Attualità

Giovane prete si scaglia contro le minigonne: “Carrellate di cosce come prosciutti”

A dirlo è don Alberto Zanier, vicario parrocchiale trentenne a Resia, in provincia di Udine, che si è scagliato contro l'abbigliamento delle sue parrocchiane: "La Chiesa non è una balera o un boudoir", ha scritto in un volantino

“A San Daniele c’è crisi. Le famose ‘cosce di prosciutto’ soffrono il mercato. Ma a Resia un altro tipo di cosce non conosce crisi! Pochi giorni fa potevamo assistere infatti a una bella carrellata di cosce ben in vista! Ma ahimè non di prosciutto di San Daniele Dop: magari! Ma suadenti e sinuose cosce femminili che facevano la loro bella comparsa dal di sotto di mini (troppo mini) gonne di baldanzose adolescenti nel pieno della loro esuberanza”. A dirlo è don Alberto Zanier, vicario parrocchiale trentenne a Resia, in provincia di Udine, che si è scagliato contro l’abbigliamento delle sue parrocchiane: “La Chiesa non è una balera o un boudoir“, ha scritto in un volantino distribuito ai fedeli e affisso fuori dalle parrocchie della Val Resia, in Friuli.

Il volantino è ben presto divenuto virale sui social, suscitando moltissime reazioni. “È una questione di grave mancanza di rispetto sotto tre aspetti – scrive don Alberto – verso il corpo della donna. Viviamo in una società così ipocrita che se da un lato condanna il femminicidio, dall’altro esalta la donna come merce di uso e consumo. E la dignità femminile dov’è? E la purezza, il candore, la bellezza di una donna, di una sposa dove sono? Certe scene da film hard sono lesive della dignità della donna stessa che da un lato denuncia le molestie e dall’altro non si accorge di diventare merce essa stessa”.

Si tratta poi di una “mancanza di rispetto verso gli altri”, spiega lo scritto: “Pio XII diceva che il vestito è importante per coprire la nudità e per abbellire il corpo. E serve anche per tutelare la sfera intima della sessualità. Mostrare carne al vento a più non posso è una gravissima forma di maleducazione verso chi mi sta vicino perché potrei urtare la sua sensibilità o addirittura provocare la sua sessualità”. La terza mancanza di rispetto, scrive infine Don Alberto, è verso il sacerdote: presentarglisi davanti “vestiti in un certo modo è un insulto e una provocazione“. “O non ci ricordiamo che siamo davanti a un ministro di Dio – chiede il religioso – chiamato, oltre che a vivere il celibato, ad annunciare ed insegnare la morale cattolica anche in campo sessuale?”. “E cosa ancor più grave non c’è rispetto per Dio!”, incalza il sacerdote . “E in tutto questo di chi è la colpa? – chiede don Alberto – Delle ragazze? Ma anche no. Delle mamme! Care mamme, quando le vostre figlie escono da casa, vedete come vanno in giro? Come vanno vestite a Messa?”