Fondi per la disabilità e migranti. Si gioca su questi due temi l’ultimo scontro tra la Lega e i 5 stelle, nato da una duplice offensiva di Matteo Salvini. Sull’altro versante della barricata c’è Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio e il suo vice hanno parlato in contemporanea: il primo durante la registrazione di Porta a Porta e il secondo in una diretta Facebook.

Il primo fronte è quello dell’accoglienza. Ad aprirlo è stato Salvini: “Non cambio e non cambierò mai idea. Un cedimento significherebbe riaprire le porte al traffico di esseri umani. Chi vuole salvare vite deve bloccare gli scafisti e le ong che con la loro presenza aiutano lo sporco lavoro degli scafisti”, ha detto il segretario della Lega sul caso delle navi di Sea Watch e di Sea Eye, bloccate da giorni in acque maltesi con 49 migranti a bordo. Dunque nessuno “arriverà mai con il consenso mio e della Lega”. Poi Salvini diventa ancora più chiaro: “Lo dico anche ai miei amici di governo, ognuno si prenda la responsabilità delle sue scelte”. “Altrimenti – ha aggiunto sorridendo – puntini, puntini, puntini“.

Il riferimento è al retroscena pubblicato dal Corriere della Sera secondo cui Conte avrebbe dato l’ok all’arrivo in Italia di 10 persone: le donne e i bambini all’arrivo dei quali aveva aperto anche Luigi Di Maio. In tempo reale arriva la replica del premier a Porta a porta. “Questo è un caso eccezionale, con donne e bambini da oltre due settimane in mare – spiega il premier – io penso che il sistema Italia possa sopportare poche donne e pochi bambini. Salvini esprime una linea condivisa dal governo, ma se marchiamo nel segno dell’eccezionalità un intervento di questo tipo, la linea del governo non può essere tacciata di incoerenza”, prosegue Conte. Che poi sfida il divieto di sbarco imposto dal vicepremier: “Vorrà dire che non li faremo sbarcare, li prenderò con l’aereo e li porterò”.

La replica del leader leghista arriva di nuovo su Facebook: “Finché non si bloccano gli scafisti e chi li aiuta, continueranno a partire e morire migliaia di persone. In Italia si arriva con il permesso, io non cambio idea”, scrive Salvini postando la foto di una scritta a penna su un foglio bianco: “Stop scafisti. Stop ong. Io non mollo!”.

Contemporaneamente si apre il fronte sui fondi per la disabilità. Attorno alle 20 fonti della Lega fanno sapere che “nel decreto sul reddito di cittadinanza” annunciato da Conte in Cdm per giovedì non c’è “nemmeno un euro per i disabili. Forte delusione della Lega”. “Se non ci sono davvero i soldi per i disabili e le famiglie la Lega non vota il reddito di cittadinanza”, ribadiscono poco dopo fonti autorevoli del Carroccio. A quali fondi si riferiscono i leghisti? Lo spiegherà più tardi il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, denunciando in una nota della mancanza di “interventi diretti per l’innalzamento delle pensioni di inabilità né adeguati aiuti alle famiglie con disabili e numerose”.

Su Facebook Salvini ribadisce il concetto. E il leit motiv è sempre quello delle “responsabilità”: “Ognuno si prenda le sue responsabilità, chiaro? Perché noi andremo ad approfondire tutto: sono in fase di elaborazione i decreti attuativi sia per quota cento e che per il reddito cittadinanza: io conto che sia contenuto tutto quello che era previsto. Nel reddito di cittadinanza, ad esempio, il sostegno ai disabili e per le famiglie numerose, che vanno premiate. Io darò il mio sostegno a questo atto di civiltà, a questo aiuto ai disoccupati, ai bisognosi dimenticati e agli ultimi a patto che ci siano tutti gli ultimi“.

Pochi minuti dopo la replica del premier dai divanetti bianchi di Bruno Vespa: “Abbiamo aumentato fondi ai disabili: c’è una legge delega su un nuovo codice sui diritti dei disabili”. Quindi Conte torna a vestire i consueti panni del mediatore: “Mi faccia tornare al lavoro: nel reddito di cittadinanza c’è già un’attenzione ai disabili, ma se ci sono suggerimenti li analizzeremo, ci metteremo intorno a un tavolo e anche questa volta risolveremo la situazione“.

Un’altra crepa sui due si apre sulla sicurezza negli stadi, dopo la morte dell’ultrà del Varese Daniele Belardinelli: “E’ chiaro che chiudere gli stadi è anche la manifestazione di una sconfitta perché significa denunciare una incapacità, quindi dovrebbe essere sempre al limite una misura di estrema ratio – ha detto Conte a Bruno Vespa – ma in certe circostanze, dove le violenze sono così insistite, penso che una soluzione del genere andrebbe considerata“. Solo lunedì Salvini si era espresso in senso diametralmente opposto: “Sono assolutamente contrario alla chiusura degli stadi ed al divieto di trasferte”.

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