Il vicepremier M5s rilancia dopo l'approvazione del decreto in soccorso dell'istituto ligure: "Il popolo sovrano si riappropria delle banche. Sarà il primo caso in Europa". E annuncia che chiederà ai commissari la lista delle persone esposte nei confronti della banca: "Tutti devono sapere perché è ridotta così e se c'è un altro caso De Benedetti con Mps"
La richiesta ai commissari di Carige di pubblicare l’elenco dei debitori, la cui unica via per il salvataggio è la nazionalizzazione, e il senatore pentastellato Gianluigi Paragone a capo della commissione d’inchiesta sulle banche. Dopo le tensioni per il decreto approvato in dieci minuti che ricalca – nella forma e nella sostanza – quello del governo Gentiloni per Mps, Luigi Di Maio rilancia.
“Nazionalizzazione unica via”. Giorgetti approva
Innanzitutto la strada per riportare in salute l’istituto di credito ligure, commissariato dalla Bce dopo il mancato aumento di capitale da 400 milioni di euro: “Crediamo nella nazionalizzazione, l’unico intervento che si può fare, l’unica strada percorribile per il M5S”. Una linea sposata anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che risponde “sì” a chi gli chiede se la possibilità sia concreta o meno: “Lo vedremo tra due, tre, quattro, cinque settimane. Nel decreto legge, nella seconda parte, c’è scritto che la ricapitalizzazione precauzionale passa attraverso altri organismi: Banca centrale europea e Commissione europea, e quindi non dipende soltanto da noi”.
“Sarà il primo caso in Europa”
Nazionalizzando, secondo il vicepremier e ministero dello Sviluppo economico, “il popolo sovrano si riappropria delle banche”. Si tratterebbe, dice all’Adnkronos, “questo è il primo caso in Europa in cui ci riprendiamo” una banca “per dare prestiti alle imprese e mutui più agevolati alle famiglie“. Di Maio replica anche alle accuse di ‘copia incolla’ dei dl Gentiloni su Mps e Banche venete: “Non ho mai visto una svista simile sui giornali, mi spiace che anche Mentana ci sia caduto – afferma – La prima pagina del decreto è uguale perché, come in tutti i decreti, ci sono i richiami alle norme esistenti”.
“Fuori la lista dei creditori”
Per fare chiarezza sui problemi di Carige, Di Maio annuncia che chiederà “formalmente” ai commissari “di pubblicare l’elenco dei debitori della banca”. Perché “vogliamo capire per chi e per quali ragioni Carige è stata ridotta in quello stato, se c’è un caso De Benedetti come per Mps”. Nel caso in cui i commissari dovessero rifiutarsi, sottolinea il vicepremier, “chiederò alla presidente della commissione Finanze della Camera, Carla Ruocco, di convocarli ed esigere l’elenco” in sede parlamentare: “Tutti devono sapere perché Carige versa in queste condizioni, di chi sono le responsabilità“.
“Paragone presidente della commissione”
Chiedendo l’audizione immediata di Bankitalia, il leader pentastellato ha anche auspicato che sia il senatore Gianluigi Paragone a presiedere la commissione d’inchiesta sulle banche. All’indomani dell’approvazione del decreto, era stato proprio l’ex giornalista di La7 a criticare l’intervento su Carige: “Non può finire come tutti i casi trattati dai governi precedenti, con una soluzione abbastanza simile”. Poi aveva chiesto: “È mai possibile che nessuno nel governo del cambiamento stia chiedendo a Bankitalia di rendere conto delle sue responsabilità? Vogliamo farla questa benedetta commissione d’inchiesta (sulle banche, ndr)? Sarà realmente operativa? Sono incazzato, sono un gilet giallo, non volevamo esserlo?”. Invitando la Camera a “chiudere subito” la partita della commissione, Di Maio si augura che Paragone “convochi subito, per prima, Bankitalia e non ho dubbi lo faccia”. A via Nazionale “va chiesto conto di quel che ha combinato in questi anni, della mancata sorveglianza che è sotto gli occhi di tutti”.