Le facce del presidente della Regione Puglia aumentano così come le sue alleanze. Stavolta, il governatore Michele Emiliano ha nominato l’ex forzista e poi alfaniano Massimo Cassano come nuovo commissario straordinario dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (Arpal). Da destra a sinistra montano le polemiche per una scelta considerata l’ennesimo tentativo di Emiliano di ingrossare le file dei consensi in vista delle Regionali del 2020.
“Ormai è un dato: la Regione Puglia nelle mani del presidente Michele Emiliano è un poltronificio”, commenta il consigliere regionale di Fratelli D’Italia Erio Congedo. “La nomina di Massimo Cassano, ex esponente di centrodestra, nell’Arpal, una delle più importanti agenzie regionali che si occupa di lavoro, è solo l’ultima delle trovate elettorali del governatore pugliese che, evidentemente, conscio della sua fallimentare gestione politica – attacca Congedo – utilizza figure totalmente lontane dalla sua identità politica per ingrassare l’elettorato di salvataggio a cui aggrapparsi per non rischiare la debacle alle regionali. Ma i pugliesi non hanno l’anello al naso e sapranno giudicarlo sapientemente”.
Critiche anche dal M5s. Secondo i pentastellati “si avvicinano le elezioni ed Emiliano passa rapidamente dalla ‘sagra del programma’ alla ‘sagra delle poltrone’“. La nomina di Cassano, denunciano, “costerà ai pugliesi tra i 130mila ai 150mila euro all’anno“. E ancora: “Quale personaggio più indicato in un ruolo simile se non Cassano? Ex sottosegretario al Lavoro che, alla faccia di tutti i lavoratori, dopo soli 8 anni di contributi a partire da 55 anni riceverà un vitalizio di 5.618 euro al mese (che si aggiunge alla liquidazione ricevuta nel 2015 dalla Regione Puglia, quindi dai cittadini, di appena 198.800 euro)”.
Mentre per il centrosinistra Emiliano “ha individuato con una nomina la soluzione a problemi fondamentali”, non quelli dei lavoratori e delle lavoratrici di Puglia “ma quelli legati alla smania di spartire torte e tortine in nome di trasformismi e larghe e larghissime intese”, afferma Nico Bavaro di Sinistra Italiana, secondo il quale con questa nomina, il governatore “ha superato se stesso, la realtà ha superato ogni nostra malsana immaginazione“.
Il chiacchiericcio sulla possibile alleanza Cassano-Emiliano è cominciato a settembre scorso. L’ex sottosegretario al ministero del Lavoro nei governi Renzi e Gentiloni, dopo lunghi anni di militanza in Forza Italia passa con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, e poi rientra in Fi. Nell’estate 2017 racconta alla stampa la sua idea di Bari. Per tutti è lui il candidato di centrodestra alla poltrona di sindaco, l’anti-Decaro. Qualcosa però non funziona. Cassano lascia Forza Italia per la seconda volta e fonda un movimento civico “Puglia popolare”. Il dubbio di molti a quel punto diventa dove confluiranno i voti di Cassano, che alle elezioni regionali del 2010, con quasi 20mila preferenze, è stato il più suffragato della Regione Puglia e il terzo in Italia.
La risposta non tarda ad arrivare. In occasione di un incontro all’interporto di Bari, l’ex forzista e il governatore siglano un patto che vede nell’immediato la nomina di Gianni Stea, amico di affari e di partito di Cassano, ad assessore all’Ambiente. Emiliano, per la verità, aveva strizzato l’occhio al popolo di Forza Italia già in passato con la nomina a marzo scorso di Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco di Bari per dieci anni e in corsa contro di lui alle amministrative nel 2009, come presidente dell’Acquedotto pugliese, sollevando altre polemiche tra maggioranza e opposizione. Fino a due giorni fa con la nuova nomina di Cassano nell’Agenzia regionale del lavoro.
Intanto martedì Sinistra italiana e “La Puglia in più” hanno disertato il tavolo di coalizione per le primarie previsto nella sede del Partito democratico a Bari. L’incontro è stato rimandato a data da destinarsi. Un tavolo sempre più povero, quello del centrosinistra in Puglia. Spaccato e frammentato. Poco dopo l’ennesimo colpo di scena di Emiliano che, ospite di un programma su La7, ha dichiarato di sostenere il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, in corsa alle primarie del Pd. Una corsa alla quale partecipa anche Francesco Boccia, pugliese e considerato fedelissimo di Emiliano. Almeno sino a poche ore fa, quando si è consumato l’ennesimo strappo in famiglia.