Insieme a Morano, notaio e tra i più critici della sindaca Chiara Appendino, sono stati assolti anche gli altri imputati: due persone politicamente vicine a lui, cioè l’ex consigliere comunale Angelo D’Amico e Antonio Biondino, candidato in passato nella lista civica, e due imprenditori nel settore dei locali notturni, Ferdinando Montalbano e Davide Lunardi
Non è mai stata chiesta nessuna tangente al gestore di una discoteca all’interno del Parco del Valentino, il “Cacao”, per chiudere un occhio sugli abusi edilizi che avrebbero comportato la fine dell’attività. Il consigliere comunale di Torino Alberto Morano, candidato sindaco della Lega, è stato assolto dal gup Francesca Christillin: “Il fatto non sussiste”. Insieme a Morano, notaio e tra i più critici della sindaca Chiara Appendino, sono stati assolti anche gli altri imputati: due persone politicamente vicine a lui, cioè l’ex consigliere comunale Angelo D’Amico e Antonio Biondino, candidato in passato nella lista civica, e due imprenditori nel settore dei locali notturni, Ferdinando Montalbano e Davide Lunardi. Il sostituto procuratore Gianfranco Colace aveva chiesto la condanna di tutti. Per Morano erano stati chiesti 6 anni. Tuttavia l’impianto accusatorio non ha retto: “Ho grande rispetto per la magistratura – ha detto Morano alcuni minuti dopo la sentenza -, ma per un anno sono stato massacrato”. La procura ricorrerà in appello.
Ciò che però è emerso dalle carte dell’inchiesta condotta dai carabinieri della polizia giudiziaria è una concorrenza agguerrita tra i gestori dei locali notturni lungo il Po. L’indagine era partita dalla denuncia fatta nel giugno 2017 da Alessandro Mautino, amministratore della Kronos che gestisce il “Cacao”, discoteca tra le più note che si trova in uno spazio della Città all’interno del Parco del Valentino. Alcuni mesi prima Morano aveva voluto avviare dei controlli sulla concessione pubblica e aveva rilevato che nell’immobile c’erano degli abusi edilizi, elemento che avrebbero provocato la fine del contratto. Secondo Mautino dietro queste iniziative politiche di Morano c’erano gli interessi di Montalbano, che fino ad alcuni anni fa gestiva la discoteca “L’ippopotamo” (chiusa poi dalla giunta Fassino per le irregolarità), e Lunardi, socio del “Patio”.
Anche l’assessore comunale al Bilancio della giunta di Chiara Appendino, Alberto Sacco, lo sospettava. Lo riferisce Mautino agli investigatori: “Mi disse che lui era a conoscenza del fatto che Morano faceva battaglie su commissioni e mi confermava che dietro questa battaglia contro il Cacao c’era qualche mio concorrente”. Non solo: “Mi suggerì di reagire. Mi chiese se conoscessi qualche segreto di Morano per screditare Morano”. L’assessore temeva che l’operato di Morano mettesse in cattiva luce l’amministrazione. Sentito come persona informata sui fatti, l’assessore spiega agli inquirenti che “avendo molti amici nel mondo delle pubbliche relazioni, avevo avuto varie volte la sensazione che dietro alla battaglia di Morano vi erano i Lunardi”, gestori del Patio e clienti del notaio. Poi precisa le sue parole a Mautino: “Gli suggerii di fare una denuncia se riteneva che il comportamento di Morano l’avesse inteso come vessatorio”. Uscito dalla procura, inizia a telefonare ad alcuni conoscenti, dj e pr, per approfondire la vicenda “Cacao”. Tutto ciò mentre il suo telefono è sotto intercettazione. Molti raccontano di aver visto Morano e Montalbano all’inaugurazione della stagione del “Patio” e avergli sentito parlare della chiusura del “Cacao” e del rilancio del “Patio”. Intanto Morano portava avanti i suoi controlli ai locali notturni: “Buongiorno, vuole ridere? – diceva a un suo interlocutore -. dopo Chalet del Valentino e Cacao chiuderà anche Club84”. E non aveva ancora finito la lista.