“Signor Luigi Di Maio, i gilet gialli hanno iniziato un movimento apolitico fin dall’inizio, non saremmo quello che siamo senza questo”. Recita così l’esordio del messaggio che Eric Drouet, uno dei portavoce degli attivisti francesi, ha indirizzato al leader M5s. Ieri il vicepremier italiano aveva ufficializzato la sua volontà di incontrare gli esponenti del movimento e lo stesso Drouet aveva detto di essere pronto ad andare a Roma, oggi il cambio totale di linea con un post firmato a nome di tutto il gruppo. “Noi rifiuteremo tutti gli aiuti politici, poco importa da dove vengono. Noi rifiutiamo quindi il vostro aiuto. Abbiamo iniziato da soli e noi finiremo soli”. Il post scritto dall’account del portavoce è stato pubblicato sulla pagina Facebook de la France en Colère. Drouet il 3 gennaio scorso era stato arrestato perché accusato di aver partecipato a una manifestazione non organizzata.
Nei giorni scorsi era stato proprio Di Maio, dal Blog delle Stelle, a dichiarare il sostegno per i gilet gialli e a offrire la piattaforma Rousseau per la democrazia diretta. Proprio questa vicinanza ha creato tensioni con l’Eliseo, anche se ufficialmente ha reagito solo la ministra agli Affari Ue, chiedendo all’Italia di non fare ingerenze. Oggi la segretaria di Stato francese all’Eguaglianza di genere Marlène Schiappa, interpellata dai microfoni di France Inter, ha detto che intende verificare se “ci sono potenze straniere” che finanziano le collette on-line a favore dei “casseurs e delle violenze” alle manifestazioni dei gilet gialli, a cominciare dall’Italia. “Chi finanzia le violenze, chi finanzia i casseurs?”, si è chiesta evocando “potenze straniere”, tra cui l’Italia, “viste le posizioni di certi responsabili italiani”. Il Pd intanto ha depositato un’interrogazione in Parlamento per avere informazioni per chiedere se “Lega e M5S, anche attraverso Fondazioni o associazioni, stanno finanziando le attività dei gilet gialli in Francia?”.
Il movimento francese dei gilet gialli da oltre due mesi manifesta contro la presidenza di Emmanuel Macron. Sabato scorso c’è stata l’ottava manifestazione a Parigi, mentre sabato prossimo hanno scelto Bourges per la prima volta (e non la Capitale) come punto di ritrovo per l’atto 9 della protesta. Bourges è stata scelta per la sua posizione geografica al centro della Francia. La convocazione della manifestazione, che non è stata autorizzata, preoccupa le autorità locali e i commercianti della città. Il comune, riferisce Bfmtv, ha previsto la chiusura di diversi luoghi pubblici, fra cui la sede del comune e diversi giardini, e lo smantellamento di alcune luminarie natalizie. La prefettura avverte che la manifestazione è “illegale” e che la partecipazione a questo “pericoloso assembramento” presenta “rischi per la sicurezza dei partecipanti e gli organizzatori”. I commercianti locali temono intanto per le vendite del primo weekend di saldi. I titolari dei negozi si chiedono se rimanere aperti o se chiudere ed eventualmente barricare le vetrine.