La conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2019 del Festival di Sanremo è diventata anche un’occasione per entrare nel dibattito sull’attualità politica. E il “dittatore artistico” Claudio Baglioni (così era stato ribattezzato nel corso della scorsa edizione), non si è sottratto alle domande sul tema migranti: “Se non fosse drammatica la situazione di oggi, ci sarebbe da ridere. Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo un po’ alla farsa“. “Non credo che un dirigente politico di oggi – ha proseguito il cantautore – abbia la capacità di risolvere il problema, ma almeno serve la verità di dire: è un grave problema, dobbiamo tutti metterci nella condizione di risolverlo”.
E ancora: “Credo che le misure prese dall’attuale governo, come da quelli precedenti, non siano assolutamente all’altezza della situazione. Ormai è una grana grossa: se la questione fosse stata presa in considerazione anni fa, non si sarebbe arrivati a questo punto. Il Paese è terribilmente disarmonico, confuso, cieco quasi nella direzione da prendere”. Baglioni è stato per dieci anni l’anima di O’Scià, manifestazione di arti e musica leggera che si è svolta a Lampedusa per sensibilizzare proprio sui temi della migrazione.
“Già 25 anni fa – ha ricordato – sull’isola si avvertiva quello che sarebbe diventato il fenomeno degli sbarchi, degli arrivi per mare. L’intenzione della mia manifestazione e degli oltre 300 artisti che hanno partecipato era quella di dire: noi siamo preoccupati per il fatto che ci siano viaggi per mare irregolari. Ci auguravamo appunto che il movimento non cadesse in mano all’illegalità, allo sfruttamento, alla non gestione”. E invece “la classe politica e forse anche l’opinione pubblica hanno mancato: è stato un disastro culturale e gestionale con ripercussioni gravissime: oggi il nostro Paese è incattivito, rancoroso, nei confronti di qualsiasi ‘altro’, visto come un essere pericoloso. Ormai guardiamo con sospetto anche la nostra ombra”.
Il cantautore ha ricordato poi che quest’anno ricorre il 30esimo anniversario della caduta del muro di Berlino: “In quel momento il mondo ha pensato di essere felice insieme, ora invece stiamo ricostruendo i muri, non li abbiamo mai abbattuti. E non credo che questo faccia la felicità degli esseri umani”. In questo contesto al festival di Sanremo, promette il direttore artistico, “ci attaccheremo all’idea del divertimento, della leggerezza e del correrci incontro, come fanno tutti gli eserciti di buona volontà. I fanti sono altri, quelli che tutti i giorni si dedicano al prossimo. Gli artisti possono essere almeno i trombettieri di qualche buona battaglia“.
Non tarda ad arrivare la risposta di Matteo Salvini, che dal suo account Twitter risponde al conduttore: “Baglioni? Canta che ti passa, lascia che di sicurezza, immigrazione e terrorismo si occupi chi ha il diritto e il dovere di farlo?”
#Baglioni? Canta che ti passa, lascia che di sicurezza, immigrazione e terrorismo si occupi chi ha il diritto e il dovere di farlo. https://t.co/YjTlsfChjf
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 9 gennaio 2019