Economia

Reddito di cittadinanza, al centro della lite Lega-M5s l’aumento della pensione d’invalidità: ne beneficeranno in 260mila

L'incremento rispetto ai circa 280 euro attuali era stato dato per fatto dal vicepremier Luigi Di Maio. Ma stando alle bozze andrà solo a chi rispetta i paletti validi per tutti gli altri percettori del sussidio. Il Carroccio minaccia di non votare il provvedimento se non si troveranno fondi aggiuntivi. La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap parla di "delusione e sconcerto"

Uno scontro tra gli alleati di governo, fino alla minaccia del leader della Lega di non votare il decreto sul reddito di cittadinanza che il consiglio dei ministri dovrebbe varare in questi giorni. Al centro ci sono gli aumenti delle pensioni di invalidità promessi dal vicepremier Luigi Di Maio ma che, si scopre ora, andranno solo a 260mila persone su una platea di oltre un milione di percettori di assegni e trattamenti di questo tipo. Il premier Giuseppe Conte ha tentato di mediare e, ospite di Porta a Porta, ha garantito che “se ci sono suggerimenti li analizzeremo, ci metteremo intorno a un tavolo e anche questa volta risolveremo la situazione”. Così in queste ore – mentre il cdm previsto per giovedì 10 slitta – si valuta la possibilità di spostare su quella voce una parte dei circa 400 milioni che si potrebbero risparmiare grazie ai paletti più stretti per l’accesso degli stranieri al sussidio. La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish), commentando le bozze che ancora non recepiscono queste modifiche, parla di “delusione e sconcerto fra le persone con disabilità e le famiglie” alla luce delle “reiterate dichiarazioni che davano per fatto l’aumento delle pensioni alle persone con disabilità da 280 euro a 780”.

QUELLA LISTA DELLE COSE FATTE – Il leader M5s Luigi Di Maio ha chiarito che “ora ragioniamo su quegli invalidi che non hanno nulla, che sono sotto la soglia di povertà”. Questi “260mila invalidi avranno una pensione di invalidità più alta grazie all’introduzione del reddito di cittadinanza. A loro il reddito si applica a prescindere, è svincolato dal lavoro e dalla ricerca dello stesso nei centri di impiego”. Il problema si pone per tutti gli altri: al 31 dicembre 2017 erano 1 milione e 72mila le pensioni e gli assegni di invalidità, cecità e sordità. I percettori si erano sentiti rassicurati dalla foto pubblicata dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, a metà dicembre, con la ‘lista delle cose fatte’ o inserite nella Legge di Bilancio. Tra cui anche l’aumento della pensione per gli invalidi. Aumento promesso anche nella diretta Facebook del 23 dicembre. In realtà, come lo stesso Di Maio aveva detto qualche settimana prima, i 780 euro arriveranno solo se il percettore della pensione di invalidità vive da solo e si trova in situazione di difficoltà. Cioè se rispetta tutti i paletti previsti per avere accesso al nuovo sussidio in forma piena.

LE MISURE CONTESTATE – La resa dei conti va in scena in queste ore. Le bozze del decreto circolate negli ultimi giorni riservano la pensione di cittadinanza a chi ha più di 65 anni, vive solo o con un coetaneo e a condizione che abbia un Isee familiare ai 9.360 euro, che non abbia patrimoni immobiliari diversi dalla prima casa superiori ai 30mila euro” e che non possa contare su patrimoni mobiliari (conti, titoli, depositi) superiori ai 6mila euro (8mila se sono in due). Per aver diritto al reddito di cittadinanza l’Isee familiare dovrà essere al massimo di 9.360 euro l’anno, mentre il patrimonio mobiliare non deve superare i 6mila euro, importo maggiorato di 5mila euro se nel nucleo sia presente una persona con disabilità. Misure che non contengono “alcun aumento dei trattamenti assistenziali per le persone con disabilità”, fa notare la Fish, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, commentando la bozza di decreto legge.

Il testo, in effetti, introduce il cosiddetto reddito familiare, che non dovrà superare i 6mila euro all’anno. Cifra che sale man mano per i nuclei più numerosi seguendo una specifica scala di equivalenza (1 per il primo componente, +0,4 per i familiari adulti, + 0,2 per i minori). Questa scala, però, non prevede alcuna maggiorazione nel caso in cui nella famiglia ci sia una persona disabile. Questo significa che i loro nuclei familiari saranno trattati come tutti gli altri “senza considerare la disabilità – sottolinea la federazione – come un fattore di impoverimento, di maggiore spesa, di ulteriore esclusione”. Non solo: stando al testo, nel computo del reddito da considerare quale limite di accesso al reddito di cittadinanza e per il calcolo del suo ammontare vengono conteggiate anche le pensioni di invalidità, cecità, sordità, oltre alle pensioni sociali. Nessun coefficiente aggiuntivo, inoltre, viene previsto nel caso nel nucleo vi sia una persona non autosufficiente o con grave disabilità.