Il produttore di droni DJI ha adottato il paracadute balistico dell'azienda Indemnis per poter sorvolare anche aree affollate senza il rischio di causare danni a cose o persone.
Uno dei principali motivi per cui i droni commerciali non possono sorvolare luoghi affollati è il rischio che cadano, danneggiando cose e persone. Per aggirare il problema, il produttore di droni DJI ha trovato una soluzione brillante. Ha adottato il paracadute balistico ad espulsione rapida Nexus di Indemnis, fatto apposta per assicurare un atterraggio “morbido” ai droni, anche in caso di guasti ai motori.
Indemnis è un’azienda con sede ad Anchorage, in Alaska, che è specializzata nella fabbricazione di paracadute per droni. Le sue soluzioni sono associate al concetto di maggiore sicurezza, anche nel caso in cui il drone abbia un’avaria ai motori. Il Nexus, in particolare, è un prodotto dotato di sensori in grado di rilevare anomalie durante il volo e di azionare di conseguenza il lanciatore balistico.
In che cosa consiste un lanciatore balistico è molto semplice: è un tubo gonfiabile che tiene lontani il paracadute e i suoi cavi dai rotori del drone nella delicata fase di espulsione. Secondo Indemnis, lo scivolo si gonfia a una velocità di oltre 140 Km/h, impiegando appena 30 millisecondi per essere pronto. Di conseguenza ci sono buone ragioni per supporre che il paracadute si apra senza intoppi.
Proprio per ottenere la certificazione per l’utilizzo in luoghi affollati, il paracadute Nexus ha dovuto superare 45 test di funzionalità che hanno analizzato il funzionamento del sistema in cinque diversi scenari. Ora che l’Indemnis Nexus è integrato sul drone DJI Inspire 2 il produttore chiederà le autorizzazioni di volo delle autorità nazionali preposte (in Italia è l’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), che è una condizione obbligata per sorvolare luoghi affollati.
DJI ha fatto sapere che entro la fine di quest’anno intende dotare dello stesso paracadute anche tutti i suoi droni delle serie Matrice 200 e 600.