La Lega è contraria allo stop alle trivelle voluto del Movimento 5 stelle. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il M5s ha infatti presentato un emendamento al decreto Semplificazioni per bloccare 36 autorizzazioni. Un gesto annunciato che però ha aperto un nuovo fronte dentro il governo: non solo le divisioni sul Tav e i malumori di Matteo Salvini per i 10 migranti della Sea-Watch accolti dall’Italia, i soci dell’esecutivo ora si scontrano pure sul delicato nodo delle trivellazioni. Tanto che in serata fonti interne non arrivano a escludere la possibilità che la crisi si faccia più grossa del previsto. Per il M5s la discussione non esiste e non possono accettare compromessi. E per evitare il peggio evocano l’intervento del ministro dell’Interno per far ritornare i suoi sulla “giusta strada”. Lui dal salotto di Porta a porta si limita a prendere tempo: “Trivellare vicino alla costa no, ma dire no per partito preso a ricerche di energia in mezzo al mare no. Non possiamo far finta che il mondo si sia fermato”. Un tentativo di stare nel mezzo e vedere come evolve la situazione, dal caso Tav allo slittamento del decreto pensioni-reddito di cittadinanza. Nell’attesa i suoi non usano mezze misure e per tutto il pomeriggio attaccano la linea 5 stelle. La prima a parlare è stata la sottosegretaria all’Ambiente del Carroccio Vannia Gava: “Il Paese deve andare avanti”, ha detto. Così come il senatore leghista Paolo Arrigoni, già accusato di essere la “manina” che aveva provato a inserire un emendamento alla Manovra per “incentivare i termovalorizzatori: “Lo stop è profondamente sbagliato, si bloccano le attività e si mette in difficoltà l’Italia”, ha detto. Posizioni inaccettabili dal fronte M5s che sul tema si gioca molte delle promesse elettorali. “Sono molto stupito”, ha scritto su Facebook il sottosegretario M5s Davide Crippa, “perché la Lega, in più occasioni ha esposto la propria contrarietà alle trivellazioni”. E ha postato un volantino marchiato Lega, diffuso per il referendum del 17 aprile 2016, in cui si leggeva: “Tre buoni motivi per votare sì. Ferma le trivelle“. Non solo, i 5 stelle hanno rilanciato sul contratto di governo: “Al punto 4 si legge che ‘il nostro compito è quello di sostenere la green economy la ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo ecologico e la rinascita della competitività del nostro sistema industriale con l’obiettivo di decarbonizzare e defossilizzare produzione e finanza”.
M5s, Di Stefano: “Salvini riporterà i suoi sulla giusta strada”. Moronese e Nugnes: “Lega e M5s nel 2016 erano d’accordo”
I 5 stelle sul punto non intendono fare passi indietro. Tanto che i vertici hanno invocato l’intervento di Salvini per sistemare le cose. “Sono certo”, ha scritto su Twitter il sottosegretario agli Esteri M5s Manlio Di Stefano, “che Salvini riporterà i suoi sottosegretari sulla giusta strada relativamente alle trivelle, solo qualche mese fa la Lega era super determinata in fin dei conti e fermarle significa più lavoro e meno inquinamento”. Anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: ha parlato di malinteso: “Penso si siano confusi”, ha detto a RaiNews24, “sono voci singole della Lega”, perché “io mi ricordo di aver condiviso con la Lega il referendum del 17 aprile 2016 contro le trivelle e di aver visto tanti amici leghisti con la maglietta ‘No trivelle, vota sì’, quindi penso che siano voci personali di alcuni, non la voce di tutta la Lega”. Così anche le senatrici Moronese e Nugnes: “Tutelare pesca e turismo, difendere il proprio territorio, l’impedire a Renzi di svendere i nostri mare a favore dei petrolieri. Queste erano le posizioni di chi ora è al Governo. Noi, rispetto a quella posizione, non facciamo nessun passo indietro”.
Lega, Gava: “Sbagliato bloccare le autorizzazioni”. Arrigoni: “Emendamento M5s è sbagliato”
La prima a parlare è stata la sottosegretaria all’Ambiente Gava: “E’ un errore bloccare le autorizzazioni per le trivelle. Non posso approvare una impostazione tutta volta a dire ‘No’, come quella che sta alla base dell’emendamento dei 5 Stelle sul tema delle trivelle”, ha scritto in una nota. “Non possiamo consentire che la paura blocchi lo sviluppo”. Più conciliante ma non troppo è stato il viceministro allo Sviluppo economico, Dario Galli, che ha spiegato come sul tema “se ne stia discutendo, c’è questa proposta di emendamento, si sta trovando l’equilibrio giusto, credo che le posizioni siano chiare”. Critico invece il senatore Paolo Arrigoni: “L’emendamento sulle trivelle al Dl semplificazione del M5s è profondamente sbagliato. Il provvedimento bloccherebbe qualsiasi nuova attività anche oltre le 12 miglia dalla costa, mettendo ulteriormente in difficoltà il nostro Paese, che già dipende per l’80% dell’energia dall’estero, con un conseguente costo delle bollette di luce e gas per famiglie e imprese italiane maggiore rispetto a quelle degli altri Paesi. La tutela dell’ecosistema può convivere con queste attività, che comunque non prescindono da rigorose valutazioni di impatto ambientale. Così facendo si esporrebbe a elevato rischio di chiusura un comparto imprenditoriale di eccellenza del nostro paese, con perdita sicura di centinaia di posti di lavoro”.