Matteo Salvini incassa più della storica Lega Nord. Almeno dal punto di vista della percentuale di contribuenti che nelle dichiarazioni 2018 gli hanno destinato il 2 per 1000 della propria Irpef, come prevede il nuovo sistema di finanziamento dei partiti in vigore dal 2014. La “vecchia” Lega Nord per l’Indipendenza della Padania incassa 922.040 euro e le firme di 81.405 contribuenti, cioè il 7% di tutti quelli che hanno deciso di contribuire alle casse di una forza politica. La “nuova” Lega per Salvini Premier porta a casa 2 milioni e 40mila euro, frutto della scelta di 187.260 contribuenti, ben il 17%. In totale, stando ai dati pubblicati venerdì sul sito del Ministero dell’Economia, le due Leghe hanno raccolto il 24% delle firme (268mila) e quasi 3 milioni di euro. Nel 2017 c’era solo la Lega Nord che aveva incassato 1,8 milioni dal 14% dei contribuenti: lo sdoppiamento dei Carrocci, e il trend positivo dei sondaggi, fa dunque ricca via Bellerio che vede quasi raddoppiare gli introiti da questa fonte e guadagna 96mila firme.
L’exploit del partito del vicepremier spicca in un quadro che registra un deciso calo delle scelte espresse: solo il 2,67% dei contribuenti ha messo una crocetta nella dichiarazione dei redditi, contro il 3% del 2017. La torta da spartirsi si è rimpicciolita di conseguenza, a 14,1 milioni dai 15,3 dell’anno prima. A parte la Lega e Scelta Civica (ma qui si parla si poco più di 11mila firme) perdono tutti, a partire dal Pd che resta sul primo gradino del podio ma con 114mila contribuenti in meno. Nella lista manca il Movimento 5 Stelle, che come è noto ha sempre rifiutato i finanziamenti pubblici.
Il Pd perde un milione. Fi in calo (ma ha gli elettori più ricchi) – Ancora una volta il record spetta al Partito democratico: incassa 7 milioni ma perde consenso non solo alle urne. Hanno scelto di dare il loro 2 per mille ai dem 487.748 contribuenti cioè il 44%: lo scorso anno le firme erano 602.500, i contribuenti il 49% del totale e i milioni quasi 8. In calo anche Forza Italia, che in questa speciale classifica è solo il quinto partito: viene scelto dal 3,6% dei contribuenti, cioè 39mila persone pari a 637mila euro. Dodici mesi fa erano il 5% e 850mila euro. Il partito di Silvio Berlusconi, però, si conferma quello che attrae gli elettori più “ricchi“, si fa per dire: la loro Irpef media è di 8.166 euro, pari a un reddito lordo da lavoro autonomo intorno ai 35mila euro. Lo seguono – come lo scorso anno – i pochi elettori di Alternativa popolare: lo hanno scelto in 2.524 (lo 0,2%) con una Irpef media di poco più di 7.500 euro. Alla creatura di Angelino Alfano vanno di conseguenza solo 38.292 euro.
Fdi terza. Poi Rifondazione con 547mila euro – Forza Italia viene superata in classifica da Fratelli d’Italia, che conferma la terza posizione del 2017 e incassa 720mila euro da 54.920 persone. L’anno prima il partito guidato da Giorgia Meloni aveva incassato 789.937 euro, il 5,27% delle scelte ovvero 64.682 contribuenti. Supera FI anche Rifondazione Comunista che incassa ben 547.426 euro, con 53.903 indicazioni, il 4,95% del totale. A Sinistra Italiana spettano 316.960 euro, con il 2,51% delle scelte, 27.325 contribuenti. Per Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista – cioè gli scissionisti del Pd – ci sono 26.996 indicazioni, il 2,48% del totale, e 349.516 euro. La federazione dei Verdi raccoglie 23.314 firme, il 2,14% del totale, con 257.919 euro.
Meno di un italiano su 3 ha dato il 2 per mille ai partiti – Confermato rispetto allo scorso anno il numero delle formazioni iscritte nell’elenco dei possibili beneficiari – sono 27, nel 2016 erano 21 – nel quarto anno del nuovo strumento che ha sostituito i vecchi rimborsi elettorali azzerati dal 2017 si registra una flessione nelle donazioni. A mettere una crocetta nella propria dichiarazione dei redditi per destinare un piccola parte della propria imposta al partito preferito sono ancora pochissimi. Lo hanno fatto solo il 2,7% dei 40,8 milioni di contribuenti italiani (poco più di un milione di cittadini), contro il 3% del 2017. I contributi da spartirsi sono quindi diminuiti da 15,3 milioni a 14,1 milioni, con un calo del 7,62%. Nel 2016 (redditi 2015) ai partiti erano stati destinati 11.763.227 euro. Il partito con meno appeal? Idea Identità e Azione, scelto da 1.019 cittadini, che ha incassato 15mila euro.