. “In un periodo di lavoro normale, quando mi reco più spesso in redazione o esco per realizzare servizi, avrei pensato a una coincidenza. Ma sono settimane che lavoro da casa ed è bastato assentarmi per poche ore e i ladri sono entrati. Sono ancora in corso le indagini, ma questo mi fa pensare di essere stato controllato”.
A far crescere i sospetti è poi il fatto che i ladri si sono completamente disinteressati di altri oggetti di valore presenti nell’appartamento, concentrandosi sul computer e i cellulari. “Hanno svuotato lo zaino per mettere dentro pc e telefoni – ha continuato Biazzo – e non si sono nemmeno accorti di aver fatto cadere un hard disk che ho ritrovato sul pavimento. Accanto ai due oggetti che hanno rubato, però, c’erano anche la mia videocamera e un drone che hanno maggior valore rispetto alla refurtiva e possono essere più facilmente rivenduti”.
L’irruzione nell’appartamento, però, non ha lasciato completamente sorpreso il giornalista di Fanpage, visto che già altri episodi simili avevano coinvolto cronisti che hanno contribuito alla realizzazione dell’inchiesta Bloody Money. Il 24 febbraio scorso, pochi giorni dopo la pubblicazione dell’inchiesta, un incendio doloso aveva bruciato parte dell’appartamento napoletano della cognata di Francesco Piccinini, direttore della testata. Solo un giorno dopo, a Cava de’ Tirreni, la stessa sorte era toccata al bar del padre di Carmine Benincasa, videomaker che si era occupato delle riprese dell’inchiesta. “Dopo questi due episodi – ha detto Biazzo – abbiamo fatto più attenzione a ciò che ci accadeva intorno. Per questo, oggi, quello che è successo non mi sorprende più di tanto”.
Oltre a Morra, che ha definito l’episodio “inquietante perché nella casa del giornalista è stato sottratto soltanto lo zaino di lavoro e sono stati lasciati altri oggetti di valore” e ritiene “necessario e doveroso che non cali l’attenzione su questa situazione, perché è proprio quando cala il silenzio che cominciano le ritorsioni”, solidarietà è arrivata anche dalla Federazione nazionale della Stampa italiana e dal Sindacato unitario giornalisti della Campania che in una nota congiunta “esprimono preoccupazione” perché “è evidente che si tratta di un furto mirato”.