Ospite de L’Aria che Tira (La7), la ministra leghista per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno difende tenacemente la politica migratoria del leader del suo partito, Matteo Salvini, e cita inevitabilmente l’accesa polemica che l’ha vista protagonista a Otto e Mezzo con il filosofo Massimo Cacciari sulla vicenda Sea Watch.
“Per anni” – esordisce la giurista – “la sinistra ha accettato in modo indiscriminato che arrivassero i migranti in Italia e si è creato il caos. Adesso grazie alla svolta di Salvini si è creata una situazione di ordine. E questo sta innervosendo un po’ tutti, come Cacciari, che è un filosofo e i filosofi hanno un po’ la testa tra le nuvole. Cacciari è stato sindaco di Venezia molti anni fa e l’altra sera si notava che lui è completamente slegato dalla realtà“. E aggiunge: “C’è questo atteggiamento di etichettare tutti e chiunque come ‘disperati in buona fede’. Lo ha espresso anche Orlando, ma con toni diversi da quelli di Cacciari, che l’altra sera si è espresso con violenza verbale. Quindi, chi si definisce buono ha violenza verbale. Prima,, però, accettavamo il caos. Adesso, da quando c’è Salvini, i migranti non stanno sbarcando. E se non ci fosse stato Salvini, già nei giorni scorsi tutti i migranti della Sea Watch sarebbero sbarcati sicuramente in Italia, perché, come abbiamo visto con la sinistra, in nome di questo buonismo, non si riesce a capire che il problema è europeo”.
Poi rincara su Cacciari: “Lui mi ha chiamato ‘signora’, quando sono avvocato. Io, allora, lo chiamo ‘signor Cacciari’. Voglio replicare al signor Cacciari che proprio questa sua filosofia radical chic, in nome della quale si dice che siamo tutti buonissimi, ma intanto si urla senza contenuti, la sinistra si è ridotta in ginocchio. Quindi, è stata una sconfitta del signor filosofo il fatto che siamo riusciti a fare in modo che quei migranti non siano arrivati tutti in Italia. Se ci fossimo abbandonati a quella lacrimuccia o a quella invettiva di Cacciari, i migranti sarebbero qui. Sono, quindi, contenta che sia stata archiviata l‘epoca dei radical chic alla Cacciari“.